Autore Topic: Lettera di una professoressa a Pulvirenti  (Letto 3752 volte)

Offline Marco Tullio

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Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« il: 13 Settembre 2015, 04:42:47 pm »
Casorezzo (MI), 13 Settembre 2015
Cari miei,
 ecco uno spunto che chiarisce come io e molti altri di noi ci sentiamo dopo quello che è successo. Leggete che cosa scriva una professoressa al galantuomo dei treni:
"Il Catania ha rappresentato per otto anni un collante tra la mia figura di docente-educatrice e gli alunni appartenenti a un territorio a rischio, ma anche di ambienti tranquilli con difficoltà di relazione ed handicap. Frutto dell’affetto per la squadra, del rispetto per quel presidente che per otto anni ci ha fatto sognare, permettendo di sentirci allo stesso livello di squadre di alto rango, di dimostrare che come città non siamo secondi a nessuno. Dando prova a tutti di civiltà, sportività, correttezza e trasparenza. Il rispetto delle regole dimostrato da calciatori e dirigenza mi avevano permesso di trovare il modo per instaurare relazioni positive tra i ragazzi, con la figura docente e con una ricaduta positiva sul profitto scolastico.
La gratifica per una risposta giusta dettata da attenzione in classe, per un buon comportamento o la vittoria di una gara di matematica era spesso rappresentata con il dono di una rivista del Catania o con un poster di un giocatore sempre del Catania. Vai con la fantasia, basta immedesimarsi! Avreste dovuto vedere la gioia nei loro occhi, la luce del sorriso sul loro volto, la postura positiva di chi si vede riconosciuto un piccolo successo. Il lunedì post-partita, prima del cambio dell’ora, dopo aver assegnato per casa i compiti di rito, l’apostrofo era sempre lo stesso da parte di ragazzi e ragazze: «Le ha portate le riviste de iucaturi?». E io li correggevo: «Si chiamano giocatori».
Ora, alla luce di tutte le nefandezze e i comportamenti sconsiderati di quello che fu il nostro presidente, ai miei alunni, quando entrerò in classe, cosa dirò? Cosa ci diremo, guardandoci negli occhi? «È stato solo un gioco, un bel sogno con un brutto risveglio»? Al non più caro presidente dico che il male fatto non è solo pratico ma anche morale. Il dolore è nell'anima di tutti quegli adolescenti che stavano cominciando a capire praticamente cosa fosse la legalità, tanto trattata in centomila progetti.
L’amore per la maglia del Catania resterà immutato, ma dobbiamo lavorare per allontanare lo scoramento e la rassegnazione. Mi chiedo oggi cosa direbbe l’ex presidente del Catania, di cui è ancora proprietario, a questi ragazzi che inizieranno il nuovo anno scolastico 2015- 2016.
Firmato Una docente-madre e tifosa molto arrabbiata".
Capite la portata di quello che è avvenuto? Non possiamo far finta che non sia successo nulla e credere che basti tornare al calcio giocato per lasciarci alle spalle uno storia così disonorevole. Cordialmente,
Marco Tullio
Firmato Un docente e tifoso molto schifato
Nuovo Catania, nuovo nome

