Oggi il quotidiano locale riporta la notizia che l'Amatori Catania Rugby (fondato nel 1963) ha rinunciato sia alla Sedrie A (campionato di appartenenza) sia a ripartire dalla C.
"Ripartiremo dalle scuole", dice il Presidente Stazzone, ma non so cosa vogllia dire.
Si tratta di un altro segnale inequivocabile del declino della nostra città, considerato anche il ruolo sociale svolto dall'Amatori dalla sua fondazione.
Un altra dimostrazione che la nostra città è incapace di sfruttare a pieno dle proprie potenzialità, sa solo affidarsi alle iniziative dei singoli più volenterosi e illuminati. La normalità di un'organizzazione che viva sulle proprie gambe e sappia resistere alle oscillazioni dovute a elementi contingenti è un miraggio.
Basti pensare che potremmo vivere di turismo, grazie alla posizione geografica, all'Etna e al mare, che non sono merito nostro, ma poi accettiamo che un turista che arriva all'aereoporto sia totalmente abbandonato, non c'è nemmeno un info point, figuriamoci un modo semplice di arrivare in centro o altrove. Se va bene li spenniamo per un giro sula funivia dell'Etna per poi non vederlo più. Il mare c'è ma non si vede, i servizi non esistono, i rifiuti abbondano anche perché molti non sanno distinguere una buccia di banana da una bottiglia di plastica..
Meditiamo quando ci vantiamo delle enormi potenzialità, perché siamo fondamentalmente degli eterni perdenti: le potenzialità la natura ce le ha date, è vero,, ma quando si tratta di metterci qualcosa di nostro non vediamo al di là del nostro naso.
Anche se Ross Pelligra, vista la popolarità del rugby in Australia, volesse sobbarcarsi un altro progetto, non sarebbe comunque un gran segnale: la civiltà non può essere importata, deve arrivare dal basso.