Mi pare si chiamasse così quel programma dedicato alle barzellette, no? Così possiamo chiamare la vicenda che sta attraversando Catania dopo che un gruppo di abbonati rossazzurri ha ottenuto una sospensiva dal TAR Catania che annulla tutti i provvedimenti della cosiddetta giustizia sportiva..
Liberi cittadini di uno Stato che sulla carta, almeno, è di diritto, che non ci sta a passare per delinquente e assassino.
Una serie di barzellette partorite dalla solita intellighentia del Palazzo che, se non fosse per il male che stanno facendo ad una città, alla sua comunità di tifosi e pure all'Italia intera viste le prese di posizioni degli inglesi sugli accoltellamenti di Roma, sarebbero la solita ridicola vergogna di un "potere" che rappresenta in maniera perfetta quel sogno italiano di raggiungere le leve del comando senza alcun merito, senza alcuna preparazione, ma solo per raccomandazioni e parrocchie politiche.
Vediamo un pò di riassumerle qui nella maniera più sintetica possibile.
Immediatamente, non appena le agenzie danno la notizia della sospensiva del TAR, i servi sciocchi, ovvero quei giornali da sempre puliscivetri della FGCI, in ossequio al comandamento del perfetto giornalista italiano (salvo dovute e eccelse eccezioni!) che deve esprimere opinioni (non sue, ovviamente…ma di chi lo tiene al guinzaglio!) e non citare i fatti, fanno scattare puntuale la disinformazione.
Ecco che Catania si dimentica di Filippo Raciti per riprendere come se nulla fosse a giocare al pallone e i suoi giudici altri non sono che tifosi interessati alla questione, in quanto, probabilmente, abbonati pure loro. Insomma, le solite notizie talk show per impietosire l'opinione pubblica che in questo Paese non deve essere disturbata dai fatti, altrimenti rischierebbe di pensare autonomamente…e il pensiero autonomo è pericoloso.
Il tappeto rosso, o meglio roseo, ai loro pardroni, il "Duo Novembre" Abete e Matarrese, è steso e l’impareggiabile coppia, degni dei migliori Albano e Romina o Wess e Dori Grezzi dei tempi d’oro, che in un Paese normale sarebbero sul satellite, ma non in senso di tv digitale, ma proprio spediti materialmente su un satellite residuo dell’Armata Rossa impossibilitato a rientrare sulla terra perché Putin non ha i soldi, non perdono tempo a fare sentire le loro originali interpretazioni.
L'Abete si dichiara addolorato e preoccupato per quello che potrebbe essere un pericoloso precedente e, udite udite, uno smacco a tutti quei poliziotti che ogni domenica rischiano la vita....insomma fossimo a Natale sarebbe l’Abete con tanto di palle, è proprio il caso di dirlo!
Il MaTARrese sepolto da una selva di microfoni, che non servono ovviamente a fargli domande (sia mai!) ma solo per raccogliere indisturbato il suo canto, con la solita risatina sarcastica da buon Vito Corleone dice che non è possibile che adesso il primo TAR che passa di qui si mette a fare sentenze. Oh perbaccolina! Siamo in Italia qui, mica in un paese civile?
Poi colgono la palla in balzo, o meglio, l’assist…non so se volontario o no…dell’Osservatorio per l’ordine pubblico che nega al Catania di aprire le porte dello stadio di Lecce per far intendere , grazie ai loro maggiordomi in penna e taccuino,che alla FGCI nessuno gliela fa, nemmeno quel covo di ultrà in toghe rossazzurre di Zingales & c. .
Quando invece sarebbe bastato un semplice praticante, a stento diplomato, della più squallida scuola di giornalismo italiana per spiegare agli italiani che l’Osservatorio ha solo messo in atto le disposizioni della neo legge Amato sulla violenza negli stadi. Certo provvedimento anche questo fortemente discutibile, ma per nulla in contrasto o, peggio, non ottemperante le disposizioni dei giudici amministrativi che nella sospensiva citavano, per l’appunto, proprio le norme e i divieti imposti dalla legge Amato.