Offline U mastru

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #1 il: 13 Settembre 2015, 08:00:03 pm »
Casorezzo (MI), 13 Settembre 2015
Cari miei,
 ecco uno spunto che chiarisce come io e molti altri di noi ci sentiamo dopo quello che è successo. Leggete che cosa scriva una professoressa al galantuomo dei treni:
"Il Catania ha rappresentato per otto anni un collante tra la mia figura di docente-educatrice e gli alunni appartenenti a un territorio a rischio, ma anche di ambienti tranquilli con difficoltà di relazione ed handicap. Frutto dell’affetto per la squadra, del rispetto per quel presidente che per otto anni ci ha fatto sognare, permettendo di sentirci allo stesso livello di squadre di alto rango, di dimostrare che come città non siamo secondi a nessuno. Dando prova a tutti di civiltà, sportività, correttezza e trasparenza. Il rispetto delle regole dimostrato da calciatori e dirigenza mi avevano permesso di trovare il modo per instaurare relazioni positive tra i ragazzi, con la figura docente e con una ricaduta positiva sul profitto scolastico.
La gratifica per una risposta giusta dettata da attenzione in classe, per un buon comportamento o la vittoria di una gara di matematica era spesso rappresentata con il dono di una rivista del Catania o con un poster di un giocatore sempre del Catania. Vai con la fantasia, basta immedesimarsi! Avreste dovuto vedere la gioia nei loro occhi, la luce del sorriso sul loro volto, la postura positiva di chi si vede riconosciuto un piccolo successo. Il lunedì post-partita, prima del cambio dell’ora, dopo aver assegnato per casa i compiti di rito, l’apostrofo era sempre lo stesso da parte di ragazzi e ragazze: «Le ha portate le riviste de iucaturi?». E io li correggevo: «Si chiamano giocatori».
Ora, alla luce di tutte le nefandezze e i comportamenti sconsiderati di quello che fu il nostro presidente, ai miei alunni, quando entrerò in classe, cosa dirò? Cosa ci diremo, guardandoci negli occhi? «È stato solo un gioco, un bel sogno con un brutto risveglio»? Al non più caro presidente dico che il male fatto non è solo pratico ma anche morale. Il dolore è nell'anima di tutti quegli adolescenti che stavano cominciando a capire praticamente cosa fosse la legalità, tanto trattata in centomila progetti.
L’amore per la maglia del Catania resterà immutato, ma dobbiamo lavorare per allontanare lo scoramento e la rassegnazione. Mi chiedo oggi cosa direbbe l’ex presidente del Catania, di cui è ancora proprietario, a questi ragazzi che inizieranno il nuovo anno scolastico 2015- 2016.
Firmato Una docente-madre e tifosa molto arrabbiata".
Capite la portata di quello che è avvenuto? Non possiamo far finta che non sia successo nulla e credere che basti tornare al calcio giocato per lasciarci alle spalle uno storia così disonorevole. Cordialmente,
Marco Tullio
Firmato Un docente e tifoso molto schifato
Sai qual'è il dramma prof? Credo che il ba.sta.r.do non si rende e non si renderà mai conto del danno spero non irreparabile fatto.
ci hanno fatto credere che un'altro calcio era possibile, che a catania si poteva costruire qualcosa di bello, ce la siamo presa con la persona sbagliata, che con tutti i suoi difetti e sono tantissimi non vendeva o comprava le partite , che i bilanci li rendeva disponibili a tutti per far vedere che non c'era trucco non c'era inganno. Eravamo sulla bocca di tutti, attenzionati dai media come esempio positivo, eravamo di nuovo la milano del sud, ma sempre in positivo, la tua collega poteva dire in classe che essere onesti conviene, che alla lunga paga. Il ba.s.t.ar.do con poche telefonate ha distrutto tutto.
Deluso? uscendo dal calcio per un'attimo, ti dico che ho molti amici che stanno scappando dall'italia, non mi riferisco a Temply ::)
persone deluse, in,c,a,zza,te come scimmie con le emorroidi, che mi guardano come un marziano quando continuo a dirgli che io quasta soddisfazione a bullo toscano non gli e la darò mai. Ma onestamente comincio a pensare che questa mia ostinazione non sia dannosa per il futuro dei miei figli. Sai la finestra per una scelta del genere per quelli della mia età si fà sempre più piccola...
Ma poi basta andare come quest'anno nei boschi sull'etna o per cave e spiagge nel siragusano per capire che questa soddisfazione non gli e la darò mai, questa è la mia terra.
Antonino Rapisarda
P.S. scusa le sgrammaticature che sono tante, ma chiedere a mia moglie di dare un'occhiata ai miei sproloqui digitali non è cosa, sai lei è in seconda fascia, in graduatoria d'istituto.... ::) ::)

Offline GASPARE

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #2 il: 14 Settembre 2015, 09:33:18 am »
Capite la portata di quello che è avvenuto? Non possiamo far finta che non sia successo nulla e credere che basti tornare al calcio giocato per lasciarci alle spalle uno storia così disonorevole. Cordialmente,
Marco Tullio
Firmato Un docente e tifoso molto schifato

...si...diciamo assolutamente che quello della tua esimia e stimatissima collega è anche il mio stato d'animo...ed è lo stato d'animo di tutti coloro che credono nei valori della legalità anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni ...non solo per un pallone che rotola...

