Io ho sempre difeso mr. Atzori. Da quando è stato ufficializzato fino a ieri sera, al triplice fischio finale del sig. Valeri. Non è che abbia improvvisamente cambiato idea, perché continuo a pensare che sia un tecnico preparato, con un'idea di gioco basata sul lavoro serio e non sull'improvvisazione, però quello che ho visto in Catania Chievo mi ha fatto rivedere i fantasmi del finale di campionato di due stagioni fa, quando al culmine di una spaccatura, evidente anche ai ciechi, tra squadra e tecnico, Silvio Baldini fu costretto alle dimissioni.
Guarda caso l'allenatore in seconda del tecnico massese era Gianluca Atzori. Guarda caso in quel gruppo c'èra Peppe Mascara che assieme ad un nutrito gruppo di "senatori" di allora mal celava il suo scarso feeling con quella conduzione tecnica. Guarda caso, oggi c'è Gianluca Atzori tecnico in prima del Catania e c'è ancora Peppe Mascara sulla cui migliore collocazione nello scacchiere tattico del tecnico ciociaro si è molto polemizzato, ma soprattutto sul suo rendimento ritenuto da tanti, stranamente, non all'altezza del campione che conosciamo.
Lungi da me dal voler fare della spicciola dietrologia, ma l'involuzione tecno-tattica del Catania dalle due partite interne contro le due romane (due pareggi che stavano davvero stretti alla formazione rossazzurra, soprattutto quello con la Roma!), alle due trasferte di Bergamo e Bari, fino a questo mortificante Catania Chievo, mi fa pensare a qualcosa di più che al mero errore di valutazione in sede di campagna acquisti che la Società ha fatto quest'estate.
Per carità, che in via Ferrante Aporti abbiano commesso degli sbagli sovravvalutando l'attuale rosa e gli innesti in essi apportati, è del tutto evidente. Anche se mi preme ribadire che, secondo me, l'attuale organico del Catania non è inferiore per nulla nè al Chievo visto mercoledì sera, nè ad almeno cinque o sei compagini che con i rossazzurri si giocheranno la permanenza in massima serie.
Però, per citarne i più evidenti: la gestione del caso Barrientos, a quanto pare l'acquisto più oneroso della gestione Pulvirenti, è poco chiara: si sapeva già che prima del 2010 non sarebbe stato utilizzabile e dunque si è tentato un azzardo o per sfortuna il talentuoso argentino ha davvero avuto un riacutizzarsi dell'infortunio quest'estate?
Così è strano che se per Barrientos si è corso ai ripari con Ricchiuti, non si è fatto lo stesso per Bergessio, lasciando numericamente inadeguata la batteria di prime punte, soprattutto se, a quanto pare, non si crede nelle qualità di Gianvito Plasmati, cosa assurda, a mio modesto avviso, visto che il ragazzo ha dimostrato di valere in massima serie e i sette goal della scorsa stagione tra Catania e Bergamo stanno lì a dimostrarlo.
Allora cos'è che ha fatto la differenza tra Chievo e Catania? Secondo me Il Chievo è stata squadra fino alla fine, il Catania a tratti, ma per più frangenti è sembrata un insieme di giocatori scollegati, demoralizzati e mentalemente inadeguati a cercare la vittoria contro una diretta concorrente alla salvezza.
Una squadra che subisce il rigore di un possibile 0 a 2, che sarebbe stato un probabile definitivo ko anche se si era ancora al primo tempo, lo neutralizza, ne ottiene uno quasi subito dopo e acciuffa il pareggio, sulle ali dell'entusiasmo per lo scampato pericolo avrebbe dovuto macinare gli avversari, invece erano questi ultimi a restare in partita, a dare la sensazione, poi divenutà certezza, che da quest'incontro avrebbero ottenuto i punti necessari.
Troppi e strani gli errori dei singoli rossazzurri, schierati in formazione tipo (dunque non c'era l'alibi di Izco inadeguato, Del Vecchio ex giocatore etc.). Quelli che l'anno scorso, invece, hanno fatto la differenza in positivo. Penso a Potenza, a Capuano, a Carboni, al già citato Mascara. Penso alla frustrazione di Morimoto, giocatore fra i più corretti e puliti della rosa, che per tanto si fa espellere a causa di un brutto fallo da dietro, al nervosismo di Silvestre non riconducibile certo all'assenza di Stovini, in quanto Spolli non lo fa di certo rimpiangere. insomma tante circostanze che non mi tornano e che mi fanno pensare.
Certo, va detto che neppure la situazione ambientale che si è creata in questi ultimi mesi, è d'aiuto alla causa. Si dice in solidarietà per i vergognosi DASPO affibiati indiscriminatamente a chi era in trasferta a Bergamo (effettivamente un'abuso da Cile di Pinochet!) ma per qualcuno colpa della cattiva comunicazione della Società, per il caro stadio a cui non corrisponderebbe uno spettacolo adeguato.
Sarà, intanto i collettivi dei tifosi della curva Nord in settimana hanno diramato un comunicato ufficiale in cui sanciscono una cosa oramai chiara da almeno un anno, ossia che il tifo al Massimino è finito. Che quel dodicesimo uomo in campo non c'è e non ci sarà più. Che l'effetto Cibali, quello che creava soggezione all'avversario, non esiste più. Che recarsi allo stadio Angelo Massimino sarà più o meno come andare al teatro Stabile.
Francamente sconcertante, soprattutto per chi come il sottoscritto ha avuto una lunga militanza in quel movimento ultrà che tra gli anni '80 e '90, in quella effimera ultima serie A ma soprattutto in B ed in C, era il fiore all'occhiello del calcio catanese che faceva invidia a grandi piazze che militavano stabilmente nel calcio che conta.
Sconcertante per l'incoerenza di chi si dichara, evidentemente solo a parole, "Solo la Maglia e la Città", ma si sà a Catania la coerenza è come il vento, avrebbe cantato il grande Mimmo Modugno.
La Società, per tutta risposta, a fine partita conferma la fiducia a Gianluca Atzori.
Il tecnico ringrazia e rilancia. Ma inevitabilmente una domanda nasce spontanea: scelta coerente e ponderata o cocciuta e scellerata?
La trasferta terribile di Firenze (Fiorentina reduce da due sconfitte consecutive!) e l'altrettanto terribile incontro casalingo con il Napoli ci daranno la risposta.
Intanto ai tifosi, quelli che si dimostrano tali soprattutto quando le cose non vanno bene (quando si vince siamo tutti tifosi tutti!!), non resta che incrociare le dita e urlare: DAI CATANIA, DAI!!