La B e' la stessa cosa della A.Naturalmente con le differenze tecniche fra i 2 campionati,ma sono diventati talmente scadenti che squadre ridicole riescono ad emergere con la consapevolezza di se.
Secondo me non è un caso che le neo-promosse dalla Lega Pro dello scorso anno (non dimentichiamo che il Perugia ha fatto molto bene e il Vicenza è ancora lì a giocarsela) siano state protagoniste nel campionato di B di quest'anno.
La Lega Pro, con i suoi limiti economici strutturali (infatti è molto difficile chiudere una gestione in lega pro in pareggio) costringe le società ad aguzzare la vista e l'ingegno, scegliendo calciatori capaci di assicurare almeno un tasso agonistico elevato, e quando a ciò si aggiungono le qualità tecniche, le cose vanno alla grande. Insomma per emergere dalla Lega pro alla B occorre molta competenza gestionale, qualità che poi in B fa la differenza rispetto a quelle squadre, anche dotate di un bancino di utenza e di una forza economica notevole, che credono, in modo velleitario, di poter affrontare il campionato come una passeggiata di salute.
Lo stesso Bologna (che, va precisato, ancora non ha conquistato un bel niente, anche se tutti gli addetti ai lavori un giorno si e l'altro pure, spingono, si augurano, che i felsinei tornino in serie A), ha condotto un campionato anonimo fino all'arrivo sul ponte di comando della società di Corvino, che dall'alto della sua esperienza ha creato un clima diverso ed una diversa percezione degli obiettivi; oltre a spendere oculatamente le risorse economiche messe a disposizione dalla nuova proprietà italo-americana.
In conclusione, per vincere o per essere protagonisti, in qualunque categoria, occorre competenza e conoscenza approfondita del calcio in tutti i suoi aspetti. Non basta affidarsi ai presunti "nomi" o al "blasone" o alle reti di relazioni con protagonisti importanti del mondo del calcio: la domenica bisogna correre, aiutarsi con i compagni, azzeccare i passaggi, e buttarla dentro la rete.