Che il Catania non eccellesse sul piano della comunicazione è un dato assodato che la società si porta dietro fin dall'inizio della nuova era Pelligra. Non mi soprende quindi che continui questa carenza, anche perché il nuovo responsabile del settore è al lavoro da poco ed in ogni caso la comunicazione va coordinata con la proprietà. E una proprietà che è dall'altra parte del mondo rende difficile il tutto.
La proprietà formale del Catania non penso sia importante. Ciò che importa sul serio è la volontà di investire ancora nel Catania, e fino ad ora ciò è avvenuto.
Il mancato rinnovo di Inglese (e la sua firma con la Salernitana diretta dal nostro ex DS Faggiano) andrà valutato alla chiusura del mercato, quando si tireranno le somme e si capirà se il Catania è più forte o meno dello scorso anno e se la rosa dei calciatori a disposizione sarà competitiva oppure no. Certamente Inglese era un componente importante della spina dorsale della squadra ed ora mi aspetto che venga sostituito con un calciatore di pari qualità e che la squadra sia completata nei suoi uomini cardine prima dell'inizio del ritiro.
Personalmente avrei preferito che fosse confermata la dirigenza (DS), l'allenatore e la squadra dello scorso anno colmando le lacune d'organico che non hanno permesso al Catania di vincere il campionato.
Ora guardo con curiosità le novità dirigenziali e le mosse sul mercato, pensando che non si ristruttura una dirigenza con uomini d'esperienza e prestigio se non si ha intenzione di investire sul mercato per una squadra competitiva.
Caro Vasco non sono d'accordo, pur rispettando la tua opinione.
La differenza di proprietà non è per niente formale perché rende tutto più complicato e una cosa è la gestione familiare, ben altra è adattare una gestione aziendale ad un mercato diverso.
Sapienza appena arrivato si è permesso atteggiamenti che cozzano con la sua fama di "top player della comunicazione".
L'opzione su Inglese andava esercitata in modo da poter eventualmente capitalizzare la sua cessione, non dico che in assoluto non andasse ceduto, né che non si potessero discutere le condizioni fissate a suo tempo, ma è stata una gestione molto discutibile che mi fa anche temere che abbiano paura di dichiarare le loro strategie. Quando mai si è discusso un rinnovo dopo la scadenza del contratto?
Qui c'è più di qualcosa che non va a livello organizzativo, ci sono aspetti del tutto incompatibili con le ambizioni dichiarate. Non è così che si prepara una stagione, ma ripeto, per me non è un problema vivacchiare per sempre in C, anche se per quello basta una sigi senza debiti o un Giovannone, presumo anche un Maestri.
Il problema è l'arroganza e l'ipocrisia di questa dirigenza che si muove secondo valori che non hanno nulla a che vedere con quelli sbandierati al momento dell'insediamento.
Si dovrebbe riflettere sul gran numero di rifiuti incassati dai giocatori fin dai tempi di Lucarelli, sulle tante dichiarazioni risentite di ex rossazzurri e sul (mal)trattamento di tanti ex dirigenti.
Se un Finotto qualunque non vede nel Catania un'opportunità abbiamo grandi problemi.
Dici di attendere il lavoro dei nuovi, ma già il fatto che il budget si decida a giugno inoltrato (sempre che si sia deciso) e che si debba cedere prima di acquistare la dice lunga sulla situazione e dimostra anche che il compito di Zarbano sia più che altro amministrativo. Su Pastore mi taccio, ma già a gennaio la mossa sul giocatore argentino a tre ore dalla chiusura del mercato ha dimostrato su quali livelli ci si muove.
Secondo me stanno cercando una exit strategy mi auguro che per una volta possiamo avere un tranquillo passaggio di consegne piuttosto che seguire il copione più in voga del calcio moderno, cioè le finte cessione a società fantasma "incaricate" di traghettare verso il fallimento società che non si riesce a rendere produttive.
Mi dispiace, ma se l'obiettivo fosse di far crescere la società e la squadra ci si muoverebbe con tutt'altra risolutezza, considerato che in C non c'è un'aspettativa di vita di più di un lustro.
Nel lontano 2005 Lo Monaco dichiarava senza mezzi termini che era necessario scappare dalla B per potersi regalare un futuro. Ripeto, dalla B, non dalla C, figurati adesso.
E ciò non vuol dire andare sul mercato a forza brutta facendo debito, ma muoversi per tempo e con le idee chiare sul progetto tecnico.
Di tutto ciò non c'è traccia e dubito che tengano tutto nascosto per modestia. Non sanno proprio cosa stanno facendo. E' più che lampante.