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« Ultimo post da vasco il 27 Agosto 2024, 02:36:28 pm »
Un commento sulla partita di sabato va fatto, altrimenti sembra che non si sia giocata. Un pareggio in trasferta è un buon risultato; se poi arriva con una squadra ancora incompleta, anzi, coi giocatori contati, con una panchina composta in larga parte da giovani della primavera, il risultato acquista ancora più valore. Come già evidenziato nel primo turno di coppa italia, la squadra in campo dimostra l'ottimo lavoro svolto da Mimmo Toscano nel ritiro pre-campionato. I giocatori che ha avuto a disposizione e che sono scesi in campo in questi primi impegni ufficiali dimostrano una personalità e una capacità di coprire il campo che si vede normalemente nelle squadre destinate a svolgere camponati di vertice. Un primo tempo giocato molto bene e con diverse situazioni di gioco che con un po di fortuna avrebbero potuto sbloccare la partita. Il secondo tempo più in difesa, ma sempre con personalità e senza mai essere in balia dell'avversario. Del resto senza cambi il Catania non poteva pensare di fare un'intera partita ai ritmi tenuti nel primo tempo. Questo è quello che ci dice il campo in questo momento. La considerazione finale è la stessa di quella della partite di Coppa: sarebbe un peccato sprecare una stagione che parte con questi buoni presupposti.
Ovviamente tutto dipende da come la società vorrà concludere la campagna acquisti. E qui torna centrale il discorso sulla società.
Io condivido le considerazioni in premessa dell'analisi di Bua però non sono daccordo con la conclusione: o programmate o ve ne andate! E dico al riguardo le mie motivazioni.
Il Catania è una società "giovane" appartenente ad un gruppo industriale che non ha avuto fino ad ora esperienze nel calcio europeo. Una cosa è gestire una società in Australia, a portata di mano, un'altra è gestire una società dell'altra parte del mondo. Per far questo il Presidente si era affidato ad un ex calciatore con trascorsi consolidati nel calcio europeo ed in quello italiano. Grella, il suo "uomo di fiducia" (anche se fiducia controllata, visto che ha provato ad affiancargli anche Caniglia e Bresciano, altri suoi uomini di fiducia che tuttavia sono durati poco) investito della carica di Vice-Presidente, era colui che avrebbe dovuto "costruire da zero" la società, dotandola delle infrastrutture professionali, umane, relazionali, necessarie per realizzare le ambizioni della società. Ambizioni che erano (e credo siano ancora) concrete, dimostrate dal "budget" messo a disposizione dal Presidente.
Ebbene tutto ciò non è avvenuto.
Se infatti in serie D basta un'organizzazione minima, in serie C bisogna alzare il livello di organizzazione e gestione, cosa che non è avvenuta: sia dal punto di vista sportivo (la scelta dell’allenatore giovane dalle idee innovative e di calciatori consolidati) sia dal punto di vista gestionale (vedi gli errori di logista pre-campionato lo scorso anno, la doppia campagna acquisti, i contratti e gli stipendi dei giocatori fuori standard). Non ultimo una adeguata comunicazione con "l'ambiente" (tifosi, istituzioni, sociale) che crea autorevolezza attorno alla società.
Nonostante tutto ciò è arrivata una promozione in serire C da record (a riprova che una organizzazione minima e una potenza di fuoco economica era sufficiente: un direttore sportivo di categoria ed un ottimo allenatore sono bastati per ottenere il risultato). Nell'anno in corso, il secondo dell'era Pelligra, è arrivato anche un altro successo, una Coppa Italia di categoria che il Catania non aveva mai vinto. Il tutto nel bel mezzo di una stagione travagliatissima in cui tutta l'inadeguatezza di Grella rispetto al ruolo a lui attribuito è venuta totalmente e drammaticamente a galla. Non era l'incapacità del direttore sportivo Laneri o quella degli allenatori Tabbiani e Lucarelli a determinare i risultati negativi, ma la sua incapacità di organizzare e di gestire la società, di farne sentire l'autorevolezza (al di là della forza economica).
E ora siamo arrivati al dunque. Se Pelligra ha fatto una verifica di quanto accaduto in questi ultimi due anni, non può non aver rilevato quanto detto prima: non si può impostare una società solo sulla sua forza economica, bruciando un budget che ovviamente non può essere infinito.
Quest'anno il vice-presidente è tornato sulla strada maestra della serie D: un grande allenatore ed un ottimo Direttore Sportivo. Ma tutto questo ormai non può bastare, perché ora ci sono da gestire e da correggere gli errori madornali dello scorso anno. E ciò è del tutto comprensibile in quella logica di "sostenibilità" della quale Grella parlava evidentemente senza comprenderne il significato.
La speranza è che Pelligra non voglia correggere gli errori tutti in una volta e faccia lo sforzo di allestire una squadra competitiva. Poi si potrà concentrare sulla riparazione di danni di Grella, con l'auspicio che ne ridimensioni il ruolo e si affidi a professionisti capaci e competenti.
Del resto la storia recente del Catania parla chiaro: quando è stato gestito da professionisti capaci e competenti (il primo Lo Monaco o Sergio Gasparin), il Catania ha avuto i suoi massimi splendori sportivi. Viceversa quando hanno preso piede i "parolai" da conferenza stampa, il Catania è piombato nel baratro.
Diamo a questa società il beneficio di sbagliare e di costruire (è il loro mestiere). Avevano programmato affidandosi alla persona sbagliata: speriamo lo abbiano capito.
Non vedo alternative migliori a questa proprietà. Sia considerando le manifestazioni di interesse di due anni fa, sia alla luce dell'attualità. Non vedo "patron" vecchi0 stampo all'orizzonte.