Egregi consiglieri,
dopo aver cercato un contatto con il Sindaco, ci rivolgiamo oggi a voi in occasione di un consiglio comunale all'ordine del giorno del quale non è stato lasciato alcuno spazio per una franca discussione su un argomento di scottante attualità e sul quale forse ancor oggi non si è scritta l'ultima parola, sebbene il Sindaco si sia affannato a spegnere ogni ardore, a chiudere ogni porta, a suggellare con apparente indifferenza ogni scadenza.
Abbiamo cercato in ogni modo di spronare il "sindaco di tutti" ma lui è rimasto sordo a tutti i richiami, quasi infastidito.
Ora abbiamo bisogno di chiarezza, di pulizia, di rinnovamento. C'è un tema che ci sta particolarmente a cuore.
Non vogliamo che "i gioielli di famiglia", come sono stati definiti più volte dal primo cittadino, rimangano ulteriormente nella gestione esclusiva di un gruppo che, sua sponte, ha deciso che questa città non doveva più far parte del calcio professionistico ai più alti livelli.
Perché - è bene ricordarlo a voce, in quanto qualcuno sembra averlo già dimenticato - i proprietari del F.C. Messina hanno ritirato l'iscrizione al campionato di serie B.
In questa occasione non c'è stato un atto proditorio e vigliacco, come quello di cui il Messina fu vittima tre estati or sono, posto in essere, scientificamente e chirurgicamente, al fine di favorire una società più "gradita".
Nessuno ci ha voluto cacciare, in spregio alle regole ad al diritto. La famiglia a capo del F.C. Messina - dopo aver evaso deliberatamente i tributi per decine di milioni di euro, nonostante abbia ottenuto una rateizzazione della somma evasa a condizioni agevolate neppure sognabili da noi comuni mortali, dopo aver seminato debiti per tutto il territorio nazionale (persino il commissario liquidatore della Gea World ha recentemente notificato un decreto ingiuntivo), tanto da far atterrire ogni possibile interessato all'ingresso o al subentro in società - ha deciso, solo pochi giorni dopo aver sbandierato rinnovate ambizioni, che questa città non era più all'altezza neppure del campionato cadetto (che non lo fosse della massima serie ci era stato già riferito sin dal maggio 2006, dopo la prima retrocessione).
Hanno rinunciato alla iscrizione al campionato !
Ebbene, con particolare riferimento alla convenzione stadi: il gruppo in questione vanta ancora pretese sullo sfruttamento sportivo del San Filippo e del Celeste, ma quanto stabilito nella convenzione per favorire chi ha disposto della cosa pubblica a giusta ragione quando in passato ve ne erano le condizioni non può ora continuare a rappresentare una limitazione fino al 2013 solo perchè stabilito allora. Vi sono ampie giustificazioni per considerare ormai decadute le condizioni che reggevano il mutuo vantaggio di quell'accordo.
Allo stato, ci risulta che sia vigente un "Accordo Procedimentale" siglato nello scorso marzo dal Commissario Sinatra, riguardante la concessione degli stadi per gli esclusivi fini sportivi per i prossimi quindici anni.
Orbene, appare evidente anche al più sprovveduto cittadino come siano venuti meno i presupposti che hanno spinto l'amministrazione alla approvazione di detto Accordo Procedimentale.
Ai sensi del 4° comma dell'art. 11 della L 241/90, pertanto, è possibile (recte: auspicabile) che l'amministrazione receda unilateralmente dall'accordo per sopravvenuti motivi di pubblico interesse.
L'obbligo, contemplato dalla stessa norma, di provvedere alla liquidazione di un indennizzo in relazione agli eventuali pregiudizi verificatisi in danno del privato, allo stato delle cose ed in ragione della scelta (volontaria) di non iscriversi al campionato, non appare di ostacolo ad una soluzione in tal senso.
Questo patrimonio non può più essere né svenduto, né tenuto in ostaggio di questo gruppo che si è disfatto senza battere ciglio del titolo sportivo della seconda serie nazionale e ora continua ad accampare pretese.
E' vostro preciso dovere porre fine a questo ricatto morale e materiale. Non sappiamo se questo sarà sufficiente a convincere la controparte a fare l'ultimo disperato tentativo per salvaguardare un traguardo minimo come la permanenza nel calcio professionistico, ma allo stesso tempo, sia che la cosa vada a buon fine sia che si concluda come pare il Sindaco non veda l'ora che vada a finire, ebbene voi dovete porre un freno allo scempio in atto.
Tra gli scriventi vi è uno schieramento di elettori bipartisan, è una questione morale che poniamo: siamo stufi di essere ostaggio! Gli stadi si devono dare solo a chi vuole fare investimenti seri che garantiscano il ritorno del calcio che conta in città, perchè alla resa dei conti è solo con quel tipo di investimenti che si crea quel tanto sperato volano che la precedente dirigenza non ha mai saputo sfruttare.
Questo comitato chiede con forza che questo argomento venga inserito all'ordine del giorno, chiede che sia revocata la convenzione in essere, chiede che si ponga in essere ogni altro tentativo affinchè queste ultime 24 ore possano portare sul tavolo del consiglio federale di domani atti concreti che pongano la federazione di fronte alla possibilità di una scelta concreta tra due alternative. Vi chiediamo, in sostanza, di agire per il bene comune e trovare una soluzione immediata!
Con stima
Il Comitato "Zanclon