...solo che, se mi permetti, non concordo con questo tuo commento...perchè a leggerlo, come quelli degli amicissimi Aldo e Bua, sembra che il Capostazione abbia bacato un mondo invece pieno di gigli di campo, di mecenati per l'amore della maglia e di virtuosi degoubertiniani...che, attenzione, non vuol dire consolarsi con l'adagio: mal comune mezzo gaudio...o, peggio, portarsela a caffè...

...vuol dire, per come la penso io, dare alle cose il giusto peso...quello che è successo a Catania, sicurissimamente, non è una vicenda di calcioscommesse come tante altre...ma non è nemmeno il diluvio universale o Sodoma e Gomorra......se mi permetti l'irriverenza...sarebbe come se un cattolico non andasse più a messa perchè il parroco, o pure il vescovo...e se vuoi anche il papa, viene arrestato per atti di pedofilia...

...d'altronde lo dice la stessa professoressa, Marco, parlando di allontanare lo scoramento e la rassegnazione (è anche una lezione di vita per questi adolescenti...perchè imparino che la vita non sarà mai sempre rose e fiori!)...quindi possiamo e dobbiamo andare avanti...ricostruire e andare avanti...dunque, show must go on, picchì na murutu nuddu (perdoni l'inglesismo, Prof.!!  ::) )

Un abbraccio sincero da uno "scolaro" indignatos quanto te!
 ;-) 
« Ultima modifica: 14 Settembre 2015, 09:37:48 am da GASPARE »
Noli offendere patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est

Offline vasco

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #3 il: 14 Settembre 2015, 11:17:07 am »

Sai qual'è il dramma prof? Credo che il ba.sta.r.do non si rende e non si renderà mai conto del danno spero non irreparabile fatto.
ci hanno fatto credere che un'altro calcio era possibile, che a catania si poteva costruire qualcosa di bello, ce la siamo presa con la persona sbagliata, che con tutti i suoi difetti e sono tantissimi non vendeva o comprava le partite , che i bilanci li rendeva disponibili a tutti per far vedere che non c'era trucco non c'era inganno. Eravamo sulla bocca di tutti, attenzionati dai media come esempio positivo, eravamo di nuovo la milano del sud, ma sempre in positivo, la tua collega poteva dire in classe che essere onesti conviene, che alla lunga paga. Il ba.s.t.ar.do con poche telefonate ha distrutto tutto.



Marco Tullio attraverso la "lettera" esprime un sentimento di delusione che le persone più sensibili hanno provato. Per costoro il calcio ha significati che vanno oltre il semplice fatto sportivo, con effetti che inevitabilmente si manifestano nelle fasce più deboli della società, nel bene o nel male. Il calcio porta al protagonismo "cattivo" di certi soggetti, oppure induce processi di emulazione di situazioni positive.

Abbiamo sopravvalutato Pulvirenti, credendo che di tutto ciò fosse consapevole, invece anche questo, come  i risultati sportivi, non erano farina del suo sacco. A lui non importava niente dell'esempio, della speranza, del riscatto sociale. Per lui il Catania è stato un affare. Lo Monaco gli ha costruito un impero, lui apparentemente (dico questo perchè ho le mie convinzioni su ciò che è successo) lo ha distrutto in due anni, alle spalle di noi tifisi, incurante di tutto ciò che le persone sensibili invece colgono e ritengono ancora più importante del fatto sportivo.

Ora è fuori gioco, o meglio vedremo fra poco se lo è e se il tanto bistrattato trio è tornato a praticare quanto meno il territorio sportivo (senza altre divagazioni e senza altri fini). 

Per ritornare forse a recuperare una dimensione sociale occorrerà aspettare la nuova proprietà sempre che i nuovi proprietari abbiano la sensibilità per capire (come capirono Lo Monaco prima e Gasparin poi) che a Catania il calcio non è solo sport ma un'occasione per le persone di sentirsi popolo che ha qualcosa in comune e non isole. Non è un caso che quasi tutti quelli che sono passati da Catania siano rimasti legati a questa città.



