Fin dall'inizio, quando decido di portare anche mio figlio a vedere la partita in Sud superiore, dove trovano posto le scuole calcio e le scuole regolari invitate dal Palermo. Dopo dieci minuti dall'inizio arriva una scolaresca di quindicenni, mese più mese meno, sono dell'entroterra a giudicare dall'accento, si siedono accanto a noi.
Il problema é che si passeranno l'intera partita fra canne e Tavernello in brick, senza minimamente pensare che accanto a loro ci siano ragazzini di sette, otto, dieci anni, tra cui mio figlio, obbligati a respirare il loro hascisc bruciato e i loro vapori da taverna.
Quindici o sedici anni. E' questa la gioventù italiana di oggi? In linea col resto delle cose italiche, tutto sommato. Melma nella melma.
La giornata é poi proseguita con la splendida partita in campo. I primi quindici minuti mi stupivo del bel clima di Udine, quasi venti gradi, aria gradevole. Solo dopo un pò ho realizzato che il Palermo giocava in casa anche se era assediato come se fosse stato in trasferta.
Una sola parata del portiere dell'Udinese, squadra che gioca a memoria ed é piacevole, il Palermo anche con Amauri nel secondo tempo graffia come un soriano di due mesi in una gabbia di leoni, l'Udinese ci stringe d'assedio nel finale, Agliardi fa tutti miracoli tranne uno ed anche la coppa Italia é andata. Pazienza, questa con le altre, un ci pinsamu cchiù, mi dico.
Ma quando mai, il tempo di tornare al PC e leggo l'intervista di Zoncolan.
"E’ un peccato uscire dalla competizione per un episodio nel finale - ha spiegato il tecnico rosanero - Noi abbiamo fatto un’ottima partita contro una squadra che si è espressa su alti livelli. I ragazzi comunque hanno risposto bene dopo la sconfitta di domenica ma purtroppo è arrivata un’eliminazione immeritata".
"Ho ritrovato il Palermo. Abbiamo giocato con grande attenzione e con molto vigore contro una squadra che è in stato di grazia"
Alla fine la colpa é quindi dell'episodio finale, non degli scarti dell'Udinese che ancora una volta ci hanno insegnato a giocare a calcio. Ecco invece la squadra in stato di grazia: Chimenti; Ferronetti, Felipe, Lukovic; Isla, Inler, Obodo, Siqueira; Candreva, Paolucci, Floro Flores. Zoncolan ha ritrovato il Palermo, sono felice per lui, io me lo sono perso anche questa volta.
Allora diciamo una cosa. Se oggi trovassi nella cantina di casa una lampada magica, la sfregassi con una mappina a scacchi o a fiori ed uscisse il mitico Genio, chiederei non i tre proverbiali desideri, ma m'accuntintassi ri unu sulu:
Genio, ci arriniesci a trasiri na tiesta a Zamparini e a farti spiegare come fanno lui, Foschi, Sagramola, Schio e Zoncolan a non capire che a campionato ormai andato, la finale di coppa Italia distava solo sei partite, con la prospettiva di trovarci di fronte, se avessimo battuto l'Udinese, squadroni del calibro di Catania o Torino o Sampdoria, non Juventus, Milan vero ed Inter?
Se Zoncolan ha i suoi limiti e fino a ieri ha dichiarato che il campionato era più importante della coppa Italia, possibile che non ci sia nessuno più in alto di lui che lo prenda per le orecchie e gli faccia capire che invece ormai é proprio il campionato l'unica competizione cui non possiamo chiedere nulla, a meno di non ripetere il ritorno dello scorso anno e rischiare seriamente la retrocessione?
Misteri del calcio, in un'annata che si avvia ad essere la più anonima e penosa degli ultimi cinque anni. Un allenatore fired (come dicono l'anglisi) dopo tredici giornate, eliminati al primo turno da coppa Uefa e coppa Italia, una squadra che ha preso trenta gol e che mi sembra, vorrei tanto sbagliare, già completamente svuotata a livello mentale.
Per inciso, la migliore stagione del Palermo "moderno", quello di serie A per intenderci, rimane a mio avviso quella con Delneri-Papadopulo, in cui malgrado infortuni, cambio in panchina e acquisti deludenti (penso alla coppia Caracciolo-Makinwa e alla girandola di portieri), si arrivò ottavi in campionato, in semifinale di coppa Italia e agli ottavi di coppa Uefa, dopo avere vinto il nostro girone di qualificazione. In corsa sino a marzo inoltrato in tre competizioni, cose sconosciute a Zoncolan.
Pacienza. E forza Palermo. Sempre.