Allora: ho letto tutti con molta attenzione. Vorrei ribadire una cosa soltanto tra la mia incredulità nello scorgere come in parecchi sfugga completamente la realtà.
Le uniche differenze tra le tifoserie (e quando dico tifoserie mi riferisco al pubblico preso nella sua globalità, dai bigami in particolare, ai distratti, agli sportivi occasionali, ai tifosi passionale e sanguigni, sino a finire agli ultras che il colore della maglia per cui tifano l’hanno bene impresso sulla pelle, formando con esso un tutt’uno) di Milaninterromajuve rispetto a quelle di Palermo o Catania o Catanzaro o di parecchie altre realtà del sud è che quest’ultime durante la gara non disdegnano l’attenzione verso ciò che avviene negli altri campi (strisciati) tendendovi l’orecchio; però, l’occhio rimane ben attaccato sul proprio campo ed i balzi di umore sono né più né meno, tali e quali a quelli degli altri campi. E quando nel campo le cose non vanno bene, il pubblico dissenta, il pubblico disapprova, il pubblico fischia, sia che esso sia palermitano, catanese, juventino o milanista, il pubblico, o quanto meno una sua più o meno sostanziosa parte, se non approva, se non è contento di quanto gli viene offerto, manifesta il suo disappunto. Occorre che se ne prenda atto, sia da parte della squadra imparando ad avere un po’ più di spalle larghe ed imparando altresì che le risposte date sul campo valgono 100 mila volte più di quelle lasciate sui taccuini dei giornalisti o ai microfoni degli intervistatori. E sia noi tifosi passionali, perfettamente immuni quanto refrattari a certe manifestazioni che sono solo rimedi peggiore del male. Il pubblico, anzi un pubblico qualsiasi, massa di persone decisamente eterogenee, è fatto così punto! Non possiamo obbligare il nostro prossimo ad avere una visione delle cose perfettamente identica alla nostra, per cui se al Barbera comincia a tirare aria di contestazione, che ci si turi le orecchie e peggio per la squadra che quei fischi, quei moti di disapprovazione se li è cercati non soltanto mercoledì scorso ma quasi tutte le domeniche da un anno a questa parte. Dire per settimane intere: ah quanto facciamo schifo, quasi che noi fossimo una realtà fuori dal mondo, è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra.
Vorrei farvi un piccolo esempio. Ancora abbiamo ben vivo in mente la nostra gara col Milan, sia noi che, penso, i nostri cuginastri rossazzurri: rossoneri che cominciano bene e che già nei primi minuti prendo il sopravvento sulla squadra palermitana. Si portano in vantaggio con un gol di Sedorf senza manco spremersi più di tanto. Continuano a riversarsi in avanti, sprecano una miriade di occasioni per il raddoppio, prendono pali, traverse, rischiano di buttarci la porta a terra. A metà ripresa il Palermo trova il pari con un gol di Amauri con un mezzo tocco di braccio che un arbitro un po’ meno generoso di Farina avrebbe anche potuto annullare. Il Milan si riversa di nuovo in avanti nel tentativo di ripristinare le distanze ma la palla non vuol saperne di entrare in porta. A un minuto dalla fine accade l’imponderabile. Un calcio piazzato, un tocco di magia di un singolo ed al Milan gli rapiniamo la partita. Milan che, tornando a casa, sale sul banco degli imputati malgrado avesse giocato la gara migliore di quest’inizio di campionato. Milan che è costretto a difendersi dall’attacco massmediatico e capitan Nesta che ai microfoni con voce mesta e dimessa deve riconoscere che per adesso è un periodo che non va, che metteranno più impegno, che miglioreranno per cercare di uscire da questo tunnel di risultati negativi (ah! Barzagli, quando ci sarai tu in una strisciata, o muovi il cvlo per come si deve o poi vorrò vedere che atteggiamento terrai davanti ai tuoi nuovi tifosi!!!!).
Questo il Milan, e dopo quella partita che tutti noi abbiamo visto al Barbera. E perché il Palermo non deve essere posto sott’accusa visto che tra il modo di esprimersi del Milan e quello del Palermo ci sono anni luce di differenza? Come mai a Milano possono permettersi di criticare una squadra sfortunata nel risultato ma che aveva messo sotto l’avversario mentre qui a Palermo dovremmo esimerci dal criticare una squadra che da un anno a questa parte si esprime da schifo? Cosa accadrebbe allora al Milan se i rossoneri esprimessero la stessa fiacchezza e la stessa debolezza dimostrata dal Palermo? Ma davvero pensate che se il Palermo con le squadre diciamo di pari livello (ma non lo sono sicuramente) come Torino, Parma e Reggina avesse offerto una prestazione per intensità e vigore agonistico quasi pari a quelli visti dal Milan qui al Barbera sarebbe finita a fischi?? Qui occorre immediatamente prendere atto che il pubblico di Palermo, se sollecitato, è fischiante né più nè meno che in misura pari a tutti gli altri pubblici d’Italia e che qui a Palermo nessuno ha mai promesso a nessuno che qui poteva tranquillamente spacchiarsela per il campo, senza dover dare conto a nessuno sol perché ci chiamiamo Palermo o sol perché alle spalle ci sono solo 30 anni di m3erda. Occorre immediatamente ristabilire le priorità che sono: il pubblico fischia perché la squadra gioca male; e non la squadra gioca male perché il pubblico fischia dopo appena 10 minuti. Perché il pubblico, il pubblico di Palermo che altro non è che un pubblico come tutti gli altri, ha impresso nel suo DNA il moto di disapprovazione allo spettacolo offerto se questo è inaccettabile.
Ed occorre anche che tutti i giocatori, dai titolari sino all’ultima riserva, mettano da parte per adesso il nome di questa squadra e si concentrino immediatamente sul nome del suo principale esponente che è Maurizio Zamparini, un uomo che se solo avesse l’opportunità di dimezzare i proventi televisivi delle solite grandi, se solo avesse l’opportunità di ridurre considerevolmente le distanze tra le grandi e le medie, non esiterebbe minimamente a sfidarli nella conquista dei titoli e dei trofei più pregiati. Quindi, altro che "30 anni di m3rda", altro che "sono in A da appena 4 anni", qui c’è una società con grossi progetti ed ambizioni da brivido. E fruttare solo 3 vittorie con ben 8 sconfitte in appena 17 gare (ecco perché siamo inca22ati, non perché ci hanno abituati a scudetti o a champions league) non è la maniera ideale per rendere onore a questi progetti ed a queste ambizioni. Zamparini non ha nulla a che vedere coi Matta e Schillaci, coi Polizzi e Ferrara, coi D’Antoni, né coi Pulvirenti perché con rispetto parlando, a costo ka oggi mi sciarriu cu tutti, per qualità di organico, di organizzazione, di esperienza, di bontà della rosa, di volume d’investimenti, d’istituzioni che sorreggono alle spalle le società di calcio, ci sono almeno 2 piani di differenza. E scusate se è poco.