Morale della favola. Se pulvirenti non avesse acquistato il Catania nel gennaio 2004, sarebbe potuto accadere tutto questo e, cosa ancora più importante, Filippo Raciti sarebbe ancora vivo.
Invito fin da ora tutto il forum ad ignorare l'enensima provocazione che vuole fomentare la violenza verbale: cominciamo ad allenarci per isolare chi semina odio.=D> =D> =D> =D>
[Morale della favola. Se pulvirenti non avesse acquistato il Catania nel gennaio 2004, sarebbe potuto accadere tutto questo e, cosa ancora più importante, Filippo Raciti sarebbe ancora vivo.]Invece ha pesantemente mancato di rispetto alla memoria dell'ispettore Raciti, non vedo cosa ci possa essere di simpatico.
Non sono d'accordo. Questa volta volta Testa Dura era riuscito ad essere simpatico. Senti Testa, ma non sei sprecato in questo forum con un simile talento di scrittore e simile fantasia?
Morale della favola. Se pulvirenti non avesse acquistato il Catania nel gennaio 2004, sarebbe potuto accadere tutto questo e, cosa ancora più importante, Filippo Raciti sarebbe ancora vivo.
Bieca strumentalizzazione di un evento luttuoso per attaccare Catania. Almeno ammetti fra le righe che Pulvirenti ha fatto un buon lavoro e che avresti voluto lo facesse ad Acireale.
Invito fin da ora tutto il forum ad ignorare l'enensima provocazione che vuole fomentare la violenza verbale: cominciamo ad allenarci per isolare chi semina odio.
Ragazzi, non mi convincete. Sono il primo a censurare qualche eccesso di Testa Dura, ma questa volta ha fatto un post veramente divertente, che mi sono stampato e ho fatto leggere e nessuno ci ha trovato da ridire...Fallo leggere alla famiglia Raciti e raccontaci se hanno qualcosa da ridire.
Ricordate quel bellissimo film in cui era mostrato come la vita della protagonista finisse per cambiare per intero a seconda che fosse o meno riuscita, una mattina, a prendere in tempo una corsa di metropolitana a Londra?FATTI CURARE!
I casi della vita, come si dice.
Proviamo a sognare, a immaginare una realtà alternativa.
Gennaio 2004: l'Acireale è primissimo in classifica, lanciato verso una promozione in B data ormai per scontata dagli addetti ai lavori; si spargono voci di contatti tra pulvirenti e Gaucci per l'acquisto del Catania, ma l'accordo NON si conclude per l'eccessivo divario tra domanda e offerta.
Resta tutto com'è e l'Acireale viene promosso in B con dodici punti di vantaggio.
L'anno successivo pulvirenti attrezza una squadra sulla carta mediocre, perché cova ancora la speranza di rilevare il Catania. Ma l'Acireale stupisce tutti, grazie all'arrivo di un nuovo sconosciuto allenatore (Marino) e di alcuni giocatori provenienti dalle serie inferiori (Caserta e Corona). Arriva il quinto posto in classifica, con alcuni momenti in cui si era sperato nelle piazze utili per la promozione, mentre il Catania, oltre a retrocedere, cade nel fallimento di Gaucci e viene radiato. Con i giusti appoggi, viene riammesso alla C2 con il lodo Petrucci e la nuova denominazione Atletico Catania.
A questo punto pulvirenti capisce che i suoi progetti sono da rimettere nel taschino e progetta di far promuovere l'Acireale in A e poi spostarlo a Catania. Allestisce una squadra per la promozione, con acquisti di vaglia (Spinesi, Mascara, ecc.) e la centra al primo colpo.
Si accorge però che i media hanno avuto enorme interesse per la favola Acireale, e che sfruttare questa inclinazione positiva può essere la briscola per ripulire la propria immagine. Si mette addirituttura d'accordo con alcuni politici, che iniziano a portare seriamente avanti il progetto della provincia Acireale-Giarre-Taormina.
Nel nuovo Tupparello di ventimila posti, rinominato stadio dell'Etna, risistemato a tempo di record e perfettamente in regola con le norme di sicurezza (non ce ne sarebbe bisogno, perché i tifosi dell'Acireale si sono segnalati come i più corretti della categoria) l'Acireale affronta il suo primo anno nella massima categoria stupendo gli addetti ai lavori per i risultati (2-0 all'Inter e 3-1 al Palermo in mondovisione, con uno spettacolo unico), per il bel gioco e per l'immagine antiviolenza della sua tifoseria.
pulvirenta si bea in ripetute interviste alla televisione, raccontando di quando sin da giovane tifoso dell'Acireale andava alle trasferte insieme al club Via Samm'astianu.
Il terzo posto finale, con un punto di vantaggio sul Palermo segna il miglior risultato di sempre di una squadra siciliana.
L'Acireale diviene un caso e una moda, con gionalisti svedesi a raccontarne la favola, tifosi da oltreoceano e addirituttura un libro dedicatole da uno scrittore inglese.
Da ricordare per sempre il preliminare di Coppa dei Campioni, brillantemente vinto contro il Villareal, altra squadra di una piccola città che ha trovato nel calcio la sua visibilità.
