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« Ultimo post da Templare il 26 Novembre 2023, 10:05:34 pm »
Non partita sporca, Turiddu, ma "primo tempo importante". Sto tornando adesso dai festeggiamenti di questo "primo tempo importante", tutta la comunita' italiana delle Highlands si e' riunita per celebrare questi 45 minuti che resteranno indelebili nella storia del calcio per la loro importanza.
Non c'e' nulla da aggiungere se non un mio ricordo personale di tanti anni fa. Mi misi per una settimana con la sorella di un mio compagno di classe, ma gia' al terzo giorno, storicamente famoso per le resurrezioni dei figli di Dio, mi accorsi che proprio non mi piaceva e che la domenica sera precedente avrei dovuto bere azzusa piuttosto che birra. Dal quarto al sesto giorno provai in ogni maniera a troncare il rapporto, mettendola anche sul campo delle esperienze pre-matrimoniali: io quasi diciottenne e lei quindicenne, non poteva darmi cio' che sentivo di meritare e d'altro canto mi sarei sentito un verme ad approfittare di lei, ancora cosi' immatura e non pronta per certe situazioni. Ma lei niente, mi disse che me l'avrebbe data in estate (eravamo a maggio) ed io non sapevo piu' che inventarmi. Il settimo ed ultimo giorno, era sabato, e c'era in programma di andare alla Fiera del Mediterraneo. Ci sentimmo per telefono dopo la scuola per metterci d'accordo, poi nel pomeriggio feci strada presso la Fiera con lo stesso spirito di Jorginho nella rincorsa per battere il rigore contro l'Ucraina, ma in via Imperatore Federico decisi di tentare il tutto per tutto. La vidi e prima ancora di salutarci le dissi: non e' piu' possibile. E lei, cosa: andare alla Fiera? Ed io: no, proprio noi due, non e' piu' possibile. Lei: in che senso, scusa? Ed io, chiosa finale da grande poeta romantico: Nel senso ca ti nna gghiri uora, ta llivari i ravanzi.
In realta' alla fine me ne andai io, sommerso di parolazze. Meritate, anche. Questo per dire che oggi come oggi l'unica cosa che la dirigenza dovrebbe dire al suo allenatore, e' la frase composta da quelle poche, ma incisive parole del mio commiato a Paola (ho usato il vero nome per rispetto della privacy).