Autore Topic: L'uomo giusto al posto giusto.  (Letto 3790 volte)

Offline MALATO PO CATANIA

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L'uomo giusto al posto giusto.
« il: 03 Marzo 2015, 12:34:13 pm »
"Un buon leader può tirare fuori il meglio da truppe con capacità scarse. Al contrario, un leader incapace riuscirà a demoralizzare anche gli uomini migliori..."
 (John Joseph Pershing)

Pulvirenti, fatti una cultura........

Offline U mastru

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Re:L'uomo giusto al posto giusto.
« Risposta #1 il: 03 Marzo 2015, 01:25:00 pm »
"Un buon leader può tirare fuori il meglio da truppe con capacità scarse. Al contrario, un leader incapace riuscirà a demoralizzare anche gli uomini migliori..."
 (John Joseph Pershing)

Pulvirenti, fatti una cultura........
Cos'è, un elogio postumo alla buon'anima? ::) ::) ::)
"U Mastru"

Offline FUODDI pu Paliermu

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Re:L'uomo giusto al posto giusto.
« Risposta #2 il: 03 Marzo 2015, 02:15:23 pm »
"Un buon leader può tirare fuori il meglio da truppe con capacità scarse. Al contrario, un leader incapace riuscirà a demoralizzare anche gli uomini migliori..."
 (John Joseph Pershing)

Pulvirenti, fatti una cultura........

Cugino scusami, ma vorrei capire...
Sai che io sono uomo di poca cultura e quel pochino di sapere cerco di apprenderlo da te, degno rappresentante dell' Intelligentia d'Oriente, che si nutre della fertilissima terra lavica!


Toglimi una curiosità, ma chi sarebbero il "buon leader" e "gli uomini migliori"?

Il leader autoctonamente incapace e le truppe scarse li conosciamo tutti  ::) ::) ::)

Offline vasco

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Re:L'uomo giusto al posto giusto.
« Risposta #3 il: 03 Marzo 2015, 02:21:48 pm »
Ma Pulvirenti fino a 2 anni fa questa cultura l'ha avuta. E non c'è dubbio che Cosentino era ritenuto il leader giusto per arrivare in alto. La colpa vera che a mio parere si può imputare a Pulvirenti è quella di non aver tratto le naturali conclusioni l'anno scorso (la svolta mammoriana, per citare Gaspare, con l'incredibile promozione ad AD del procuratore Argentino). A lui non si chiede di essere un manager esperto di calcio, ma un Presidente, uno che sceglie i collaboratori giusti (quelli sì esperti e con capacità di ledearschip) che devono organizzare e gestire tutte le attività della socitetà per conseguire i risultati programmati. Questa cultura e questo modello organizzativo ha portato il Catania a grandi risultati per la nostra realtà, risultati che avrebbero potuto essere duraturi (anche con in mezzo qualche retrocessione) se si fosse mantenuto quel modello.
 
Queste cose dette da Gasparin ai primi di Ottobre sembravano le dichiarazioni di uno interessato, a prendersi una rivincita, a tornare, quando invece era l'analisi seria di un manager di grande esperienza che conosce profondamente il calcio e le sue dinamiche e che, secondo me, è rimasto sinceramente legato a Catania e al Catania, di cui ha sempre parlato con grande rispetto, a partire dal Presidente. E con questo non voglio concludere che il manager riccioluto era perfetto o che sarebbe stato la soluzione ai guai del Catania, ma gli va riconosciuto che seppe gestire con un'abilità rara (da buon leader) il passaggio di consegne dal "padre fondatore" Lo Monaco, senza stravolgere nulla (e va considerato che erano cambiati insieme AD e l'allenatore, cosa che altrove aveva avuto come conseguenza risultati disastrosi) e, anzi, migliorando alcuni aspetti (la comunicazione) tanto che a me sembrava che il Catania appartenesse ad un'altra realtà, molto diversa da quella siciliana.

Tornando ai nostri giorni, a fine campionato, conseguito l'obiettivo salvezza (che NON DEVE SFUGGIRE al Catania) dovrà essere questo il punto da cui partire per ricostruire. Cosentino non è in alcun modo proponibile ad una piazza che, da quando c'é lui, ha vissuto solo amarezze e delusioni. Perché è vero che in campo non ci va Cosentino o non è lui a stare in panchina o sul campo di allenamento, ma in un'organizzazione tutto si tiene, e se esistono difetti all'origine poi essi si ripercuotono su tutto il resto. Essere pervicaci da un certo punto in poi non è una qualità ma un difetto: ad es. al 16° infortunio muscolare, a novembe circa, il dubbio che qualcosa non quadrava doveva sorgere ed era quello il momento per intervenire, come si era intervenuti mandando via alla terza giornata Pellegrino, evidentemente "muro basso" rispetto a Ventrone, dal passato prestigioso e dal sontuoso stipendio. Ora da Neri si pretenderebbero i miracoli, ovviamente impossibili, e se non dovessero arrivare,  alla fine, nonostante 28 infortuni muscolari, qualcuno dirà che la colpa non era di Ventrone. Ecco cosa vuol dire un'organizzazione debole all'origine. E questo secondo me è il senso della frase di Pershing (maestro di comando statunitense) citata da Malato.

A fine stagione, a salvezza conseguitta, si dovrà tornare sulla strada maestra che aveva prodotto grandi risultati, perchè se, come ripete Pulvirenti il Catania è stato costruito per stare nelle serie maggiori (lui dice in Serie A), ciò è vero se si rispettano i criteri con cui è stato costruito e che hanno funzionato anche senza Lo Monaco che lo aveva costruito. Su questo Pulvirenti si giocherà tutto il resto della sua credibilità.



Offline MALATO PO CATANIA

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Re:L'uomo giusto al posto giusto.
« Risposta #4 il: 03 Marzo 2015, 02:37:04 pm »
Citazione
Cugino scusami, ma vorrei capire...
...Sai che io sono uomo di poca cultura e quel pochino di sapere cerco di apprenderlo da te, degno rappresentante dell' Intelligentia d'Oriente, che si nutre della fertilissima terra lavica....

Ti sei risposto da solo..... ::) ::) ::) ::)