Intanto una (amara) considerazione: chi è quel tifoso o quell’esperto di calcio che non converrebbe con me nell’affermare che se invece di sorbirci questi infausti due anni di corinesimo con un accanimento ch’è andato al di là di ogni lecita sopportazione, visti i disastri e gli avvilimenti subiti, si fosse affidato questo dannato consolidamento a Baldini assecondandolo nelle sue esigenze (che non credo chiedesse la luna, o comunque cose assolutamente improponibili), noi avremmo intrapreso ben altro percorso. Con quella squadra carica d’entusiasmo per aver stravinto i playoff di C, che conosceva, e interpretava, a meraviglia il credo calcistico baldiniano, con un direttore sportivo come Castagnini, molto competente e con le idee molto chiare (Brunori l’ha “trovato” lui) e con la potenza economica del CfG alle spalle, la squadra avrebbe sicuramente fatto meglio lo scorso anno e sicuramente, se non addirittura l’anno scorso stesso, sarebbe stata promossa quest’anno, con o senza playoff.
Ma invece c’era da ristrutturarsi, c’era da consolidarsi, c’era da imprimere il marchio del CfG in tutto ciò che ruotasse attorno al Palermo.
Il risultato è stato due anni di umiliazioni che non ricordo nemmeno ai tempi di Giovanni Ferrara. Su 80 partite tra campionato, coppe e playoff, le gare in cui siamo stati veramente orgogliosi della prestazione della squadra sono state si e no una decina. Tutte le altre assolutamente incolore ed in alcune ci siamo coperti la faccia con le mani per coprire il rosso porpora del nostro volto.
Il triplice fischio finale del playoff perso di Venezia è stato accolto dalla maggior parte di noi come una liberazione, come un “finalmente si volta pagina”, come un “adesso tutti a casa, tabula rasa e dall’anno prossimo non ci saranno più scuse, né quinto posto che tenga, l’anno prossimo occorrerà arrivare tra i primi due”.
Ma se si parla di tabula rasa, o comunque di cambiare almeno 12/15 elementi, di cui almeno 6/7 che dovranno essere titolari, dove nello specifico il reparto difensivo deve essere pesantemente rivisto e quello d’attacco totalmente stravolto, dov’è il consolidamento di cui si parlava lo scorso giugno 2022? Sta rimanendo davvero ben poco da salvare! Chi sarebbero questi 4 o 5 elementi che si possano definire top per la categoria e di sicuro affidamento per un campionato di vertice? Diakitè e Ranocchia va bene. Un pelino sotto c’è Segre. Desplanches ha giocato troppo poco per potersi definire un “top” ma in una B molto ricca di portieri scarsoni sono certo che farà la sua onesta figura. Poi c’è un gruppetto di bravi giocatori, promettenti, con ampi margini di crescita, Vasic, Lund, Gomes (se rimane), che potrebbero anche fare i titolari ma da qui a dare la garanzia di arrivare primi ne corre. Tra gli “anziani”, Di Francesco, Di Mariano e Lucioni potrebbero tornare utili ma riusciranno ad assumere il ruolo di titolari per tutto l’anno?
Per cui la domanda rimane: dov’è il consolidamento di cui si parlava prima? Cosa ha prodotto? O forse sarebbe più onesto chiedersi cosa è rimasto. Paradossalmente eravamo meglio due anni fa che almeno c’era la certezza Brunori che in una squadra organizzata bene i suoi 20 gol in B te li fa di sicuro. Poi avevamo Luperini, Valente, Floriano, De Rose, Damiani, ma il rendimento di chi ha sostituito questi giocatori qui l’abbiamo visto bene? Ma non c’è stato da deprimersi? Non c’è stato da mettersi le mani sui capelli?
