Crederci è stato bellissimo. Non ci arriveremo mai, le nostre dirette avversarie, chi per un motivo, chi per un altro, valgono di certo più di noi. La Lazio sembra diventata una troupe di marziani (c’è ancora qualcuno (Santopesaro) che crede che la squadra di Rossi e Lotito sia quella che aveva perso 3-0 a Lecce contro il Catania?
), la squadra di Don Galliani tiene saldamente in mano la situazione (il suo dictat mafioso a Foschi "voi non siete amici nostri" è tutto un programma) e, laddove non ci pensano gli Ayroldi del caso, ci stiamo mettendo tanto noi stessi per farci male da soli per farci raggiungere; oggi, constatando la velocità con cui viaggiano le nostre dirette rivali e di come il Palermo non riesca a sottrarsi dall’essere perennemente in balia degli eventi, non ci rimane altro che guardarci dalla Fiorentina se vogliamo mantenere in posticino nell’Europa che non conta (l'Uefa) anche se, per come la onoriamo ogni anno, mi chiedo se ne valga la pena.
Quest'anno oramai è andato.
Grazie a Guidolin per i numerosi giovani che ha preso dalla nostra sgangherata primavera e con tanto coraggio ha lanciato in prima squadra. Lei è proprio l’allenatore ideale per quelle società che hanno molto a cuore la crescita e la valorizzazione del vivaio locale.
Grazie ancora per le sue profezie: è proprio vero, con lei in panchina, più del sesto posto non si riesce ad ottenere.
Grazie per aver saputo resistere al gelido pubblico palermitano che col suo poco entusiasmo manifestato è certamente la causa principale di quei 14 punti di vantaggio dilapidati in appena 7 giornate.
Grazie! Tante Grazie!
Ora è tempo che lei raccolga i frutti del suo seminato e vada a cogliere onori e trofei altrove, magari in quelle piazze con le bacheche piene d’ori, con presidenti più facoltosi e migliori di Zamparini e dove magari c’è un pubblico più caloroso e accogliente di quello del Barbera.
Grazie ancora per aver posto fine alle nostre sofferenze sportive già a metà marzo; adesso possiamo andare tranquillamente in vacanza avendo già la salvezza in tasca. Magari ogni tanto sbirceremo l’occhio a Messina sperando che, di riffa o di raffa (come al solito), riescano a tirarsi fuori dai guai anche stavolta; e magari apriremo una finestra sul Catania, un'altra realtà, un'altra situazione, anche se per versi diversi, in cui gli uomini riescono farsi male da soli.