Finisce qui? Noooo…le barzellette sono come le ciliegie: una tira l’altra. Succede, infatti, che ancora lei, il tappeto rosa della FGCI, il supporto per carrozzieri, il foglio più amato dalle massaie d’Italia perché con lui come vengono brillanti i vetri nessuno lo può eguagliare, al secolo la Gazzetta dello Sport pubblica una “indiscrezione” secondo la quale la Federazione sta valutando l’ipotesi di penalizzare il Catania per l’aggiramento della clausola compromissoria qualora fosse provato…udite udite…bada ben bada ben…che calciocatania.com sia il sito ufficiale del Calcio Catania, in quanto reo di aver pubblicato un editoriale dal titolo “Tifosi al TAR” col quale si portava a conoscenza gli utenti al sito dell’iniziativa legale.
Ho messo “indiscrezione” tra virgolette, perché…lo so, quelle sui Carabinieri fanno ridere di più,. ma essendo, in questa storia, coinvolto un tutore dell’ordine che ci ha perso la vita, è fuori luogo. Venendo poi, tale notizia, da quel giornale che, guarda la combinazione, sa sempre tutto in anteprima (sapeva già come finiva per Moggiopoli…sapeva già come avrebbe agito “l’istruttivo” Tosel nei nostri confronti…etc etc!!) e tutto puntualmente si verifica (in quella redazione ci deve lavorare per forza il mago Oronzo che quello che con le sole mani vi può ungere la giacca e la cravatta!!), sarebbe bene chiamare le cose col loro giusto nome: minaccia o intimidazione di stile mafioso!
Se le intimidazioni non bastano ci pensano gli amici al TAR Lazio. Perchè se gli altri TAR, ci ha spiegato il Duo Novembre e tutto lo stuolo di cortigiani, sono covi ultrà, quello del Lazio no! Quello è stato scelto perché è imparziale…mica micio micio bau bau!?
Talmente imparziale e per nulla condizionato dagli inquilini di via Allegri che….udite udite bada ben bada ben…accolgono un controricorso dei legali della FGCI che rimette la palla al centro (è il caso di dirlo!) tentando di bloccare la sospensiva del TAR Catania. Senza che a nessuno di quei giudici, imparziali, sia venuta in mente una cosa che sa pure chi si è laureato in giurisprudenza al CEPU, che è un contro senso giuridico in quanto i due TAR sono uguali e l’uno non può stoppare l’altro…Per cui non serve ad una beata cippa, se non a fissare un udienza di merito per giorno dodici, ossia un giorno prima di quella fissata dai loro colleghi a Catania…Quando si dice la casualità, o meglio l’imparzialità!
Ma a via Allegri, alle mostruosità giuridiche, all’impudicizia impunita e alle figure di cacca, ci sono abituati. Visto che un estate di qualche anno fa sovvertirono perfino il loro stesso ordinamento sportivo inventandosi un quarto giudizio pur di affossare quella Società, quella squadra, quella città che alla fine sanno gliela metterà sempre lì dove c’è quel coso che assomiglia alle loro facce!
Ci sono abituati non solo perché hanno quella faccia sopra citata, ma perché sanno che nessuno li rimuoverà mai dai loro posti. Perché sanno da anni e anni in che Nazione viviamo. Per primi a non far nulla e a rivoltarli compatti, sono i presidenti delle società calcistiche stessi, che poi però ad ogni torto piangono e minacciano il quarantotto…
Ovunque sarebbero corsi ai ripari o comunque si sarebbero aperti interrogativi, discussioni. Perché se ben tre volte, nel corso di questo ultimo ventennio, la magistratura ordinaria a tutti i gradi e livelli da torto ad un sistema vuol dire che è quel sistema che non funziona e non chi vi ricorre. Il ragionamento è di una logica disarmante e non solo a livello di mera discussione da bar, ma anche giuridicamente.
In Italia no. In Italia, come nella politica, nello sport si fanno le guerre sante alla magistratura che osa mettere in discussione la pseudo giustizia sportiva, che se si limitasse a sentenziare su un goal o un rigore non assegnato, sulla squalifica di un giocatore o di un dirigente, sarebbe normale e giusto. Invece ci troviamo di fronte ad una sorta di zona franca, vorrei ricordare espressamente bocciata dal Consiglio di Stato (il massimo grado della giustizia italiana!), che si permette di non iscrivere le squadre ai tornei se si rifanno ad agevolazioni fiscali dello Stato, a sfasciare a proprio piacimento il suo stesso ordinamento per colpire chi non si allinea e a calpestare il diritto e la dignità di migliaia di tifosi che non hanno nulla a che vedere né coi violenti e nemmeno con i meccanismi ipocriti e autoassolutori di questo presunto quarto potere dello Stato che è la Federazione Italiana Giuoco Calcio.