Cari fratelli rossazzurri,
quanto Vi scrivo non è dettato da uno sbalzo di pressione arteriosa o da una voglia di sfogare quel profondo senso di rabbia e delusione che sicuramente ci accomuna in questo momento, ma da una lucida e ponderata constatazione di carattere logico-statistico legata allo studio dei fatti e dei risultati calcistici della serie A nel corso dei decenni.
Come accennai in quel post criptato di inizio 2010 (dal titolo "buon 2010"), negli ultimi cinquant'anni le squadre che nel corso di una stagione del massimo campionato hanno perso con non più di due reti di scarto si sono sempre salvate (ad eccezione del Bologna 2004-2005, fatto che avvenne in circostanze particolari con un presidente, Gazzoni, in rotta con gli organi federali e poi dimissionario).
Questa era la "sottile" speranza che mi diede fiducia circa un felice esito del campionato in quel drammatico ultimo incontro con la Roma al Massimino, datato 18 maggio 2008, di un Catania per buona parte della stagione in mano a Baldini che, per quanto stucchevole nel gioco, nelle idee, perdente di mentalità e tremendamente scoraggiante nella seconda parte del campionato ebbe perlomeno questa unica, chiamiamola così, "virtù" , ossia quella di perdere gli incontri con max due reti di differenza.
E così avvenne che scendemmo tutti per le strade a festeggiare dopo quel liberatorio goal di Martinez in una domenica in cui annunciai con felicità ad Ottavio Longo di Telecolor della mia scoperta statistica che per pura scaramanzia avevo sottaciuto sino alla trentottesima giornata. Peraltro la Roma non poteva vincere lo scudetto perché una squadra che durante la stagione perde almeno un incontro con tre reti di scarto raramente festeggia il tricolore (cosa che avverrà anche quest'anno visto che ne ha presi cinque dal Cagliari contro uno…).
Persino il Catania di Atzori, quell'Atzori tanto criticato e bistrattato dalla piazza (me compreso, per causa del quale, già quattro mesi prima dell'inizio del campionato 2009-2010, parlavo di disastro annunciato...) ebbe la "dignità" di far perdere gli undici rossazzurri sempre di misura, ponendo le basi per quel rilievo statistico impreziosito poi dalla vittoria in casa della Juve (da cui il mio post, come dicevo all'inizio, sul presente forum, poi "svelato" a fine stagione).
Il Catania di Pasquale Marino e di Zenga, pur avendo perso con più di due reti di differenza (sino a sette, addirittura) aveva accumulato un patrimonio di punti nel girone d'andata e che anch'essi avevano un grande rilievo statistico in quanto una squadra che conclude il girone d'andata nella parte sinistra della classifica e che per buoni tratti è stata persino in zona Europa ha altissime possibilità di mantenere la categoria.
Ma oggi cosa possiamo dire, di un allenatore, quale il Sig.Giampaolo? Che con convinzione ritenevo migliore di Atzori e Baldini e che invece ci consegna in prossimità del Natale un Catania distante anni luce dalle posizioni che quello di Marino e Zenga ci aveva fatte godere e, incredibile ma vero, persino peggiore di quello di Atzori e Baldini per aver fatto "crollare" quell' unico elemento virtuoso che ci restava ossia l'aver sinora perso di misura con gli avversari. Con l'odierno 3-0 viene meno questo importantissimo, fondamentale appiglio che con quel gol del 4-1 divorato da Krasic la scorsa domenica miracolosamente mantenevamo.
Il Catania dovrebbe ora raggiungere altri traguardi, ben più difficili in termini di risultati che possano compensare la perdita di questo "appiglio" statistico con un elemento virtuoso che sia a sua volta di grande rilievo statistico (come ad esempio vincere quattro partite di fila o restare imbattuti per otto...) .Se Giampaolo non è riuscito ad ottenere neanche il minimo indispensabile da questa squadra, figuriamoci se sarà capace di accumulare siffatti risultati virtuosi nell'immediato futuro. E' statiticamente molto improbabile che ciò possa avvenire con un allenatore che ha fallito diversi campionati di serie A (esoneri) e che nel 66% dei casi non riesce più ad indovinare una stagione.
Ecco perché Giampaolo deve essere immediatamente rimosso. Il Catania era sino alla partita con la Juve ad un passo dal decollare , ma anche (come ci aveva abituati sin qui) dal crollo definitivo. Purtroppo la bilancia è andata a pendere senza ombra di dubbio da quest'ultima parte.
Vorrei che la parte sana (ossia la maggior parte) della Catania sportiva faccia quanto in suo potere per spingere la dirigenza (a cominciare da un'accoglienza stasera all'aeroporto, in civile, sottolineo civile, ma incisiva protesta) a questa quanto mai ovvia decisione, con la speranza che non si passi tuttavia dalla padella alla brace scegliendo un altro tecnico ex "retrocessesonerato" vedasi Colomba, Camolese, Novellino, De Biasi, Gregucci e company.
ll Catania è un' istituzione della nostra città, del nostro essere catanesi. Il nostro sangue scorre rossazzurro, i nostri figli in questo clima di incertezza economica, di crisi senza uscita, potranno un giorno trovare una meravigliosa sistemazione grazie allo stupendo sogno del centro sportivo di Torre del Grifo, ora magnifica ed imminente realtà.
Ma ciò potrà avvenire se manterremo la categoria per gli anni a venire. Non possiamo permetterci noi tutti che questo venga compromesso per colpa di un mestierante di allenatore.
Un abbraccio a tutti.