Chiedo scusa se qualcuno si è risentito delle mie constatazioni (non insulti; sapessi quante "constatazioni" nella mia professione) ma vorrei sommessamente ricordare che esistono le campagne giornalistiche che cavalcando l'opinione comune (non quella delle lobbyes come attualmente molto spesso accade) sono riuscite a fare cadere interi governi e penso che il quotidiano catanese non si sia espresso nettamente su questa vicenda che - giratela come volete - ha un unico responsabile ed è Pulvirenti in quanto gli altri hanno agito sotto il suo input.
Io non credo neanche alla versione più edulcorata in cui si vuole fare apparire vittima di una congrega di lestofanti il capostazione.
Naturalmente apprezzo il vostro lavoro ma anche voi constaterete che la professione giornalistica in Italia non è del tutto "all'impiedi" (non per niente in quanto a libertà di stampa siamo al 77esimo posto e dietro Burkina Faso e Botswana) quindi la mia più che un'accusa/insulto a voi era una constatazione sulla categoria partendo -magari- da una premessa opinabile.
Caprarupens, parlare di "strategia dei servi" è un insulto.
Ti ricordiamo che la redazione del quotidiano cartaceo non è la stessa del sito web e noi, ovviamente, non possiamo entrare nel merito e rispondere a nome dei colleghi.
Per quel che ci riguarda, non abbiamo mai cavalcato alcuna versione edulcorata o simili.
Quanto al giornalismo in Italia - se vuoi conoscere il nostro pensiero - nessuna difesa d'ufficio della categoria, ma neppure eccessive generalizzazioni.
C'è chi lavora bene e chi lavora meno bene, chi è preparato e conosce la materia (calcio, politica, spettacolo: vale in ogni caso) e la grammatica (sì, bisogna padroneggiare pure quella anche se ormai, purtroppo, per qualcuno sembra quasi marginale) e chi va a spanne in tutti i sensi, chi fa populismo più o meno mascherato, chi strizza l'occhio al potente di turno e chi conserva indipendenza di giudizio, magari senza sbandierarla ai quattro venti visto che dovrebbe essere un ovvio requisito per chi esercita la nostra professione.
Saper distinguere deve rimanere, oggi più che mai, un principio di civiltà.
Per noi è tutto chiarito, ma restiamo sempre pronti a confrontarci con voi su qualsiasi tema (e su qualsiasi critica).
La redazione