Casorezzo (MI), 15 Aprile 2013
Cari forensi,
ieri c'ero e di notevole è successo che ho superato il mio record personale di trasferte stagionali: con questa sono otto e punto alla doppia cifra. Certo la partita è stata un inno al "varagghiu", perché dagli spalti si aveva l'impressione che entrambe le squadre si astenessero dal farsi del male per spartirsi il punticino che, francamente, non è di alcuna utilità per le nostre ambizioni, se vogliamo ancora chiamarle così. In compenso, è stata una bella scampagnata in un pomeriggio pieno di sole, impreziosita dall'opportunità di rivedere gli amici dell'ultimo decennio, quello che, 2003 a parte ed escluso, per altri motivi, il 2-2-2007, ha riservato le maggiori soddisfazioni per noi. Segnalo fra tutti Giorgio, fratello del nostro Thor, che è rientrato dagli Stati Uniti apposta per vedere questa partita e il derby: quasi ho stentato a riconoscerlo, ovvero l'ho riconosciuto subito, ma ho esitato perché temevo di sbagliarmi quando mi ha salutato. Dentro lo stadio poi non ho avuto più dubbi: il suo stile è rimasto intatto nonostante il cambiamento di usi, costumi e fuso orario. Nulla è cambiato dai tempi in cui sciorinava uno striscione con scritto qualcosa come "habemus minchiam" o giù di lì. Tra gli ignoti, invece, mi soffermo su un signore distinto, nonostante le calze corte e il cappellino più appropriato a un collegiale, di età imprecisata ma sicuramente provetta, il quale per tutta la partita ha continuato a esclamare: "Corini, torna in panchina, si 'n curnutu!... Arbitro, siti curnuti tutturui". Agli astanti ha spiegato di chiamarsi Stefano, di abitare da tempo a Brescia e di avere preferito guardare con gli ospiti la partita, seppure la sua comitiva di amici avesse preso posto fra i clivensi. All'uscita ho sentito alcuni che commentavano la bizzarria di questo Stefano attribuendogli peraltro un'improbabile cadenza veronese: anzittutto, ha detto di abitare a Brescia e non a Verona, ma, in secondo luogo, parlava quasi esclusivamente in dialetto catanese! Da questo fatto ho concluso che per i Catanesi di Catania quelli che vivono fuori hanno un accento allogeno anche nel caso in cui parlassero come i Civitoti in pretura della commedia di Martoglio. Detto questo, vi saluto. Cordialmente,
Marco Tullio
P.S. Si vede da quanto ho scritto che la partita non ha per niente catturato la mia attenzione