« il: 31 Dicembre 2008, 12:07:44 am »
fratelli rossazzurri, finisce questo 2008, un anno tra i più intensi della nostra storia sportiva, dove abbiamo conosciuto a forti, anzi fortissime tinte qualunque genere di sentimento, di sensazione: dalla illusione (di salvarci tranquillamente vincendo in casa) alla paura (di retrocedere), alla euforia di un pericolo scampato per poi giungere qualche mese dopo all'indescrivibile ebbrezza di un Catania primo in classifica per arrivare infine, al senso di rivalsa, di grande orgoglio di una squadra, una società, un intero popolo rossazzurro che dopo ben quarantadue anni ritorna a battere in campionato un avversario facente parte del lotto delle c.d. "grandi". Sentimenti coincidenti con eventi sportivi che sono stati tuttavia accompagnati dal primo all'ultimo giorno dell'anno da una sensazione di sottofondo, palpabile nei giocatori, nello staff dirigenziale e in noi catanesi, quella di amarezza, rabbia dettata dall' "occhio di riguardo" con cui i vertici federali, i media nazionali e, cosa che mi addolora di più di tutte, la gente comune (da Roma in su) ci hanno costantemente rivolto.
Un atteggiamento inquisitorio iniziato quel 18 maggio 2008 giorno in cui i network nazionali (non sapendo più che pesci prendere, dato l'esemplare comportamento della tifoseria dopo il 2/2/2007) si "accorsero" dopo decenni di calcio visto in TV che all'ultima giornata di campionato attorno al campo si assiepa molta gente in più del solito, in attesa di invadere il campo al fischio finale abbracciando i giocatori e festeggiando il risultato conseguito. Giusto a Catania se ne accorgono...riuscendo nell'intento di far credere a tanta, troppa gente che quell' 1-1 con la Roma era "figlio di un clima da Far West" (come un buontempone - per dirla pulita - di collega romano mi disse qualche giorno dopo...) creatosi attorno alla partita...e non l'esito di un incontro che sarebbe stato tale anche se giocato a porte chiuse, date le evidenti demotivazioni della squadra avversaria e la determinazione nostra dal secondo tempo in poi. L'anno prima, tanto per fare uno degli innumerevoli esempi del caso, la Juventus, ormai matematicamente promossa in A, giusto all'ultima giornata aveva perso in casa per 3-2 con lo Spezia, che in altri momenti avrebbe forse strapazzato per 4 o 5 a zero (minkia come sono mafiosi 'sti spezzini...che paura...!!! ).
Credevamo che tutto fosse finito lì in quel caldo pomeriggio primaverile e invece quest'occhio di riguardo, questa benevolenza nei confronti di ciò che è targato CT la ritroviamo puntualmente ad inizio del campionato in corso a seguito del gesto di "efferata violenza" di un dirigente etneo che parla di "bastonate ai denti" nei confronti dell'allenatore dell'Inter, che, povero innocente, povero diseredato pagato dieci milioni di euro annui, non può concedersi la licenza di fare lo spaccone nei confronti di una piccola insignificante realtà calcistica!!! Una dichiarazione, quella di Pietro Lo Monaco, di enorme gravità, tale da scomodare anche il ministro degli interni (scrivo minuscolo non per errore) che parla di deprecabile istigazione alla violenza, quella violenza che giornalmente viene celebrata, certificata e a volte venerata dai media con film di quart'ordine, risse e turpiloqui in TV, troie seminude che devono irrimediabilmente sorbirsi i nostri figli sin dalla più tenera età!!!!
Vittimismo, qualcuno direbbe....solo che quando la porcheria la commette uno come l'arbitro Farina (in quel di Catania - Inter) la TV nazionale dà ampia possibilità all'accusato di giustificarsi, di replicare, accogliendolo come uno di famiglia presso gli studi della Rai per parlare agli italiani come il Presidente della Repubblica la sera di San Silvestro...invece le "bastonate ai denti" di Lo Monaco (che non sono definibili porcherie ma solo una sanguigna ed ingenua affermazione) sono rimaste lì, "ammanettate" e ricoperte di anatemi da parte dei vertici politici e calcistici, senza che i media dessero il benchè minimo diritto di replica al dirigente rossazzurro...
Ed ecco che arriviamo al match con il Torino una ex grande, ma ancora ben voluta dai vertici del calcio nazionale...finalmente una vittoria senza strascichi polemici, pulita, nitida, una meravigliosa tripletta di Peppe Mascara condita da quella perla di punizione...macchè...non avevamo forse notato tutti che quel gran goal era "gravemente macchiato" da uno spogliarello con tanto di calzoncini abbassati da parte di Plasmati???Che vergogna, Plasmati ad ingannare il portiere con un tale gesto di furbizia e di scostumatezza!!!! Peccato che proprio nessuno dei giocatori del Torino, portiere incluso, se ne fosse accorto ma solo uno sfaccendato "masturbatore" della moviola di Mediaset che in tarda serata aveva trovato un altro "scoop" per screditare quanto di buono si fa qui a Catania...e diventa un caso nazionale che riceve ancora una volta la "benedizione" di un "alto prelato", questa volta nella persona di Pierluigi Collina che ammonisce severamente lo scaltro operato dei giocatori nostrani, col risultato di aggiungere un'altra meravigliosa perla alla reputazione costruita artificiosamente sul Catania e sui catanesi: gente furba e scorretta nei comportamenti.
