Ero ancora un ragazzino quando, da casa mia, sentivo i boati che si levavano da piazza Spedini, ogni volta che la rete delle squadre avversarie si gonfiava con le prodezze di Malaman, Fogli, Spagnolo, Ciceri, Di Bernardis, Morra e tutti gli altri nostri beniamini che animavano le nostre speranze di campioni in miniatura... noi che rientravamo a casa con le ginocchia sbucciate dai campi di calcio improvvisati nelle strade, nelle piazze e negli angoli di campagna pieni di sassi.
La domenica, quando il Catania giocava in casa, c' era il rituale dello stadio: il pranzo domenicale della mamma, fatto di pasta al ragù e pollo al forno, ingoiato in fretta e furia per andare di corsa allo stadio, per prendere posto nei "gradoni" fatti di legno e ferri tubolari, per partecipare al colore e ad altri rituali tipici della domenica calcistica catanese.
Chi di voi ricorda il signore che girava per le tribune al grido: comprate la "Gomma del ponte" o "Ghiacciooooli"? O quel tifoso testa calda che tirava le proprie scarpe all' arbitro, che finivano sempre sulla testa di qualche malcapitato raccattapalle, per un rigore negato? O, ancora, il trio di tifosi sistemati nelle file basse della tribuna nord con un armamentario fatto di batterie e trombe d' auto, che assordavano per 90 minuti il pubblico? E l' inizio della gara sottolineato sempre dall' inno del catania, cantato rigorosamente in dialetto (fozza Catania, ca 'st' annu ninni jemu 'nserie A....)?
Tutto scorreva con tante emozioni e tante critiche all' arbitro, con l' immancabile coro di tutto lo stadio " ma chi ti manca pi essiri voi...."
Il mio ricordo è vivissimo, ne sento ancora gli odori, i suoni ed i sapori... che meraviglia!
Unico intoppo... il derby.
La partita contro il Palermo era interdetta. I genitori ci negavano il permesso di andare allo stadio. Quella partita non l' ho mai potuta vedere. Urlavo, strillavo, ma niente. I miei non me lo permettevano. Era troppo rischioso andare allo stadio il giorno del derby. Mi consolavo solo dopo aver sentito alla radio che c' erano stati scontri fra catanesi e palermitani... in quel momento capivo che il permesso negato serviva a qualcosa... preservava la mia incolumità.
Mi sono sempre chiesto, perchè? Perchè scontrarsi violentemente per una partita di calcio? Perchè i "grandi" dovevano suonarsele per una partita di calcio... era un spettacolo di sport, cosa c' entrava la violenza? Perchè, per colpa dei "grandi", non potevo vedere il mio Catania allo stadio?
Da allora tantissime cose sono cambiate... dai cori all' inno, dalla B alla A, dal nome dello stadio alla visione in pay-tv... solo una cosa è rimasta costante.... la paura per il derby.... 40 anni non sono serviti a nulla... o quasi. Certo, meglio tirare le uova al pullman, che i lavabi d' acciaio ai poliziotti, ma dal punto di vista civile, poco è cambiato... anche le uova sono segno di inciviltà... o le telecamere ed i giornalisti in cerca di scoop, che sistematicamente trovano, per l' imbecillità di qualcuno.
Una sola cosa non è mai cambiata nel corso del tempo: il comportamento dei dirigenti.
Nessuno, e ripeto nessuno, si è mai offerto, concretamente, dall' una e dall' altra parte, per porre fine a questa inciviltà violenta, spacciata per rivalità. La rivalità sportiva è tutt' altra cosa, è fatta di parole, cori, colori, non di morti e feriti... e nemmeno da uova ed arance... quella è violenza, è regressione sociale.
Ho letto in un post di questo forum che, la sera prima del derby, un gruppo di tifosi palermitani e catanesi sono andati insieme in pizzeria... a sfottersi, a ridere, a bere e mangiare. Bravissimi. Eccezionali! Vi proporrei per il Nobel della "civiltà", se ne esistesse uno e ne avessi la possibilità. Mi sono emozionato. Davvero.
E' un grandissimo esempio, una cosa concreta, un atto vero, non evento di parole di circostanza. Non è un prendere parte alla condanna della violenza, girando le spalle dopo le comparsate in tv.
Indirizzo tutto ciò che ho scritto ai tifosi, non hai deliquenti, affinchè seguano l' esempio di quel gruppo di ragazzi, sportivamente rivali, ed ai presidenti Pulvirenti e Zamparini, affinchè prendano l' esempio e lo facciano loro.
Andate, signori Presidenti, a cena insieme, la sera prima del prossimo derby, con tanto di dirigenti, calciatori, telecamere e giornalisti al seguito... sarebbe uno scoop anche questo.
La Sicilia, tutta la Sicilia, onesta e leale, Ve lo chiede e se si riuscisse a cambiare una delle immagini distorte che il mondo di noi ha , Ve ne sarebbe molto grata.
Gemellaggio?
Perchè no? Scusi Lei, Presidente, ci sta o no?