Autore Topic: 23 Giugno  (Letto 3052 volte)

Offline Marco Tullio

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  • La continuità nella discontinuità
23 Giugno
« il: 23 Giugno 2021, 11:07:30 pm »
Sono passati sei anni dalla vergogna: quella volta era un martedì, oggi è un mercoledì. Il bancarottiere imbroglione si starà godendo i frutti del malaffare, mentre il Calcio Catania sta agonizzando per colpa sua e rischia seriamente di sparite: verrà i tuttavia anche il suo momento prima o poi.
Nuovo Catania, nuovo nome

Offline bua

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Re:23 Giugno
« Risposta #1 il: 01 Luglio 2021, 02:18:45 pm »
Chi incubo atroce.
Solo adesso riesco a rileggere i giornali dell'epoca e mi rendo conto come quella vicenda, al di là del fatto che la truffa sia andata o meno a buon fine, hanno dimostrato come la nostra fiera convinzione di aver trovato un gestore illuminato capace di gestire in modo moderno la società, costruendo qualcosa di duraturo, era solo un'illusione.

Offline vasco

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Re:23 Giugno
« Risposta #2 il: 04 Luglio 2021, 09:28:58 pm »
Eppure "gestore illuminato" lo è stato per un bel lasso di tempo. A mio modo di vedere i casi sono due: o lui agiva per conto di altri, il vero gestore illuminato, di cui non sapremo mai e che ad un certo punto ha deciso di mollare lasciando il nostro da solo con la sua vera "natura". Oppure le sue vicende imprenditoriali si sono riversate sul Catania, che a partire da un certo momento è rientrato in un giro di cui non sapremo mai. Ricordiamo sempre che nessuno mai avrebbe immaginato la retrocessione del Catania ed il modo in cui è maturata, con quelle partite perse; copione che si è ripetuto l'anno successivo in B.
Ora però un Gestore Illuminato serve veramente: per sfruttare TdG anziché considerarla un peso; per fare scouting serio, non solo per comprare e vendere per le provvigioni ma per valorizzare nel Catania giocatori giovani e di talento; per superare il periodo della "pandemia" e puntare a far rinascere una squadra che ha un bacino di tifosi molto più ampio di tante società che oggi militano in serie A e B.

Offline bua

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Re:23 Giugno
« Risposta #3 il: 05 Luglio 2021, 03:40:13 pm »
Eppure "gestore illuminato" lo è stato per un bel lasso di tempo. A mio modo di vedere i casi sono due: o lui agiva per conto di altri, il vero gestore illuminato, di cui non sapremo mai e che ad un certo punto ha deciso di mollare lasciando il nostro da solo con la sua vera "natura". Oppure le sue vicende imprenditoriali si sono riversate sul Catania, che a partire da un certo momento è rientrato in un giro di cui non sapremo mai. Ricordiamo sempre che nessuno mai avrebbe immaginato la retrocessione del Catania ed il modo in cui è maturata, con quelle partite perse; copione che si è ripetuto l'anno successivo in B.
Ora però un Gestore Illuminato serve veramente: per sfruttare TdG anziché considerarla un peso; per fare scouting serio, non solo per comprare e vendere per le provvigioni ma per valorizzare nel Catania giocatori giovani e di talento; per superare il periodo della "pandemia" e puntare a far rinascere una squadra che ha un bacino di tifosi molto più ampio di tante società che oggi militano in serie A e B.

Beh,
difficile interpretare i  motivi del cambiamento di Pulvirenti. Escluderei la leggenda del prestanome.
Probabilmente Pulvirenti è sempre stato uguale a se stesso (penso alle vicende di cronaca che lo hanno coinvolto quando era ancora direttore di un supermercato) molte risposte potrebbe darle il processo per il crack WJ, visto che nelle accuse si dice che la compagnia aveva i conti taroccati già nel 2003, il che significherebbe che i risultati successivi sarebbero frutto anche di doping finanziario...

Probabilmente a un certo punto ha perso contatto con la realtà e non ha saputo poù sceglire i collaboratori giusti, o si è voluto prendere la ribalta. Sicuramente non ha capito quando il suo tempo era finito ed era il momento di vendere, il che è anche umanamente comprensibile per uno che ha costruito un impero e se lo vede sfuggire di mano.
Certo che tutte le sue aziende hanno fatto la stessa fine.

Oggi non basterebbe un gestore illuminato, ci vuole un corposo (e rischioso) investimento di partenza, perché in C non ci sono introiti e non è facile vincere.





