Succede che non entra nessuno nel ristorante fino alle 13:59 (qui comanda Greenwich), poi il fischio d'inizio alla Favorita segna pure l'inizio dell'afflusso delle orde di turisti che ancora devastano le placide sponde di Loch Ness.
Un modo pretenziosamente pseudo-aulico per spiegare come i due gol per me siano stati l'incredula e moderata esultanza di Gomes in attesa del VAR ed Henry e Ceccaroni che si abbracciavano sotto la gradinata, come i "due individui che non si conoscevano per niente" di squalloriana memoria (A chi lo Do Stasera - Uccelli d'Italia 1984). Per il resto ho intuito grande pressing, tanta voglia di mangiarsi il campo, due esterni d'attacco anarchici, soprattutto Insigne, novelli Sacco e Vanzetti senza quella kamaliana di Joan Baez a dedicar loro una delle litanie piu pallose nella storia della musica dal Giurassico in poi, un centravanti financo troppo generoso, piu' alla ricerca dell'assist che della conclusione personale. Insomma un Brunori elevato alla -1.
Note negative l'infortunio di Baniya, la cui faccia, unitamente alle dichiarazioni stemperanti di Dionisi ("Crediamo si sia trattato di una bbbotta" Ispettore Catiponda - Padre Maronno episodio 4), non promette nulla di buono e l'incredibile duetto "la prendo io, la prendi tu, poi infine vidi che la prese Vido" con protagonisti ancora il turco Baniya ed il greco Nikolau, due amiconi che a Cipro farebbero coppia fissa e che ogni tanto si lasciano andare a questi scherzi di merda.
La novita' del secondo tempo e' che non abbiamo ceduto mentalmente come usualmente capita a chiunque indossi questi colori dai tempi di Withaker e Lipton, abbiamo amministrato abbastanza agevolmente il risultato e alla fine esultato come avessimo vinto il premio Freud 2024. Ci sta. Come ci sta pure che questi cazzo di miei clienti aspettino diligentemente alla porta che qualcuno gli vada a dare un tavolo (davanti l'apposito cartello posto su leggio e segnalato da frecce luminose) piuttosto che fare di testa propria, muovere sedie e panche ed organizzarsi la festa da soli. Ma questa e' un'altra storia, triste come la faccia dell'ex-idolo Matteo, che voleva andare in A, ma la A non lo sapeva e rimase a Palermo a fare da riserva a Henry ("L'unico che stonava nel gruppo era questo cacacazzo di francese che ci tormentava" Guatemala -Tocca l'Albicocca, 1985).
Inizia una domenica senza Palermo e con un centinaio di ARANCINE PALERMITANE da fare, per puntare poi a far ingozzare i clienti irrispettosi, che l'intossico scisonico li colga. Tutti a Mantova per capire qualcosa in piu' di questo Palermo. E della vita in generale.