Adesso siamo qui a riprogrammare la nuova stagione. Ma se il consolidamento non c’è stato, se si sta ricominciando tutto d’accapo con nuovo allenatore e nuovo direttore sportivo e solo tre o quattro giocatori sicuri, come si fa sbilanciarsi con “serie A subito, a primo botto” se non stiamo messi affatto meglio di quando in B ci abbiamo messo piede? Secondo me si dovrà fare un nuovo progetto biennale, ci vorrà un nuovo bomber da 20 gol, dato che Brunori qui non vorrà rimanere, ci vorranno investimenti molto sostanziosi (ma gli €€€€ non mancano) ma soprattutto ci vorrà trovarli i giocatori giusti che siano top per la B e che all’ultimo mento non ci vengano strappati da club di serie A o da club di B ambiziosi come noi ma dove non si vedono le vergogne che abbiamo visto qui e da questo prendo il destro per spendere due parole sulla questione Brunori. Io non condanno assolutamente il giocatore e capisco benissimo il suo stato d’animo e perché ha detto quello che ha detto. Ma non doveva attaccare la città. Qui tutti siamo stati vittime, squadra e tifosi. Siamo stati vittime di un allenatore che in due anni non ci ha capito nulla e di una società che è rimasta immobile sino allo sfacelo a cui siamo andati incontro. Io durante l’anno non ho visto una squadra che non si impegnava, ho visto semmai una squadra che correva male, che giocava troppo in orizzontale, spesso addirittura all’indietro, che non riusciva a proporre il lavoro fatto in settimana durante gli allenamenti, una squadra che non riusciva ad imporsi sull’avversario e di contro perdeva convinzioni in quello che faceva e smetteva di correre, rallentava, veniva sopraffatta. Tutto ciò molto spesso si tramutava in sconfitta. Era evidente che era la guida tecnica che non andava ma nonostante questo non si muoveva foglia, tutto rimaneva immutato, tutto veniva riproposto tale e quale nella gara successiva, persino il sistema di gioco era sempre lo stesso, persino l’assenza di arrivo di palloni da tramutare in chiare occasioni da gol, specificatamente per Brunori (che è quello che a nome di tutti i suoi compagni ha palesato il proprio malessere), si ripeteva con puntualità svizzera in ogni gara. E poi, ad ogni sconfitta, la squadra veniva avviata a presentarsi sotto la curva nord, a testa bassa, a prendersi gli improperi dei tifosi, improperi che, l’ho sempre scritto, avrebbero dovuto avere ben altro indirizzo. Per un anno è andata avanti così, creando un clima opprimente che non tutti i giocatori riuscivano a sopportare. Ad una squadra che si smontava perché non riusciva ad essere vincente gli si affliggeva quest’altra umiliazione: assumersi responsabilità per le altrui carenze. Non è soltanto a Brunori che sia venuta voglia di andar via e chi ha mercato sicuramente si farà sentire.
Detto ciò io penso che prim’ancora che rivedere la squadra, la società farebbe bene a rivedere se stessa. Perché il rischio di reiterare gli errori commessi è altissimo ed in questo campionato di serie B italiano non ti puoi permettere di osservare le cose da lontano e comunicare attraverso mail o telefonate ai referenti come non ti puoi permettere di ragionare guardando solo la classifica, come parecchi giornalisti ci invitavano a fare, esortandoci a stare buoni e che oggi fanno fatica a riconoscere quanto avevano torto a ragionare in quel modo.
Un’ultima perplessità sulla scelta dell’allenatore.
Zanetti allenatore andrebbe benissimo solo se si fosse in serie A, specie al primo anno dove in una piazza come Palermo ci può anche stare una dignitosa salvezza. Il CfG ha la forza economica necessaria sia per fare una squadra di B che per fare una squadra di A. Solo che se giochi in A puoi anche arrivare ottavo, decimo, dodicesimo posto, non dovrebbe essere molto complicato se hai una rosa di valore ma se ti fai la B, quest’anno devi vincere e basta; e, secondo me, oltre ad una rosa veramente all’altezza ci vorrebbe anche un tecnico con molta più esperienza di cadetteria, uno che la B la conosce a menadito, che ne conosce le trappole, le debolezze, i pericoli e sappia come venirne a capo. Invece si “scava” tra gli emergenti, alla ricerca del nuovo Sarri di turno, del nuovo De Zerbi o del nuovo Italiano.
Insomma mi sa che la vera impresa il Palermo la dovrà fare quest’anno perché non c’è stato alcun consolidamento e a differenza dei precedenti due campionati si sta ripartendo veramente da zero.