Bisogna lavorare alacremente su questo ragazzo perché vedo in lui un piccolo Dybala. Ha tutte le qualità per ricalcarne le orme. Parole e musica di Roberto Boscaglia.
Ed io ci credo perché sin dalla sua partita di esordio al Berbera vidi in Andrea Silipo un giocatore di ben altra categoria.
Traggo spunto da questo pensiero, condivisibile, per affrontare il problema del palermitano medio nel rapporto con la squadra di calcio gestita da gente del luogo.
I commenti che si possono leggere per ora in rete vanno dal netto “Mirri spilorcio niasci i picciuli” al più propositivo “Mirri morto di fame, vendi e vatinni”. Fra i motivi per cui Mirri viene apostrofato in siffatta gentile maniera c’è proprio Silipo ovvero le modalità di acquisto del giocatore.
Silipo è stato acquistato per intero con la clausola, fondamentale, che se entro un determinato periodo (2-3 anni, non sono certo) la Roma vuole riprenderselo, lo ricomprerà automaticamente senza che il Palermo possa opporsi.
Per i fustigatori di Mirri, vedove di Zamparini o ferventi sostenitori del “nemo propheta in patria” che siano, questo è un chiaro segnale che il nipote di Barbera “picciuli unn’avi o unni vuoli spianniri”. Sostengono essi quindi che Silipo non sia del Palermo e che, in definitiva, si lavorerà per fare un favore alla società di origine. Cosa che, strillano le vedove, non succedeva in passato.
Beh, direi che si debba partire dal concetto, primitivo, che siamo in serie C, in D fino allo scorso anno, proprio grazie al compianto e alle sue operazioni di bilancio che vedevano arrivare campioni come Balogh non in prestito, ma per intero, alla cifra di 1,4 milioni (valore puntualizzato dal presidente ungherese dopo avere letto certe cose sui giornali...), che a bilancio poi diventavano per magia più di 5. Siamo in C, dicevo, forse siamo quelli che in questa categoria “pesano” di più insieme al Bari, ma se arriva il Lecce e ci dice di attaccarci al bip per riavere Felici, non abbiamo nulla da fare, perché oggi il Lecce o l’Entella pesano 10 quando noi al massimo pesiamo 3.
Alle vedove o agli smemorati o, meglio ancora, agli strisciati che frequentavano solo la serie A per ovvie ragioni e oggi sono ritornati a gettare fango sul Palermo, andrebbe poi ricordato che ogni giocatore che arrivava a Palermo, pagando milioni per il cartellino, in realtà era del Palermo solo federalmente, ma era nella piena disponibilità del de cuius, che provvedeva a metterlo sullo scaffale commercialmente più adatto e iniziava ad abbanniare al primo gol o assist fatto più o meno in questa maniera: “Venghino siori, venghino in questa pubblica piazza, ad ammirare le mirabilie di questo giovine da me personalmente scoperto durante uno dei miei viaggi in terra slava. Oggi lo do per 10 milioni, ma domani, il nuovo Ibrahimovic, va via a non meno di 20. Approfittate dell’offerta!”
Concludendo: Silipo può fare grandi cose, se così farà ritornerà alla Roma, ma nel frattempo, magari, il Palermo, grazie anche alle sue doti, risalirà un altro gradino ed Entella e Lecce inizierà a guardarli più o meno sullo stesso piano.
Non ci vuole molto a capirlo. Basta un po’ di cervello e tanta buona fede.