Leggendo i post di questo topic mi sono accorto che nessuno ha posto l'accento su una realtà che è sotto gli occhi di tutti. La cultura dello "spettu"
Al di là che sia giusto o meno che un settore dello stadio costi tanto o poco, al di là pure del fatto che abbonarsi conviene e che oggi te li fanno pure rateizzati (il sottoscritto che vive di stipendio, ad esempio, lo paga in 7 comode rate!), Catania e Palermo, ma direi gran parte del meridione d'Italia, sono accomunate dalla figura dello "spettu".
Piero Angela ci farebbe un Quark Speciale e lo descriverebbe pressappoco così:
lo Spettu vive solo o in branchi, in quest'ultimo caso è davvero pericoloso. Di estrazione sociale medio - alta, passa gran parte della sua esistenza cercando la maniera come scroccare la qualsiasi a chiunque: dalla sigaretta, al caffè al bar, al far fare il proprio lavoro agli altri e poi prendersi i meriti...fino, per arrivare al nostro caso, alla concezione che si è tifosi solo te entri gratis allo stadio.
Infatti lo Spettu si lamenta dalla mattina alla sera, tutto gli è dovuto ma nulla deve dare. Pagare allo stadio per lui è un insulto, ogni scusa è buona per attaccare la proprietà della propria squadra sul versante prezzi (calciomercato scadente, servizi offerti all'interno dello stadio, etc etc.), il verso tipico di questa specie, fra l'ululato e il grugnito, è: "Chi fa mu procuri 'mbiglietto?" o "Ho 'namicu bbonu ca mi fa trasiri", vantandosi alla fine di queste sue imprese con un espressione tipica del viso che gli etologi hanno chiamato "faccia del pesce a brodo"
.
Alcuni esemplari si caratterizzano da un atteggiamento alla "Michele l'intenditore" (quello che bendato riconosceva il Glen Grant tra mille liquori!) in fatto di calcio e di squadre per cui vale la pena spendere; quindi il portafogli diventa facile quando si tratta di andare a vedere famose squadre nordiche che giocano nei pressi della propria città, provincia o regione e in alcuni casi nei loro domicili nordici, spendendo in un giorno più di un abbonamento di curva, e difficile per la società che rappresenta la loro città, dando del "pazzi" o scandalizzarsi per coloro che si abbonano senza inventarsi scuse.
Ora, a parte lo scherzo (ma non troppo!), il problema di questa sub cultura esiste e non va trascurata. Come ha già scritto qualcuno prima di me, chi davvero ha problemi economici difficilmente pensa al calcio, non prendiamoci in giro da soli per cortesia....e comunque, lo scrivo perchè ne conosco qualcuno, mantengono un dignitoso silenzio!
Un'ultima cosa, infine, mi preme porvi all'attenzione: da tifoso che ha provato sulla sua pelle lo scherno e l'ingiuria di coloro che mi vedevano andare allo stadio per il Pachino, il Gravina o quando l'Atletico sembrava il sole dell'avvenire, non posso che essere d'accordo con le società che maggiorano i prezzi quando vengono le Strisciate, però non si può far finta di non vedere che la capienza degli stadi è un finto problema. La realtà è che i diritti televisivi danno maggiore introiti delle campagne abbonamenti e della vendita dei singoli biglietti...
Chi è quel negoziante così scemo da vendere a prezzi maggiorati se non sa che c'è già chi si è comprato tutto!?
Ciao