Autore Topic: un appello al popolo rossazzurro  (Letto 819 volte)

Offline cantarutti72

  • Utente
  • *****
  • Post: 1365
  • Mi Piace Ricevuti +0/-0
un appello al popolo rossazzurro
« il: 15 Febbraio 2007, 01:29:19 am »
In questi giorni mi sono chiesto come tutti il perché di questi avvenimenti nefasti, e soprattutto, perché è capitato proprio a noi, proprio in una realtà sportiva che stava proiettando una stupenda immagine di Catania all’Italia intera e oltre frontiera.
E tra le tante risposte plausibili me ne sovviene una che può definirsi filosofica o cosmica e che costituisce una costante, un denominatore comune presente  nella vita di alcuni.

Mi riferisco a quegli uomini che per coraggio, audacia, voglia di emergere tentano di uscire dallo status, dalla condizione a cui erano stati abituati sino a quel momento.
Ci mettono tanta passione, volontà,sudore, lacrime finché il destino riserva l’OCCASIONE, la svolta decisiva per spiccare il volo verso un’esistenza migliore. E quando l’occasione viene presa al volo e si vive una nuova vita ecco che cominciano a manifestarsi delle avversità che si presentano o in maniera subdola, blanda ma costante o in solo grande e micidiale colpo.
Mi riferisco per  esempio alle tante storie di gente comune, di operai che sbancano la lotteria e che dopo qualche anno li ritroviamo sprofondati nella miseria nuovamente per i debiti di gioco accumulati o peggio ancora suicidi sotto un treno per il rimorso di aver bruciato un’occasione unica. Mi riferisco a quei ragazzi che  cresciuti in un ambiente e un quartiere ostile tentano di uscire dal degrado attraverso lo studio, la ricerca di un lavoro, magari a mille miglia da dove si è nati per poi rivederli dopo una loro “sistemazione” sprofondati verso le origini per aver fatto il passo più lungo della gamba (investimenti sbagliati o attività illecite) e finire in miseria o in carcere.
A parte queste situazioni estreme, nella vita di molte persone, compresa quella di chi scrive, ho notato come arduo sia stato il tentativo di cambiar vita (in questo intendo non solo un cambiamento economico ma di “condizione” in generale)  e quante forze negative si sono manifestate non appena questa vita è cambiata.
Sì, FORZE avverse, elementi negativi che costituiscono come delle mani invisibili che tentano di spingerti verso il fondo, dopo che sei riuscito con tanta fatica ad emergere.
E’ un denominatore comune che costituisce la reazione uguale e contraria alla nostra azione, alla nostra forza di spinta verso su.
Tanto più è lo slancio verso l’alto tanto violenta è la forza negativa che ci spinge verso il basso.
E’ il messaggio che un grande conterraneo ci ha voluto tramandare nei suoi romanzi : Giovanni Verga.
Chi vuole uscire dalla propria condizione viene prima o poi catapultato verso le origini.
La vita di un uomo audace, che vuole cambiare le cose, la sua vita, la vita degli altri è paragonabile al grafico di un elettrocardiogramma di un cuore sottosforzo: grandi picchi verso l’alto a cui corrispondono punte estremamente negative.
La vita di colui che si rassegna alla propria condizione senza osare, senza tentare nulla è paragonabile ad un elettroencefalogramma PIATTO: niente punte verso il basso ma nessun picco.
Quello che è successo al Catania (e alla nostra città, a questo punto) è proprio l’esplosione di quella occulta  forza negativa che si sta opponendo al tentativo di emergere di volare verso cieli alti di una città che da tanti, troppi anni giaceva nella mediocrità, nel degrado sportivo (e in senso lato), nello squallido anonimato.
Ma è anche vero che se non avessimo mangiato la polvere dei campi di eccellenza non avremmo avuto la forza, la rabbia per giungere negli anni a venire verso il quarto posto in Serie A.
E dall’immensa gioia del quarto posto nella massima serie per la quale la rete nazionale ci regalò un’intera puntata pre-natalizia della domenica sportiva si è contrapposta poi una tragica serata di follia, a cui fu dedicata un’attenzione ancor più grande.
Così come all’ebbrezza di una cavalcata trionfale verso la serie A si contrappose la tragedia di uno schianto autostradale e alla vigilia degli spareggi del 1983 una fucilata ad un innocente spettatore.  La vita è dunque come un’ enorme mareggiata: quanto più impetuosa e lunga  è l’onda quanto più forte è la forza contraria che fa ritirare le acque. Ma con questo non voglio dire che il destino di Catania e del Catania è avverso e diretto a sprofondare negli abissi della mediocrità.Giammai!!!!!!!!!
Dico solo che stiamo attraversando una fase di FORZE NEGATIVE che perseguitano coloro che vogliono assestare la propria vita verso strati esistenziali più elevati.
E man mano che l’onda si ritirerà, quel che rimarrà sulla spiaggia è per fortuna ancora TANTO: una società sana, un grande allenatore, un grande gruppo, un POPOLO  che a differenza dei romanzi verghiani non fa e non deve far parte dei VINTI.
Perchè innanzitutto la dignità, l’ intelligenza e la civiltà della maggioranza di noi catanesi non ci permette di pagare un prezzo così alto per colpa di una minoranza di bestie inferocite, di uomini di Neanderthal cresciuti in giungle di cemento.La peggiore ingiustizia, il peggiore affronto è doversi inginocchiare verso simili avvenimenti e verso l’iniquità anche di chi giudica questi avvenimenti colpendo con la propria scure la parte più sana di un metabolismo
.
Perché siamo una squadra, un popolo dalle mille energie e dalle mille risorse.
Se il nostro destino di siciliani, di catanesi è di ottenere gli stessi risultati di altrove (non solo sportivi ma in senso lato, come trovare un lavoro, creare un’impresa etc.) faticando tre volte di più, beh, non resta che rimboccarci le maniche e lavorare, sudare, credere e pensare positivo , PERCHE’ I RISULTATI ARRIVERANNO LO STESSO, se ci crediamo, se siamo compatti se non consideriamo la nostra terra come deserto e le cose “nordiche” come migliori delle nostre.
Il quarto posto in Serie A non è una casualità, ma l’emblema di un disegno, di un progetto che dimostra quanto di buono si possa creare nella nostra terra con una giusta organizzazione e con fiducia nei propri mezzi, lasciando in disparte fatalismo e vittimismo, tipico di noi isolani.
E’ ora di ripartire, perché dalla spinta verso il basso si possono trovare forze ancor più grandi di prima per riportare il Catania verso traguardi ancor più elevati di prima.
DIPENDE TUTTO DA NOI!!!!!!!!!Fratelli rossazzurri, NON MOLLIAMO MAI!!!
"più tifi strisciato, più sei un siciliano rinnegato !! fuckinmiju "