Tanto son tuonate forti le parole del "tignusu" viareggino che la successiva domenica, guarda caso, contro i doriani, l'arbitro ci negò un rigore netto (su atterramento di Morimoto) che poteva valere il pareggio (momentaneo? )...strascico continuato sino all'incontro in casa dei milanisti, con il capolavoro del vistoso fallo di mano in area rossonera non fischiato e dei soli due minuti di recupero a fine partita...
E poi l’apoteosi finale di questo delirio federal – mediatico giunto al suo più sconvolgente orgasmo nell’incontro casalingo con la Roma, una squadra venuta presuntuosamente a Catania convinta “de fà na passeggiata de’ salute” e che invece ha visto uno straripante Catania che “rischiava” ad un certo punto della partita di infliggere una tremenda disfatta, stile 7-0 (ma questa volta in parità numerica!!!!!!!!!) ai giallorossi capitolini.
Vittoria netta, limpida, indiscutibile, pensavamo tutti, pronti a goderci le belle parole nei nostri confronti da parte della RAI per una bella impresa compiuta, rievocante i fasti degli anni sessanta, del “clamoroso al cibali” e invece…la “signora” Francesca Sanipoli confeziona un servizio alla domenica sportiva prima e a sport sera il lunedì dopo che induce allo spettatore neutrale, che non conosce Catania ed il calcio, a credere che la Roma abbia perso contro il Catania esclusivamente per le minacce (presunte) subite dai giallorossi ancora una volta attorniati da troppa gente a bordo campo Un servizio encomiabile, degno del più prestigioso premio al giornalismo, all’imparzialità, alla dignità professionale a cui si sono accompagnati altrettanti encomiabili articoli di giornale nelle più grosse testate nazionali dove si parlava, tra le tante, di "inferno di Catania".
Sì proprio un inferno che nulla ha a che vedere con quell'Eden rappresentato dalla capitale dove se esponi per sbaglio una sciarpa avversaria ti ritrovi con le chiappe accoltellate o peggio ancora, se esponi allo stadio i vessilli rossazzurri, con la famiglia minacciata,...
Ragazzi, finché fosse stato il mero errore di un arbitro incapace a penalizzarci non mi sarei mai dilungato e crucciato così tanto, ma qui ci sta in ballo qualcosa di più serio, di più pesante che va ben oltre lo sport, i campi da gioco: la reputazione di un popolo.
Purtroppo, dico purtroppo, non ci rendiamo forse conto di come sia forte il potere dell'informazione (non per niente definito "quarto potere"), quella di rilievo nazionale intendo, che attraverso la manipolazione della verità (o l'esposizione di essa con una determinata prospettiva) può portare in orbita o far sprofondare negli abissi un singolo individuo, una società, o persino un popolo (come nel nostro caso).
Informazione che non fa altro che ungere i poteri forti e determinati gruppi umani (il centro - nord) mostrandoli agli occhi della gente come fautori e rappresentanti del bene. Quel bene che qui in Sicilia, a Catania non può mai attecchire perché noi , secondo loro, ci riconosciamo in "supereroi" quali "il capo dei capi" immortalato da una fiction che ci fa l'ennesimo regalo di mostrare all'Italia dei troppi ignoranti una terra dove tutti passeggiamo con coppola e lupara...e invece il resto d'Italia s'identifica in grandi uomini quali Enzo Ferrari immortalato contemporaneamente, quasi per un crudele parallelo, dalla stessa rete in questi giorni.
Questa è l'Italia, fratelli rossazzurri, e non stupiamoci se questo è il calcio. Che omologa, certifica ed assolve, non importa se giusto o sbagliato, tutto ciò che è targato Inter, Milan, Juve, Roma, Fiorentina e relega ai margini, boccia, sentenzia, condanna tutto il resto, specialmente se proviene dal profondo sud, quali noi.
Che grazie a Dio siamo gente dura a morire ed a farci stampare le suole delle scarpe in faccia.
Che non accettiamo certi odiosi e noiosissimi copioni che vorrebbero vincitori i soliti nomi solo perchè hanno qualche grana in più da parte o la vicinanza dei "santi in Paradiso".
Che riteniamo che nel calcio, come nella vita la possano spuntare anche coloro che non portano etichette o sponsorizzazioni, ma solo meriti, capacità.
Nell'ambito sportivo e sociale, il mio desiderio per questo 2009 è quello di vedere un popolo rossazzurro che assume piena e definitiva coscienza del proprio valore, dei propri mezzi e che non si sente secondo a nessuno.Che controbatte a chiunque, senza timore reverenziale nei confronti di nessuno, ad ogni attacco rivolto alla nostra dignità di tifosi e di catanesi! Che costruisce una nuova coscienza, aliena dal secolare condizionamento dei mass-media volto a farci sentire inferiori al resto d'Italia, a farci credere che abbiamo sempre da imparare e mai da insegnare!!!!
NOI SIAMO IL CALCIO CATANIA, noi siamo CATANIA!!!!!!
CHE QUESTO 2009 SIA UN ANNO DENSO DI SODDISFAZIONI!!!!
Un abbraccio a tutti.
Connesso
"più tifi strisciato, più sei un siciliano rinnegato !! fuckinmiju "