Come la storia ci insegna, è difficile (forse solo i tedeschi ci riescono) conciliare l'interesse di chi detiene il capitale con l'interesse dei lavoratori. Da buon capitalista Pulvirenti deve salvaguardare i suoi investimenti, e se fra le tante attività su cui ha investito i suoi capitali ve ne è una che non rende, anzi perde, la taglia per non compromettere tutto il gruppo; considerato anche che le prospettive del trasporto aereo in europa non sono rosee e che quasi tutte le compagnie europee di un certo rilievo, chi più (Air France) chi meno (Lufthansa - Iberia) sono in perdita. Alitalia (salvata coi soldi dei contribuenti italiani) invece l'anno scorso ha chiuso l'esercizio in pareggio e si sta abbellendo (anche con la conquista della quota di passeggeri Windjet) per essere ceduta, quando le condizioni del mercato lo consentiranno, al gruppo europeo (AirFrance-Klm o Lufthansa) che offrirà di più per un vettore aereo (Alitalia-Windjet) specializzato nelle tratte brevi e monopolista del traffico italiano. A quel punto i capitalisti dell'operazione Alitalia (Colaninno, Benetton, Sabelli e....adesso anche Pulvirenti, visto che diventerà azionista della compagnia) monetizzeranno il loro investimento e tanti salutoni a tutti.
A noi fa effetto pensare alla vendita Windjet, la società con cui generalmente identifichiamo il Pulvirenti imprenditore, e lo identifichiamo come un fallimento che a ben guardare non è. Tutt'altro.
Detto questo, e se questa è la logica, fino a quando il Catania Calcio sarà una società che produrrà utili, pochi o molti, non credo che il Presidente la dismetterà, per cui io da questo punto di vista non temo grandi rivoluzioni nel breve-medio termine. A meno che la nuova dirigenza guidata da Gasparin non produca enormi, immediati, disastri. Ma mi sembra una possibilità molto remota.