E' stata una bella serata e un dibattito interessante. Oltre a quello che potete leggere qui:
http://www.ilfattoweb.it/2014/11/presentato-catania-libro-pippo-russo-gol-rapina-lato-oscuro-calcio-globale/e vedere qui:
https://www.youtube.com/watch?v=jWs0pZSpX1U&sns=fbvi posso raccontare di un acceso botta e risposta fra Andrea Lodato e Alessandro Russo, nipote di ngelo Massimino e fratello di quell'Angelo Russo che ha retto le sorti del Cataia, insieme aigli altri eredi del Cavaliere, fra il 1996 e il 2000, che era fra il pubblico.
Lodato si è visto rimproverare la linea del quotidiano locale, che secondo Russo non è altro che la voce della società Calcio Catania, mentre un giornalista dovrebbe raccontare la verità, nella fattispecie informare sugli infortunati, sullo stato di salute della squadra, e non di fantomatici "retroscena" come telefonate supposte o inventate fra i dirigenti dopo le sconfitte o dei tatuaggi del presidente. Lodato ha ammesso di aver dovuto spesso rendere conto dei titoli dell'inserto sportivo ai vertici del Catania con cui vanta un filo diretto. Ha detto che come in passato ha sostenuto Lo Monaco quando in molti sedicenti tifosi gli dicevano "meglio a Gangi che con lui" perché era sicuro che fosse la persona giusta per ottenere risultati. Oggi pensa che Cosentino probabilmente non è adeguato perché la squadra dimostra di non avere "governance", ma sostiene ugualmente la società perché a Pulvirenti non c'è alternativa.
Degli attacchi a Massimino, cui l'alternativa fu costruita a suo tempo artificiosamente con risultati disastrosi (vedi le gestioni Coco e Attaguile), non si sente responsabile in quanto ai tempi non c'era. Comunque ha ammesso che si fecero degli errori, come quello citato dall'altro ospite, il giudice Mirabella, che ha ricordato di appelli da parte della stampa ai tifosi a non andare allo stadio.
Vero è che allora non si parlava di A, ma è anche vero che allora non si poteva contare sui solldi delle pay-tv ma solo sulla liquidità del presidente, che dipendeva dalle sue altre attività.
Sui fondi il pensiero di Pippo Russo (solo omonimo del nipote del presidentissimo) è semplice: l'economia che si è creata attorno al calcio ha origine nelle pay-tv, che coprendo i club di denaro li hanno resi appetibili a magnati i cui denari sono di dubbia provenienza. Di alcuni fondi si conoscono i finanziatori, come Abramovic, di altri non si sa nulla.
Si sa solo che gli interpreti sono operatori di mercato che non sono rivali, ma soci intenti a spartirsi la torta fatta non solo delle grandi operazioni tipo Falcao, ma soprattutto di piccole compravendite senza senso (tipo un giocatore del chievo acquistato a giugno 2013 e con cui sla società ha rescisso dopo mneno di un mese, pagando la relativa buonuscita, o quell adi Freire). In pratica si è creto un flusso di denaro che non ha l'obiettivo di far crescere il movimento calcio, ma di drenare quei soldi all'esterno del movimento. Allargandosi il giro dei calciatori "affittati" dai fondi non solo le società si troveranno limitate nella propria programmazione perché non potranno decidere autonomamente quando cedere i propri giocatori, ma c'è il rischio che i padroni dei fondi si possano controllare direttamente risultati sportivi. Insomma, si tratta di movimeti che si muovono nella zona grigia dell'economia globale, densa di vuoti legislativi, ma a ben guardare probabilmente l'illegalità verrebbe fuori se solo la si cercasse.
Capitolo Cosentino: in Argentina lo conoscono solo per il triste episodio dell'overdose di Maradona, dal quale è comunque uscito pulito. Certamente la qualità dei giocatori portati a Catania da lui di recente e inferiore a quelli dei giocatori portati in passato. La domanda che tutti si fanno è come mai sia stato promosso dopo una retrocessione e se sia licenziabile, ma di questo ne abbiamo discusso ampiamente.
Concludendo un dibattito interessante e acceso, come dovrebbe essere sempre per crescere.