Dal giorno in cui Baldini ha dato le dimissioni, sino ad oggi, il Palermo è stato letteralmente rivoltato come un calzino. I nomi dei nuovi arrivati li sapete tutti, è inutile elencarli. Nella nuova rosa dei probabili titolari, tra già arrivati e in arrivo, gli unici superstiti rimasti della felice cavalcata vincente dei playoff sono Buttaro e Brunori. E non so se prima di giorno 31 rimarrà la sola punta come unico baluardo rimasto del vecchio gruppo.
Vero è che il giudice supremo della bontà del lavoro svolto da questa dirigenza sarà il campo e non ci saranno appelli. Però, ancora una volta mi sto chiedendo quale sia stato il senso dell’abbandono di Baldini. Qualsiasi allenatore, qualsiasi direttore sportivo, qualsiasi tecnico del settore ma anche qualsiasi addetto ai lavori o anche semplice tifoso che mastica un po’ di pallone non avrebbe difficoltà a certificare che per cifra tecnica tra il Palermo di Baldini e il Palermo di oggi ci sia un abisso. E qualsiasi allenatore, esperto o meno esperto che sia, se gli si chiedesse di vincere la B e scegliere tra la rosa di Baldini e la rosa attuale non avrebbe alcun dubbio a scegliere quella nuova. Tutti tranne uno evidentemente perché Baldini voleva stupire il mondo, con qualche correttivo naturalmente, ma mantenendo il vecchio gruppo. Ora io non so fino a che punto lui possa essere convinto che la B la si può vincere anche trattenendo i Giron, i Dall’Oglio, i Lancini, i De Rose, ecc. ma voleva essere al centro del progetto, voleva cioè avocarsi tutti i meriti dell’eventuale riuscita dell’impresa, mentre un eventuale Palermo vincente seguendo il modello City (cioè: ciurma nuova) non avrebbe creato il giusto risalto al suo lavoro.
A più riprese, durante i playoff ma anche durante le gare di campionato, Baldini disse di amare profondamente Palermo e i palermitani. Ma questa cosa non mi pare sia molto in sintonia con la sua sortita di abbandonare la nave mentre era in alto mare. I successi e le ambizioni della proprietà, che poi sono quelli della nostra squadra, avviluppate in un atto di narcisismo incomprensibile dove a lui e solamente a lui sarebbero dovuti andare tutti gli eventuali meriti dell’impresa.
Convinto che Corini si stia stropicciando le mani per la dabbenaggine del suo collega che ha mollato una panchina invidiata da non so quanti suoi colleghi (anche allenatori affermatissimi di serie A avrebbero fatto carte false per venire a Palermo), io ringrazio Baldini per il lavoro svolto fino a pochi mesi fa, tanti saluti, buona fortuna, inutile aggiungere che mi aspettavo un po’ più di equilibrio mentale e chiudo dicendo che l’atto di presentare le proprie dimissioni sia stata l’ultima cosa buona che hai fatto, la ciliegina sulla torta, l’ultimo tuo regalo alla città di Palermo.