Mi associo a Marco Tullio e condivido il suo post.
Siracusa è una città bellissima. Quando posso, la rivedo volentieri e in tante occasioni ho accompagnato i miei ospiti sia italiani sia stranieri nei loro giri turistici. Visitare la Sicilia e non visitare Siracusa è come una contraddizione.
Detto questo e confermata la mia passione per la città, passiamo al calcio, che è un’altra cosa, infatti Siracusa non ha mai avuto una diretta corrispondenza tra il prestigio della città e la tradizione calcistica. Questo poco importa, perché ogni squadra ha una storia, a prescindere dalla categoria, ma credo che i fatti di ieri siano inaccettabili e debbano essere rivisti con una lente di ingrandimento, per sottolineare quanto sia assurdo giocare una partita di calcio con un condizionamento ambientale di questo tipo. Direi la medesima cosa se tali fatti succedessero a Catania.
Io credo che il prepartita abbia condizionato i giocatori. Ovviamente il Siracusa sul campo non ha rubato nulla e ha meritato di vincere, perché non ci sono state irregolarità, né errori in mala fede né in buona fede. Il Catania non ha sfruttato le proprie occasioni e il Siracusa ha ottenuto il massimo con l’unica occasione possibile. Il calcio è bello anche per questo e vincere così non è un demerito. Insomma, per me la fortuna non esiste e vedo il calcio come un gioco (sul campo) in cui la capacità tecnica non può prescindere dal carattere, dalla generosità, dal collettivo e dal concetto di squadra. Quindi, la squadra meno attrezzata tecnicamente ha avuto l’occassione di vincere. Se non fosse così, il calcio sarebbe uno sport poco appassionante.
Dopo la premessa, riprendo la mia opinione su quanto è successo prima della partita. Io credo che questi episodi incidano e non poco, perché giocare in un contesto ostile, influisce sulla concentrazione e subire un condizionamento personale, aumenta lo stress. Gli errori sotto porta sono stati evidenti e certamente sono solo demerito dei giocatori, ma una minima parte può dipendere dall’ambiente e dallo stato d’animo dell’atleta, come quando il tennista non riesce ad accompagnare uno smash a causa del braccino.
Ma queste sono solo supposizioni, che potrebbero essere viste come mancanza di sportività e incapacità ad accettare la sconfitta, oppure scusanti o giustificazioni. Niente di tutto questo.