Casorezzo (MI), 25 Ottobre 2010
Caro Gaspare,
non mi pare che la partita con il Chievo costituisse chissà quale rischio, eppure io, che allora non avevo ancora la tessera, mi sono dovuto accomodare in tribuna. Ieri all'ingresso del settore ospiti sono stato perquisito con eccessivo zelo e mi sono chiesto a- se, con riferimento a Italia-Serbia, come diciamo a Catania, dopu c'arrubbanu a Sant'Aita, ci ficiunu i canceddi, b- se si stesse verificando una di quelle occasioni in cui chi è preposto al controllo si dimostra forte con il debole dopo aver dato l'impressione di essere oltre modo debole con i forti, c- se vi sia stata una combinazione di entrambe le circostanze summenzionate. Noi con la tessera siamo stati intruppati (in realtà eravamo in diciotto) nel piano di sopra, mentre gli abusivi sono stati introdotti in quello di sotto: non so quanti fossero, ma non mi parevano molti di più. Il pelato non l'ho visto e penso che non ci fosse. I genoani hanno dedicato uno striscione di saluto agli ultras catanesi: a tutti o a quelli che solo ieri sono stati ammessi nella gabbia degli ospiti? Mistero. La partita? Io l'ho vista solo dal vivo, non ho potuto usufruire del replay e ignoro chi siano gli autori dei goal mancati, soprattutto di quello negli ultimi istanti del recupero: sarebbe valso il pareggio e mi avrebbe salvato la giornata. O si è trattato di un errore di prospettiva? Il bello di questa trasferta è stato che mi sono portato moglie e figli dietro: loro, mentre ero allo stadio, hanno visitato l'acquario. In treno ho spesso contemplato i miei bambini mentre dormivano soddisfatti, almeno loro, di quanto hanno visto in questa domenica speciale. Certo che due punti in quattro partite sono davvero pochi.
Cordialmente,
Marco Tullio