« Ultima modifica: 14 Settembre 2015, 11:23:59 am da vasco »

Offline bonfanti58

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #4 il: 14 Settembre 2015, 12:21:39 pm »
:
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Per ritornare forse a recuperare una dimensione sociale occorrerà aspettare la nuova proprietà sempre che i nuovi proprietari abbiano la sensibilità per capire (come capirono Lo Monaco prima e Gasparin poi) che a Catania il calcio non è solo sport ma un'occasione per le persone di sentirsi popolo che ha qualcosa in comune e non isole. Non è un caso che quasi tutti quelli che sono passati da Catania siano rimasti legati a questa città.

Condivido. La dimensione sociale e la valenza educativa e morale del Calcio, per realtà come Catania, sono aspetti importantissimi.
Ma direi di più: il loro recupero, in realtà come la nostra, credo sia condizione imprescindibile per ottenere qualsiasi risultato significativo.
Il rosso come il fuoco dell'Etna L'azzurro come il cielo e il mare

Offline Nelson

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #5 il: 14 Settembre 2015, 04:11:44 pm »

Ma poi basta andare come quest'anno nei boschi sull'etna o per cave e spiagge nel siragusano per capire che questa soddisfazione non gli e la darò mai, questa è la mia terra.


Vivi in Sicilia?

Spero che la domanda non sia indiscreta. Molte volte hai detto di vivere laggiù al Nord.

Un saluto.
He was like a cock who thought the sun had risen to hear him crow  (G. Eliot)

Offline Aldo

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #6 il: 14 Settembre 2015, 04:58:39 pm »

Ma poi basta andare come quest'anno nei boschi sull'etna o per cave e spiagge nel siragusano per capire che questa soddisfazione non gli e la darò mai, questa è la mia terra.


Vivi in Sicilia?

Spero che la domanda non sia indiscreta. Molte volte hai detto di vivere laggiù al Nord.

Un saluto.

Nelson, non hai considerato che esistono anche le ferie.   ;-)
Melior de cinere surgo! ❤️💙❤️💙

Offline Nelson

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #7 il: 14 Settembre 2015, 05:10:05 pm »

Ma poi basta andare come quest'anno nei boschi sull'etna o per cave e spiagge nel siragusano per capire che questa soddisfazione non gli e la darò mai, questa è la mia terra.


Vivi in Sicilia?

Spero che la domanda non sia indiscreta. Molte volte hai detto di vivere laggiù al Nord.

Un saluto.

Nelson, non hai considerato che esistono anche le ferie.   ;-)

In base al discorso, non devo tenerle in considerazione.

Passare le ferie in Sicilia e vivere in Sicilia sono due cose diverse. Ma aspetterò la risposta del buon Mastru.
He was like a cock who thought the sun had risen to hear him crow  (G. Eliot)

Offline U mastru

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #8 il: 14 Settembre 2015, 08:30:18 pm »

Ma poi basta andare come quest'anno nei boschi sull'etna o per cave e spiagge nel siragusano per capire che questa soddisfazione non gli e la darò mai, questa è la mia terra.


Vivi in Sicilia?

Spero che la domanda non sia indiscreta. Molte volte hai detto di vivere laggiù al Nord.

Un saluto.

Nelson, non hai considerato che esistono anche le ferie.   ;-)

In base al discorso, non devo tenerle in considerazione.

Passare le ferie in Sicilia e vivere in Sicilia sono due cose diverse. Ma aspetterò la risposta del buon Mastru.
Se fosse per mia moglie (romana) si trasferirebbe domani. :-D Io spero di ritornarci in pensione.
Si, vivo in piemonte,dove mi trovo benissimo, ma potessi scapperei di notte, ma con il mio caratterino in sicilia non mi ci rivedo se non in pensione.
Ma vedi, io quando dico la mia terra intendo l'italia tutta e mi fà un male pazzesco all'anima vedere gente di vent'anni, trenta o anche quarantenni che ormai hanno rinunciato a lottare per migliorare "questo paese" il loro paese. sono scoraggiati, sfiduciati, oltretutto come fai a dargli torto. Ma continuo a comprendere di più chi va via perchè vuole avere esperienze nuove, vivere in altre realtà diverse da quella italiana, da chi vai via perchè si sente sconfitto.
"U Mastru"
P.s.
Tutti bei discorsi, di sicuro c'è solo che in cima ad un cono spento nei boschi sopra  Bronte mentre mi riempivo gli occhi di tanta ma tanta etna, Pensavo, "ecco, adesso sono a casa"

Offline Sergio

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #9 il: 14 Settembre 2015, 09:11:50 pm »
sarebbe come se un cattolico non andasse più a messa perchè il parroco (...) viene arrestato per atti di pedofilia...