Accade persino il miracolo: dalle parti di via Asiago, a Catania, comincia a essere di moda circolare con la sciarpa granata, e lasciare il rossazzurro ai mammoriani. In questo forum avremmo sempre gli integralisti pulvirentiani, come Maru Spina, Gaspare, ecc., ecc., ma di granata vestiti. E il Catania? Mah, vivacchia in C2 senza infamia e senza lode, causando qualche incidente non più rilevato di tanto dalla stampa nazionale.
Morale della favola. Se pulvirenti non avesse acquistato il Catania nel gennaio 2004, sarebbe potuto accadere tutto questo e, cosa ancora più importante, Filippo Raciti sarebbe ancora vivo.
Purtroppo è un sogno, mentre la realtà è stata un incubo, per tutti.
Ricordate quel bellissimo film in cui era mostrato come la vita della protagonista finisse per cambiare per intero a seconda che fosse o meno riuscita, una mattina, a prendere in tempo una corsa di metropolitana a Londra?
I casi della vita, come si dice.
Proviamo a sognare, a immaginare una realtà alternativa.
Gennaio 2004: l'Acireale è primissimo in classifica, lanciato verso una promozione in B data ormai per scontata dagli addetti ai lavori; si spargono voci di contatti tra pulvirenti e Gaucci per l'acquisto del Catania, ma l'accordo NON si conclude per l'eccessivo divario tra domanda e offerta.
Resta tutto com'è e l'Acireale viene promosso in B con dodici punti di vantaggio.
L'anno successivo pulvirenti attrezza una squadra sulla carta mediocre, perché cova ancora la speranza di rilevare il Catania. Ma l'Acireale stupisce tutti, grazie all'arrivo di un nuovo sconosciuto allenatore (Marino) e di alcuni giocatori provenienti dalle serie inferiori (Caserta e Corona). Arriva il quinto posto in classifica, con alcuni momenti in cui si era sperato nelle piazze utili per la promozione, mentre il Catania, oltre a retrocedere, cade nel fallimento di Gaucci e viene radiato. Con i giusti appoggi, viene riammesso alla C2 con il lodo Petrucci e la nuova denominazione Atletico Catania.
A questo punto pulvirenti capisce che i suoi progetti sono da rimettere nel taschino e progetta di far promuovere l'Acireale in A e poi spostarlo a Catania. Allestisce una squadra per la promozione, con acquisti di vaglia (Spinesi, Mascara, ecc.) e la centra al primo colpo.
Si accorge però che i media hanno avuto enorme interesse per la favola Acireale, e che sfruttare questa inclinazione positiva può essere la briscola per ripulire la propria immagine. Si mette addirituttura d'accordo con alcuni politici, che iniziano a portare seriamente avanti il progetto della provincia Acireale-Giarre-Taormina.
Nel nuovo Tupparello di ventimila posti, rinominato stadio dell'Etna, risistemato a tempo di record e perfettamente in regola con le norme di sicurezza (non ce ne sarebbe bisogno, perché i tifosi dell'Acireale si sono segnalati come i più corretti della categoria) l'Acireale affronta il suo primo anno nella massima categoria stupendo gli addetti ai lavori per i risultati (2-0 all'Inter e 3-1 al Palermo in mondovisione, con uno spettacolo unico), per il bel gioco e per l'immagine antiviolenza della sua tifoseria.
pulvirenta si bea in ripetute interviste alla televisione, raccontando di quando sin da giovane tifoso dell'Acireale andava alle trasferte insieme al club Via Samm'astianu.
Il terzo posto finale, con un punto di vantaggio sul Palermo segna il miglior risultato di sempre di una squadra siciliana.
L'Acireale diviene un caso e una moda, con gionalisti svedesi a raccontarne la favola, tifosi da oltreoceano e addirituttura un libro dedicatole da uno scrittore inglese.
Da ricordare per sempre il preliminare di Coppa dei Campioni, brillantemente vinto contro il Villareal, altra squadra di una piccola città che ha trovato nel calcio la sua visibilità.
Accade persino il miracolo: dalle parti di via Asiago, a Catania, comincia a essere di moda circolare con la sciarpa granata, e lasciare il rossazzurro ai mammoriani. In questo forum avremmo sempre gli integralisti pulvirentiani, come Maru Spina, Gaspare, ecc., ecc., ma di granata vestiti. E il Catania? Mah, vivacchia in C2 senza infamia e senza lode, causando qualche incidente non più rilevato di tanto dalla stampa nazionale.
Morale della favola. Se pulvirenti non avesse acquistato il Catania nel gennaio 2004, sarebbe potuto accadere tutto questo e, cosa ancora più importante, Filippo Raciti sarebbe ancora vivo.
Purtroppo è un sogno, mentre la realtà è stata un incubo, per tutti.
Non vorrei peccare di solidarietà acitana, ma sei decisamente eccessivo, Diegos. Per una volta sono del tutto d'accordo con Testa Dura.
Direi che dopo quello che sta succedendo (Catania luogo più out d'Italia; rossazzurri in caduta libera senza paracadute), il mio Sliding Doors sia più attuale che mai. Lo ripropongo.