Casorezzo (MI), 7 Febbraio 2016
Caro Vasco,
l'illecito ha fatto irruzione con prepotenza nella nostra vita di tifosi e da quel momento il calcio giocato appare un'idea astratta, se non una pia illusione. Per otto anni ho potuto alzare la mia bandiera sulla cima dell'Olimpo e qui dove vivo ho dato un grande fastidio, perché l'omologazione spadroneggia e non tifare per una squadra della triade è avvertito come una provocazione insopportabile. Ai tempi della C e delle B, quelli precedenti ovviamente, tifare il Catania era visto come qualcosa di folcloristico di cui sorridere bonariamente, ma quando è venuto il nostro tempo, allora la percezione che ho avuto è che si sperava da ogni parte che fosse qualcosa di effimero. Ma non è stata una gloria caduca come ci si aspettava. Io sapevo che non sarebbe durato in eterno, ma ero pronto alla prospettiva di vivere di bei ricordi e dire un bel "SU.KA" ai malevoli. Purtroppo c'è stato dell'altro accanto all'insuccesso sportivo e devo sopportare che i maligni si prendano finalmente la loro soddisfazione. E tutto questo grazie alla follia di Pulvirenti, che osa parlare di momento di debolezza imposto dall'ambiente ostile: Pulvirenti ci ha dato la gloria, Pulvirenti ci ha dato l'infamia. "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo". Ciao,
Marco Tullio