Autore Topic: Caso Raciti, secondo colpevole  (Letto 825 volte)

Offline bua

  • Utente
  • *****
  • Post: 5536
  • Mi Piace Ricevuti +0/-0
    • http://cccatania46.altervista.org/
Caso Raciti, secondo colpevole
« il: 23 Marzo 2010, 10:23:32 am »
Omicidio Raciti
secondo colpevole
La prima Corte d'assise di Catania ha condannato Daniele Micale a undici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Già inflitti 14 anni di carcere a Antonino Speziale. L'imputato dovrà risarcire la vedova, i figli dell'ispettore di polizia e il ministero dell'Interno. I legali annunciano ricorso in appello


CATANIA - La prima Corte d'assise di Catania, accogliendo integralmente la richiesta del pm Andrea Bonomo, ha condannato ad undici anni di reclusione, per omicidio preterintenzionale, Daniele Natale Micale, 23 anni, a conclusione del processo per la morte dell'ispettore Filippo Raciti, deceduto per le ferite riportate durante gli scontri dentro e fuori lo stadio "Angelo Massimino" il 2 febbraio del 2007 durante il derby con il Palermo.

La Corte ha condannato l'imputato al pagamento di 25mila euro ciascuno alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero dell'Interno per danni non patrimoniali. I giudici hanno disposto il pagamento esecutivo di una provvisionale di 75mila euro ciascuno per la vedova e i due figli dell'ispettore Raciti e di 50mila euro per il ministero dell'Interno.

Gli avvocati Domenico Cannavò e Eugenio De Luca, subito dopo la lettura del dispositivo hanno annunciato che presenteranno appello contro la sentenza: "Appena saranno depositate le motivazioni, entro i prossimi 90 giorni - hanno aggiunto i penalisti - le leggeremo con attenzione e prepareremo ricorso. Le sentenze ovviamente non si commentano ma si appellano. Noi restiamo certi dell'innocenza del nostro assistito e di poterlo dimostrare nel processo in secondo grado".

Per la morte dell'ispettore è accusato anche Antonino Speziale, che il 9 febbraio scorso è stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. La sentenza è stata emessa dal Tribunale per i minorenni perché, all'epoca dei fatti, l'imputato non era ancora maggiorenne.

Micale era stato arrestato il 1 aprile del 2008 dalla polizia per concorso nell'omicidio dell'ispettore di polizia. Era stato scarcerato il 20 giugno successivo dalla quinta sezione penale del Tribunale del riesame di Catania, che aveva accolto la richiesta dei suoi legali, gli avvocati Mimmo Cannavò ed Eugenio De Luca, di revoca dell'ordine di custodia in carcere ritenendo venute meno le esigenze cautelari.

All'identificazione di Micale la polizia era giunta attraverso un indumento: una felpa nera, personalizzata, con la scritta "Meglio diffidato che servo dello Stato" accanto all'effige che riproduce un elefante color rossazzurro e alla scritta bianca con la dicitura Ultras. È stato l'elemento determinante a scagionare il fratello gemello dell'indagato, Antonio, che il 2 febbraio del 2007 era al Massimino, ma non indossava quella felpa.

L'imputato si è sempre riconosciuto nelle immagini del sistema televisivo che lo riprende mentre assieme a Antonino Speziale ha in mano un sottolavello. Ma Micale ha sempre ribadito di essersi "sostanzialmente limitato ad appoggiare la mano sul pezzo di lamiera" che "teneva una persona" a lui sconosciuta, di "essersi distratto alla ricerca con lo sguardo di un amico" che era con lui e quindi di "non avere visto se ci fossero stati contatti con le forze dell'ordine".

22/03/2010