Nella vita quello che conta è vincere.
Perché vincere è il senso di ogni sfida.
Ma c’è una grande differenza tra vincere e vincere davvero.
Per vincere davvero, bisogna evitare scorrettezze e slealtà,
perché tolgono valore a una vittoria.
Una vittoria non è una vera vittoria
se chi perde può recriminare qualcosa.
Per vincere davvero bisogna lasciare agli avversari
solo il tempo per applaudire
Questa è l’headline del sito cartellinoviola.it, patrocinato dalla Mazda e dalla Fiorentina, citata "da anni sostenitrice del fair play".
Allora: al di la di tutto quello che ho letto, io assolvo Amaurì. Non può bastare un gesto di bieco istinto, ponderato per un solo micronanosecondo, a cancellare tutte le gioie e tutte le emozioni che il più fine ed elegante centravanti che ha vestito la maglia rosanero ha regalato ai suoi appassionati tifosi. Io già penso a tutto il suo travaglio interiore dopo essersi reso conto che la palla era andata in rete, che i compagni si appressavano per festeggiarlo, che lo stadio era esploso in un boato fragoroso per un gol che sboccava una gara difficile, un gol che poteva valere la salvezza, un campionato intero. In quei 5, 10, 15 secondi successivi al gol si è trovato a decidere quale strada prendere: quella della lealtà sportiva che poteva costargli la stima della sua attuale tifoseria, il suo futuro più prossimo a Firenze dove sarebbe diventato difficile anche camminare per strada con la propria moglie e i figli accanto (Brienza a Reggio Calabria docet); oppure prendere la strada della furbizia, dell’inganno, mettere al sicuro la sua gara ma poi andare incontro alle ire del giudice sportivo (tre giornate di squalifica almeno), l'inevitabile jaccuse dei suoi vecchi tifosi che fino a pochi secondi prima della gara non avevano mancato di testimoniargli il loro affetto, la gogna mediatica che inevitabilmente l’avrebbe colpito e l’avrebbe accompagnato per tutto il resto del campionato.
Non era facile per Amaurì scegliere quale decisione prendere, probabilmente si aspettava che fossero i suoi compagni a dargli qualche suggerimento. O probabilmente il suggerimento glielo hanno dato, ed è stato quello di far finta di nulla, "zitto, non fiatare, fai finta di nulla che tanto l'arbitro non t'ha visto". Non era facile scegliere quale strada seguire, ed infatti Amaurì non ha scelto, ha lasciato che si compisse il fato: l'arbitro avrà visto? Le proteste dei rosa verranno accolte? Come finirà?
E' finita con l'ammonizione e.... diciamo che tutti vissero felici e contenti.
Una cosa però mi fa dovere aggiungerla, tanto per rimarcare ancora una volta lo stile Fiorentina. Al momento del gol, in area, tra rosa e viola c'erano almeno una decina di giocatori. Subito dopo il gol, tutti i giocatori rosa hanno alzato il braccio, a segnalare all'arbitro l'irregolarità della rete. Mentre tutti i viola, che a differenza di Amaurì, mani o non mai, loro non avevano nulla da perdere, tutti i giocatori viola fecero finta di nulla ed andarono ad abbracciare il compagno Amaurì. Ora è assolutamente impossibile che tutti i giocatori rosa hanno visto il fallo di mani e/ma nessuno dei viola notò nulla. Ancora una volta, dopo l’esultanza del gol di mani di Gilardino, dopo la slealtà manifesta di Mutu che prima stringe la mano a Diana che butta la palla fuori perché lui era a terra ma non ricambia il medesimo gesto di fair play quando a terra c’era Guana e lui va a fare gol, dopo tutto ciò, la Fiorentina, quella dell’inno al fair play, quella che si pregia del cartellino viola, non ha perso di nuovo l’occasione per arrossire di vergogna un'altra volta. E sempre al nostro cospetto!