Cugino Malato, Gaspare, Sergio e company, e tutti quelli che hanno ricominciato a parlare di rigori, arbitri, gol validi e non…. Spero solo che stiate scherzando!
Non è neanche passata una settimana dall’orribile tragedia e voi ricominciate a pizzicarvi e a tirar fuori “vecchie beghe”?
Ma la vogliamo finire o no di fare per un attimo i docenti universitari e poi, dopo pochissimo tempo ritornare a fare i bambini d’asilo?
Oggi a Palermo ho visto “in miniatura” quello che avrei desiderato da tempo vedere e quello che mi auguro si possa in futuro vedere. Alcuni bambini di scuole elementari di Palermo hanno sfilato in una sorta di manifestazione anti-violenza con le bandierine rosanero e rossoazzurre, insieme tenendosi per mano. Perché non deve essere possibile fare lo stesso per quelli che si reputano tifosi e non delinquenti?
Giovanni Tedesco, un palermitano purosangue, ha espresso il desiderio di avere come ospiti al Barbera i familiari di Raciti e di offrire la sua maglia al piccolo orfano con l’augurio che questi la possa indossare anche a Catania accanto ai suoi compagni con la maglia rossoazzurra.
Molti qui a Palermo ospiterebbero con piacere il Catania Calcio per le sue partite interne qualora venisse squalificato il Massimino!
Il campanilismo, lo sfottò, la competizione sono il pepe dello sport, ma dei deficienti, degli ignoranti, delle bestie, dei delinquenti hanno trasformato questo pepe in dinamite!
E’ quindi compito dei tifosi veri, dei tifosi sani, cercare di far capire ai potenziali delinquenti che il pepe non deve trasformarsi in polvere da sparo, in dinamite.
Un tempo il campanilismo o la competizione si traducevano nella loro forma più estrema nel rubare la sciarpa, il vessillo dell’avversario! E fin qui questo atto goliardico, a mio avviso, ci poteva anche stare! Quando si è cominciato a bruciare tale vessillo, allora la goliardia si è trasformata in odio, e ciò non è assolutamente accettabile.
E’ giunto il momento di dimostrare nuovamente e maggiormente rispetto per i colori e i vessilli altrui, pur rimanendo ciascuno tifoso della propria amata squadra.
Così personalmente ritengo che per dare un forte segnale agli altri, ai polentoni per comprenderci, o a tutti quelli che vogliono continuare ad emarginare la nostra splendida Sicilia, sia giunto il momento di bandire i cori del tipo …”chi non salta …… è” e di contro urlare i nomi delle nostre tre squadre!!!
Mi auguro che ciò possa avvenire già domenica al Barbera, io almeno ci tenterò!!!