Non è affatto la fine di tutto.
Nel calcio moderno spesso i cambi di proprietà avvengono spesso grazie ai tribunali, visto il proliferare di delinquenti che si approcciano al calcio, dai quali non è facile liberarsi in modo ordinario.
Certo fa rabbia che Pulvirenti e Lo Monaco possano godersi lo stesso tenore di vita di sempre senza pagare per i danni fatti, a danno di fornitori, creditori, dipendenti e clienti delle loro aziende mandate in malora.
Alla SIGI dico solo che hanno esordito sbandierando il concetto di trasparenza e la discontinuità con il passato e hanno finito per agire nella più totale ambigità e scorrettezza.
Resta per me un mistero come questi personaggi possano eccellere nelle rispettive professioni.
Per la piazza a mio avviso è l'occasione per un reset di mentalità a tutti i livelli.
Il calcio è la rappresentazione in scala del declino verticale di Catania e del Sud.
Dovremmo avere imparato, dopo questa lezione, a riconoscere i truffatori, i finti salvatori della patria e il prototipo dell'imprenditore locale, che è più che altro uno speculatore.
Che ci serva almeno per non prostrarci davanti ai prossimi prima ancora che abbiano alzato un dito, come è stato fatto con Tacopina.
Ognuno faccia un esame di coscienza per non ripetere gli errori commessi, anche i giornalisti, spesso attaccati a sproposito ma spesso anche incapaci di riportare informazioni piuttosto che sensazioni, come fossero tifosi qualunque.
Basta anche con la stupida contrapposizione fra "fallimentaristi" e "matricolisti".
Preoccuparsi che una storia possa finire male, come ogni logica faceva prevedere fin dal radicale cambio di strategia pulvirentiano, non vuol dire auspicarlo. Chi si occupa del Catania lo fa perché è tifoso, non ci sono altre motivazioni. Inutile fare la gara a chi ha più anni di abbonamento o a chi è più affranto, come sta accadendo sui social.
Bisogna lavorare subito perché i fallimenti non diventino la regola, come succede a Messina, per esempio, e questo vuol dire affidare il titolo sportivo o la nuova società a gente serie e facoltosa, e quindi non locale.
Per il resto, abbiamo cambiato denominazione almeno tre volte nella nostra storia, manterremo i colori, forse anche il logo, se ci va di lusso persino il titolo sportivo, quindi pensiamo al futuro piuttosto che al passato, che è fatto peraltro anche di pagine nerissime.