Offline vasco

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Re:23 Giugno
« Risposta #4 il: 14 Luglio 2021, 12:54:56 pm »

Oggi non basterebbe un gestore illuminato, ci vuole un corposo (e rischioso) investimento di partenza, perché in C non ci sono introiti e non è facile vincere.


Vero, non un "gestore illuminato" ma un "investitore" illuminato, consapevole del suo investimento e di come trasformarlo in utile.

Le società come Sassuolo, Atalanta, Empoli, Udinese (che hanno un bacino di tifosi inferiore al Catania) dimostrano che un progetto sportivo ben congegnato ed una buona gestione fanno recuperare l'investimento in tempi rapidi ed ottenere utili cospicui.
Quando si vende ogni anno un giocatore a 40 mln di euro, altro che rientro dell'investimento iniziale. Ovviamente la condizione è salire di categoria rapidamente (ma qui valgono le leggi "aleatorie" dello sport) e gestire bene le risorse a disposizione.

Offline bua

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Re:23 Giugno
« Risposta #5 il: 15 Luglio 2021, 10:55:08 am »
Purtroppo la coperta è corta.
Il nostro caso è particolarmente grave perché siamo in C, non in A come gli esempi che hai citato. Il bacino di utenza non basta.
Non è per nulla facile fare una plusvalenza da 40 mln, un fardello di debiti così cospicuo per forza di cose non permette di investire sul rilancio, persino Tacopina, che parlava di 40 mln da investire  in 4 anni, ha detto chiaramente che ha rinunciato perché senza la riduzione del debito al di sotto di un certo livello non avrebbe potuto finanziare il rilancio.
Senza riduzione, lo disse ancora prima, è un investimento senza senso.

Vivacchiare in C poi non è possibile. Per restare in tema di citazioni, quando Lo Monaco aveva interesse a dire la verità, spiegava che in C si  va in rosso sempre e comunque; in B, se sei bravo, vai in pari; in A puoi guadagnare.
Ci vorrebbe un colpo di fortuna come quello del Trapani, che salì senza società, ma poi bisognerebbe dare un seguito, cosa che i granata non seppero fare e che non è comunque facile fare.

Al di là delle potenzialità come numero di "clienti" che il nuovo investitore potrebbe avere, con la cifra che servirebbe oggi per prendere il Catania si potrebbero acquistare club come Torino e Genoa che, al di là della nostra megalomania autoreferenziale, non hanno nulla da invidiarci.

Offline vasco

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Re:23 Giugno
« Risposta #6 il: 15 Luglio 2021, 12:39:44 pm »

Al di là delle potenzialità come numero di "clienti" che il nuovo investitore potrebbe avere, con la cifra che servirebbe oggi per prendere il Catania si potrebbero acquistare club come Torino e Genoa che, al di là della nostra megalomania autoreferenziale, non hanno nulla da invidiarci.

Certo, un po' (o molto, a seconda dei punti di vista) megalomani noi catanesi lo siamo. E non c'è dubbio che l'affarista di turno guardi a situazioni economiche più semplici di quella del Catania, dove è possibile remunerare l'investimento in tempo breve ed andare via.
Mi fa sorridere il possibile nuovo proprietario della Spal quando dice che vuole far conoscere la squadra di Ferrara negli Stati Uniti. Questo aveva per le mani il Venezia, squadra di una città conosciuta in tutto il mondo ed oltre, e l'ha mollata (anche se in buone condizioni economiche) dopo aver portato a compimento il suo affare.

Proclami di affaristi che, a mio parere, è meglio perdere che trovare.
Credo che tutti siamo consapevoli che quella del Catania non è una situazione semplice da affrontare: occorrono molti soldi, per debiti pregressi e per salire rapidamente (al netto dell'imprevisto insito nello sport) di categoria.

Ma a quel punto l'investimento nel Catania può diventare stabilmente molto redditizio (come in effetti era fino all'avvento della follia), a patto di saperci fare affidandosi a professionisti di prim'ordine, potendo contare su strutture ed un bacino di tifosi che nulla ha da invidiare (e qui non c'è megalomania ma solo il realismo della storia del Catania) ad altre piazze d'Italia.

Offline bua

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Re:23 Giugno
« Risposta #7 il: 15 Luglio 2021, 02:12:06 pm »
Sicuramente Tacopina avrebbe tentato la solita sua operazione: risanare e rivendere, tipo quelli che ristrutturano le catapecchie e le vendono facendoci una plusvalenza.
Per noi sarebbe andato più che bene, anche perché finora ha sempre rivenduto a gente affidabile, e non ha fatto fallire nessuna società.
Certo, di palle ne racconta, d'altra parte ricordiamoci Gaucci che promise di non andarsene prima di averci portato in Champions:-)