Spesso, per esaltare l’intraprendenza di una squadra che arranca e che vuol scalare la classifica, si suole dire: “questa squadra è in grado di vincere contro chiunque”. Paradossalmente, domenica dopo domenica, il Palermo invece dimostra di poter perdere contro chiunque, pure contro squadre molto più modeste sul piano tecnico ma non certamente su quello tattico, checché ne dicesse ieri il pur bravo Mirri che difende a spada tratta (e lo farà ancora da qui alla fine) la bontà del nostro allenatore.
Capisco che certe situazioni molto delicate e molto complesse non si possono sbandierare ai quattro venti e pertanto è corretto non farne menzione pubblicamente ma secondo me Sagramola giorni fa avrebbe dovuto dire: non “abbiamo sottovalutato Bari e Ternana” ma “abbiamo sottovalutato l’intero campionato”. E spero che di questa cosa ne abbia piena contezza il nostro Mirri perché di questo andazzo, il rischio di andare a sfracellarsi è molto concreto. L’enorme cassa di risonanza che hanno dato i social a una scarna notizia apparsa sul web circa una ipotetico illusorio interessamento al club di Davide Serra è molto eloquente secondo me: c’è bisogno d’altro, un bisogno derivato da una ingiustificata quanto perniciosa frenesia di arrivare dove ci compete. Quello che ancora non si riesce a metabolizzare è che non ci compete per diritto divino ma per la qualità intrinseca della città, della tifoseria, di sostenere un progetto ambizioso, qualcosa che dobbiamo farcelo da soli e se iniziamo a programmarlo e a costruirlo riusciremo a sostenerlo e a farlo diventare grande. Come potrebbe essere (e lo è sicuramente) il progetto di Mirri, ma purtroppo non tutti hanno la capacità di vedere al di là del proprio naso. Un edificio si costruisce piano per piano, mattone dopo mattone, noi nel 2019 siamo ripartiti da zero. E dopo l’esperienza friulana, un effimero prefabbricato crollato giù alla prima tempesta, francamente non si riesce a capire come quel “altro” che si brama dev'essere proprio quello che piano piano si sta costruendo, non quello che nei suoi ultimi anni ci ha trattato da miserabili e straccioni, non solo nelle parole ma anche nei fatti.
Sull’allenatore io spero di sbagliarmi ma secondo me ci voleva qualcosa di più rudimentale, di più adeguato alle basse categorie. Sempre secondo me l’assenza del pubblico al Barbera ha inciso non poco sulla fermezza e sull’intransigenza di Boscaglia, di insistere su alcune sue posizioni. Domenica scorsa sarebbe stata una di quelle giornate dove alla fine della gara il pubblico non sarebbe tornato a casa ma ci sarebbe stata un feroce contestazione dal vivo nello spiazzale antistadio. Appare evidente che due pupilli rosanero Silipo e Floriano, ce li siamo persi, insieme Martin che secondo me, secondo tutti noi, meritavano ben altra considerazione. Privarsi di questi giocatori in una squadra che produce poco e male è da autolesionisti, è da uno che sta facendo grossolani errori di valutazione e su questo aspetto spero che la società sia vigile e sappia trovare il perfetto equilibrio tra la tutela delle proprie scelte, la difesa dell’allenatore e le aspettative dei tifosi. Mi aspetto un grosso passo avanti in proposito, che la società sia chiara e dissolva ogni ambiguità, bisogna trovare il coraggio di dire che in questa squadra tutti sono sotto osservazione e tutti possono essere in discussione.
Domenica prossima il Teramo. Sta all’allenatore trovare le soluzioni per correggere certe storture che appaiono evidenti. Spero solo che Lucca non finisca in panchina a beneficio di Saraniti, poco arrosto e molto fumo. Lucca, sebbene si sia divorato due gol assurdi, ha dimostrato di esserci, di essere là in area e di aver visto la porta. Forse (anzi, senza forse) gli manca la serenità e la tranquillità di sentirsi titolare, di palpare la fiducia dell’ambiente, di non dover dimostrare niente a nessuno se non a se stesso che è un calciatore che si farà, senza il peso di tutta la responsabilità dei flop di questa squadra.