Casorezzo (MI), 30 Novembre 2018
Carissimi,
intensa intervista di Vagliasindi a Carlo Breve:
V. "Allenerebbe il Catania?"
B. "Che cosa ho meno di Rigoli?"
V. "Lei da giocatore è stato una bandiera dell'Acireale; non teme che i tifosi granata potrebbero ritenerLa un traditore?"
B. "Ma se avessi giocato nel Monza, nessuno avrebbe avuto da ridire se fossi passato al Milan o all'Inter. E dire che l'inutile provincia di Monza-Brianza sono riusciti pure a istituirla".
V. "Crede che, se fosse stato al posto di Sottil, avrebbe potuto fare meglio?"
B. "Non saprei: il progetto dichiarato del Catania è molto ambizioso. Ad Acireale sono stato sollevato dall'incarico perché - ha detto il presidente Cannavò - non avrei raggiunto gli obiettivi prefissati. Non sono ancora riuscito a capire quali fossero. Al posto di Sottil sentirei una forte pressione: se non sono stato in grado di accontentare il parsimonioso presidente di una squadra di serie D che dal suo campionato non potrebbe aspettarsi niente più che una tranquilla salvezza, mi chiedo che cosa avrei potuto fare a Catania, dove non si ammette nessun altro risultato che la promozione in B".
V. "Reputa che il Catania sia stato danneggiato dal mancato ripescaggio in B anche nella gestione di questa stagione in serie C?".
B. "Hai voglia! La giustizia sportiva, con i suoi continui e irragionevoli rinvii, ha aiutato la Lega B a mettere tutti dinanzi al fatto compiuto, con il risultato che alla fine è stato lasciato il format a 19 squadre con la sfacciata motivazione che bisognava salvaguardare i campionati in corso".
V. "Che cosa augura al Catania?".
B. "Non lo dico per piaggeria, ma la B è il minimo".
V. "Che cosa augura all'Acireale?".
B. "Di risolvere i suoi problemi, sportivi e societari, e non mi faccia dire altro".
V. "Allude alla questione degli emolumenti da versare ad alcuni ex giocatori granata?".
B. "La prego, non insista".
V. "Che direbbe se tra qualche giornata il presidente Cannavò la richiamasse alla guida dell'Acireale?".
B. "Sarebbe più duro per lui proporlo che per me accettare, visto che mi ha rinfacciato di non essermi dimesso".
V. "Per concludere: che cosa pensa di me come giornalista?".
B. "Lei è un giornalista sportivo che si occupa di realtà locali con innegabile competenza e con singolare impegno e pertanto è naturale che Lei abbia finito per simpatizzare dichiaratamente per la squadra che segue per ragioni professionali, tanto più che si tratta della rappresentativa della città in cui vive, ma si lasci dare un consiglio spassionato: non si faccia tirare per la giacchetta da giornalisti improvvisati e da improbabili conduttori di trasmissioni sportive amatoriali, per non parlare di siti sgangherati e muri diroccati. Loro hanno tutto da guadagnare e Lei solo da perdere".
Vi assicuro, palora mia, che è tutto vero, in quanto me lo ha riferito il cugino della moglie dello zio del cognato del custode del condominio in cui vive Carlo Breve. Ciao,
Marco Tullio