Credo inevitabile parlare di condizione fisica nel primo mese di campionato. Fa parte del gioco e fa persino parte degli alibi accettati.
Come ho già detto, io non so quanto sia forte il catania in relazione alle altre squadre. So solo che è una squadra costruita con criterio e con tutti i ruoli coperti. Vedremo, tuttavia, se il giocattolo funzionerà. Inoltre, non so quali siano gli obiettivi annuali della Società, posso solo continuare a seguire la mia squadra e condividere le idee dopo aver visto una partita.
In ogni caso, piaccia o no, il Catania è in perfetta media inglese, ancora imbattutto, nonostante tre partite di fila fuori casa, una squadra totalmente nuova (eccetto Calil e in parte Bastrini) e nonostante una penalizzazione che incide sulla classifica e un po' sul morale.
E ora riprendiamo il discorso sulla condizione fisica.
Posto che si tratta di uno dei temi centrali nel lavoro di una squadra professionistica (ma lo sappiamo tutti, anzi, quasi tutti), lo stesso Rigoli in più di una circostanza ha sottolineato quanto siano inferiori al potenziale le prestazioni di alcuni giocatori che hanno bisogno di tempo (oltre alla forma fisica, ha fatto anche un discorso - che non condivido - sulla lingua straniera), riferendosi proprio ai calciatori che hanno reso nettamente al di sotto dello standard della squadra: Da Silva e Drausio Gil. Su Drausio Gil si è persino sbilanciato e auspica un futuro in categorie superiori (ascoltate l'intervista di ieri).
Inoltre, se una squadra gioca con il 4-3-3 e per questioni tecniche ha la necessità di fare un calcio propositivo, c'è bisogno di tempo per avere un giusto equilibrio tra corsa e tecnica (se vuoi un centrocampo composto da Scoppa, Biagianti e Da Silva, ci vuole anche un po' di corsa e non solo tecnica, perché gli altri hanno onesti medianacci che ringhiano).
Insomma, forse è un argomento secondario, ma è ragionevole parlare anche di condizione fisica.