Caro Gaspare: un cattolico che non va più a messa perchè scopre che il prete è pedofilo vuol dire che è un cattolico leggermente più razionale di quanto la sua fede lo faccia apparire ::) ;-)
Insomma diciamo che è uno che si potrebbe recuperare ;-)
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline Sergio

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #10 il: 14 Settembre 2015, 09:15:19 pm »
Capite la portata di quello che è avvenuto? Non possiamo far finta che non sia successo nulla e credere che basti tornare al calcio giocato per lasciarci alle spalle uno storia così disonorevole. Cordialmente.

Tutto si può ricostruire. E tornare al calcio giocato è il primo passo da cui risalire.
Disperarsi va bene. Ma darsi per vinti mai!
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline Marco Tullio

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #11 il: 14 Settembre 2015, 10:19:25 pm »
Casorezzo (MI), 14 Settembre 2015
Caro Sergio,
l'esempio del prete non mi tocca, perché per me "soli Christo gloria", ma per il Catania è diverso, perché è una fede immanente e la sozzura che si è riversata sul nostro capo non la possiamo scrollare via proiettando la giustizia su un piano ultraterreno. Tuttavia cristianamente non posso rifiutare questa croce da cui non mi è concesso ripromettermi al momento nient'altro che scherni e sputi in faccia sul solco di nostro Signore, che sempre sia benedetto, nell'attesa della risurrezione. Caro Sergio, grazie per i tuoi spunti di riflessione, dai quali ho ricavato adesso non poco conforto. Forse, sempre per carità cristiana, presto riuscirò a perdonare Pulvirenti per il male che ha provocato ai dipendenti delle sue varie imprese, al Calcio Catania e ai suoi sostenitori, alla sua stessa famiglia con la sua condotta moralmente disordinata. Può darsi che i bagordi taorminesi lo distolgano da un serio esame di coscienza, ma quando tra non molto si ritroverà solo con le sue cattive azioni, non potrà che trovare rincrescimento per il male che ha fatto alle tante persone che hanno creduto in lui. Affettuosamente,
Marco Tullio
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Offline Sergio

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Re:Lettera di una professoressa a Pulvirenti
« Risposta #12 il: 14 Settembre 2015, 11:56:51 pm »
Casorezzo (MI), 14 Settembre 2015
Caro Sergio,
l'esempio del prete non mi tocca, perché per me "soli Christo gloria", ma per il Catania è diverso, perché è una fede immanente e la sozzura che si è riversata sul nostro capo non la possiamo scrollare via proiettando la giustizia su un piano ultraterreno. Tuttavia cristianamente non posso rifiutare questa croce da cui non mi è concesso ripromettermi al momento nient'altro che scherni e sputi in faccia sul solco di nostro Signore, che sempre sia benedetto, nell'attesa della risurrezione. Caro Sergio, grazie per i tuoi spunti di riflessione, dai quali ho ricavato adesso non poco conforto. Forse, sempre per carità cristiana, presto riuscirò a perdonare Pulvirenti per il male che ha provocato ai dipendenti delle sue varie imprese, al Calcio Catania e ai suoi sostenitori, alla sua stessa famiglia con la sua condotta moralmente disordinata. Può darsi che i bagordi taorminesi lo distolgano da un serio esame di coscienza, ma quando tra non molto si ritroverà solo con le sue cattive azioni, non potrà che trovare rincrescimento per il male che ha fatto alle tante persone che hanno creduto in lui. Affettuosamente,
Marco Tullio

