La partita con l'Avellino ha indicato quello che potrà essere il campionato del Catania da qui alla fine della stagione. Scarto subito l'opzione che Tabbiani possa portare a termine il campionato sulla panchina del Catania, e ciò per vari motivi. Innanzitutto perché questa partita, giunta dopo 10 giornate e quindi in un momento di consolidamento delle squadre del girone, ha evidenziato - a mio parere in modo netto - che il Catania, pur non avendo nulla da invidiare all'Avellino sul piano della qualità dei giocatori, è messo in campo male. La vera superiorità dell'Avellino infatti è emersa dal modo di stare in campo, dal correre dei suoi giocatori in modo efficace ed utile; al cospetto di un Catania che invece ha corso senza costrutto, sprecando soltanto energie nella realizzazione del "gioco" sterile ideato dal suo allenatore. La squadra sul campo ha mostrato volontà, applicazione, senza tuttavia riuscire a dare fastidio più di tanto ad un Avellino dall'identità di gioco precisa e determinata.
E' evidente che, dopo 10 giornate, gli avversari sanno che il Catania gioca sempre nello stesso modo e le squadre più attrezzate prendono le giuste contromisure, vanificando le velleità "giochiste" di Tabbiani. L'identità di gioco del Catania, che era l'obiettivo della dirigenza, è debole: hanno segnato pochi giocatori; non ci sono schemi per sfruttare i calci piazzati; non vengono valorizzati i 5 cambi per colpire i punti deboli dell'avversario con giocatori freschi. Tutto ciò indebolisce il morale di una squadra fatta di giocatori maturi e mentalmente strutturati, i quali, pur dimostrando disponibilità a seguire il tecnico, davanti a queste situazioni non possono certamente essere entusiasti e felici.
Tutto questo credo basti a giustificare il cambio della guida tecnica. Con l'auspicio che il nuovo tecnico venga scelto con maggiore oculatezza, (ho l'impressione che Tabbiani lo abbiano scelto con l'algoritmo oppure qualche amico lo ha raccomandato a Grella).
Il cambio di allenatore dovrebbe essere accompagnato anche dal cambio dello staff dei preparatori. Ridare tutta la parte atletica in mano a Petralia e sollevare dall'incarico chi ha riempito l'infermeria di infortuni muscolari, anche di giocatori che non ne avevano sofferto mai in carriera.
La stagione non è ancora compromessa, non definitivamente. Ma non bisogna perdere altro tempo per andare appresso ad un tecnico che ha dimostrato tutto quello che poteva dimostrare.