Autore Topic: Baldini a caldo  (Letto 1597 volte)

Offline GASPARE

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Baldini a caldo
« il: 27 Agosto 2007, 05:40:22 pm »
Da "La Stampa"

La camicia fuori dai jeans. È quella con l’elefantino, simbolo del Catania, cucito sul taschino a destra. Il capello stanco, arruffato, senza la minima presenza di gel o fosse mai una piccola traccia che possa far pensare al passaggio di un pettine. Silvio Baldini è un allenatore di calcio che esce da ogni schema ed il look, da persona comune che svolge la propria professione, è uno dei tanti indizi che vanno in questa direzione. Parlotta con un gruppo di persone appena fuori il recinto dove è parcheggiato il pullman del Catania. Raggiungibilissimo, fermo di fianco al Mercedes scuro del presidente Pulvirenti, in un pomeriggio torrido a meno di venti minuti dal triplice fischio che ha sancito la fine di una gara che sarà ricordata per quel calcio nel sedere al tecnico avversario più che per quel Catania disegnato tatticamente benissimo con un giapponese nato nell’88, Morimoto, autore di una rete alla Del Piero e di una corsa ad abbracciare proprio quel tecnico dal look così consueto. Baldini parla ad alta voce e non passa certo inosservato per concetti piuttosto coloriti sul mondo del calcio ed i suoi protagonisti.

Baldini, cosa è successo?
«Guardi, non posso parlare. Così mi ha detto il mio presidente».

Scusi l’insistenza, ma quel che è accaduto meriterebbe un suo commento. Quanto meno la sua versione: è stato provocato?
«Lei ha mai dato una pedata nel sedere a qualcuno senza ragione? Non credo. Nemmeno io mi comporto così. Certo che sono stato provocato».

Che tipo di provocazione?
«Qui a Parma mi conoscono bene, ho allenato questa squadra. Ho perso, sono stato esonerato, nessun problema. Se ho avuto quella reazione è perché non mi sta bene che mi diano della testa di c...».

Poteva passarci sopra.
«Sono stanco di questi finti moralisti che hanno soldi nelle tasche, si guardano allo specchio e decidono di fingere di comportarsi bene, di essere perfettini. Basta con i perbenismi di maniera. Io non sono così».

Non pensa che così facendo poteva rischiare l’esonero?
«L’unica cosa che temo è che mi esonerino loro (indica la moglie e abbraccia il figlioletto lo stesso per cui durante una partita lasciò la panchina per raggiungerlo in ospedale n.d.r.). Io ho la mia famiglia, non temo nulla. E poi a Catania sanno chi è Silvio Baldini. Mi conoscono oggi, mi conoscevano prima di prendermi come allenatore. Io sono questo: non permetto a nessuno di darmi della testa di c...Chi si crede di essere? come si permette?».

È dispiaciuto per quel che è successo?
«Ho allenato qui a Parma, voi mi conoscete e sapete che non avrei mai fatto una cosa del genere se non ci fosse stata una provocazione. L’offesa e poi quella mano agitata lì, a qualche metro da me. Certo che mi dispiace. Mi dispiace».

Saluta e se ne va senza specificare se il dispiacere è per la gente di Parma, molto probabile, o per l’affronto al collega Di Carlo, molto più difficile, con il quale già, in una diretta televisiva su Rai 2 con Baldini opinionista, c’era stata qualche sbavatura verbale per una sottolineatura, da parte di Baldini, sulla mentalità troppo difensiva dell’allora Mantova di Di Carlo. Qualche istante dopo Baldini si sofferma con il presidente Pulvirenti. Una chiacchierata, da soli, di 5 minuti che si conclude con un abbraccio.






Quello che ho messo in grassetto è ciò che sono io...e penso anch'io di tutta questa faccenda e dimostra che al di là dell'inqualificabile gesto, Baldini ha le pa.lle per non trincerarsi dietro cialtronesche e ipocrite dichiarazioni mielose di scuse (magari non sentite!) come si usa in questo mondo del calcio zeppo di sepolcri imbiancati  ...e per questo quoto e sottoscrivo! =D>
Noli offendere patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est