Caro Marco Tullio:
Pensa che tutte le mattine mi alzo sempre alle 5.30, ed a volte anche prima. Già alle 6 meno 10 sono per strada, quindi, per il lavoro che svolgo, non posso andare a letto tardi la sera prima, pena il ritrovarmi un rammollito il giorno dopo. Ma malgrado ciò non mi posso esimere dal rispondere al tuo post.
Rossazzurro e rosanero, credente e non credente, non possiamo certo dire di non avere delle differenze. Credimi, siamo molto meno distanti sulla prima che non sulla seconda. Del resto la storia di questo forum parla da sola. Poco ci frega delle fortune della squadra rivale ma il rispetto per le persone, per le loro idee e per le loro manifestazioni, pur con tutte le difficoltà, gli impedimenti e gli elementi contingenti del caso, almeno per quello che mi compete, non l’ho fatto mai mancare. Ed a Catania sono stato più volte per incontrare altri utenti di questo spazio virtuale, curandomi ben poco del colore della sciarpa ma badando principalmente alla qualità delle persone. Ma per quanto riguarda il lato religioso purtroppo ci troviamo in posizioni diametralmente opposte ed assolutamente inconciliabili. Nella mia quotidianità sono circondato da credenti (almeno tali si ritengono). Ma per quello che dicono, che fanno, che pensano in proposito, per il modo di giudicare, ed a volte anche classificare, chi come me ha idee incompatibili con il loro credo e la loro religione, per la loro visione del mondo, della vita, delle cose, delle loro aspettative sull’aldilà (e, purtroppo, anche sull’aldiquà), mi accorgo ogni giorno sempre più di essere in presenza non di credenti ma di creduloni. E la differenza è enorme. E poi, per mia forma-mentis, l’idea di una persona che ritenga l’essere umano l’oggetto (IL soggetto) principale del divino atto creativo, che ritenga l’essere umano (quindi se stesso) creato a immagine e somiglianza di Dio (blasfemia allo stato puro), di quel Dio che ha creato il mondo a suo (dell’essere umano) uso e consumo, ma anche a suo personale piacimento e godimento, e che si arroga il diritto di vita e di morte sulle altre creature del mondo in pieno spregio ad ogni ipotesi di fratellanza biologica che potesse esistere tra noi umani e le altre individualità del creato, rende agli occhi miei il credente (il credulone), l’essere socialmente più abominevole di questo pianeta. Faccio solo un esempio: il leone mangia la gazzella perché ha fame. Ma l’essere umano  mangia il patè di foie gras per i suoi discutibili peccati di gola. Ciò non vuol dire che io abbia in astio l’itera umanità. A volte determinate situazioni sono anche capaci di farti nascere sentimenti contrastanti. Quante volte capita, nel corso di nostra vita, ritrovarsi dinanzi a un credente (un credulone) prostrato in religiosa preghiera, dinanzi un immagine sacra, oppure una statua o una reliquia. Ecco: pervaso da uno sconfinato senso di tenerezza, lì io penso: povero credulone, chissà quali richieste sta inoltrando all’oggetto delle sue preghiere. Egli crede che lassù ci sia qualcuno che le raccolga, che le faccia proprie, che se ne faccia carico e che le porti a termine con felice esito. Egli crede di avere un  protettore, un entità avente potere di manovrare i destini del mondo e di modificarne l’indirizzo. Saranno lodevoli le sue richieste? Saranno moralmente corrette? O, come a volte capita, le gioie dell’uno corrispondano alle disgrazie di qualche altro? Chi lo sa…
Ritornando al tema del topic, anche laddove un Dio esistesse, le sorti sportive della squadra rossazzurra dubito siano valutate come esigenze primarie (anche se qualche dubbio su un non lontanissimo 0-4 al Barbera, lo ebbi anch’io ::) ::)) I valori dello sport portati a modello di lealtà e correttezza  per la formazione e la crescita delle giovani leve è un iniziativa di lodevole rispetto. Ma siamo sicuri che il calcio sia lo sport giusto?  Se di sicuro è lo sport più popolare, è altrettanto certo che sia pure quello più falso, più sporco, più ingannevole,  più corrotto. E l'operato recente di Pulvirenti è soltanto l’ennesimo esempio di quanto sopra.
Ciao!

« Ultima modifica: 15 Settembre 2015, 12:00:56 am da Sergio »
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