E anche queat'anno ci siamo fermati allo stesso punto: un passo prima della finale play off. Tralascio le considerazioni sulla partita di Trapani, giocata male, arbitrata come peggio non si poteva, e semplicemente osservo che rispetto allo scorso anno - quando il Catania aveva numeri importanti in quanto a vittorie e goal fatti che se non ci fosse stato un super Lecce, avrebbero portato alla promozione diretta - in questa stagione quel risultato è frutto di stenti e di un campionato insoddisfacente sotto tutti i punti di vista: il gioco, la condizione atletica, la condizione mentale ed il carattere dei giocatori; tutto è stato approssimativo e, per tanta parte della stagione, inesistente.
Ora però bisogna ripartire, con la consapevolezza che l'errore è umano ma il perseverare negli errori è diabolico.
Io non credo che possiamo chiudere gli occhi e turarci le orecchie per non vedere e non sentire che una società di calcio, a prescindere dalla serie, è un'azienda che deve fare i conti con i bilanci. Il peso delle due retrocessioni di fila, delle follie argentine - che a noi tifosi sono piaciute: Rinaudo, Monzon, Plasil, il fortissimo Leto, il formidabile Gino Peruzzi, Biraghi hanno compiaciuto non poco l' amor proprio dei tifosi - della condanna dei "treni" hanno lasciato un'eredità che non si può disconoscere. Ora però siamo arrivati a 5° campionato in C, un intervallo di tempo che porta lontano da quei problemi, che ormai, penso, siano stati superati o siano in via di superamento, e che mette il Catania di fronte alla sua realtà sportiva che non può continuare ad essere quella della C. Se lo è stata nell'anno appena concluso a causa di un epilogo di stagione sfortunata, qella di dua anni fa, il prossimo campionato lo sarà a causa di un epilogo di una stagione totalmente sbagliata.
Come tifoso mi aspetto che si prenda atto di quegli errori e si riparta su basi nuove. Un'analisi del rendimento dei calciatori, del loro impegno, della loro idoneità caratteriale a giocare a Catania; la guida tecnica che non dev'essere necessariamente un nome altisonante, ma che sia preparata, capace di dare gioco e personalità alla squadra; un preparatore atletico che faccia bene il suo lavoro; uno staff dirigenziale che mantenga unità di intenti ed armonia dello spogliatoio.
Non sono cose nuove o impossibili da realizzare o che comportano investimenti incompatibili con la serie C ed i vincoli economici di una buona gestione. Richiedono però tanto mestiere per metterle assieme e farle funzionare. Ritengo che che ancora Lo Monaco sia la persona giusta, che da garanzie verso la proprietà, perchè ama il Catania allo stesso modo dei tifosi. Purtroppo come tutti può sbagliare e lo scorso anno ha sbagliato: se lo ammettesse darebbe una bella lezione di stile. Conoscendo il personaggio non lo farà, ma non deve neanche ripetere gli errori della stagione scorsa (sento i nomi di Lucarelli, Grassadonia...), perchè 5 anni in C sono tanti.