Prima di queste feste di Natale ero convinto che le nostre avversarie fossero Ternana e Bari, che i nostri nemici fossero Auteri e Lucarelli, e che ci dovessimo guardare da Antenucci e Partipilo. Scopro invece che il peggior nemico di questo Palermo sono i suoi stessi tifosi.
Il baratro in cui siamo precipitati (e più di una volta, a gloria di chi si vanta di avere 74 anni di matricola, e ci deridono, e ci smerdano dalla mattina alla sera) avrebbe dovuto indurci più raziocinio, farci mettere un po’ più di giudizio, quel tanto che basta per farci considerare che, essendo una neopromossa ed una società con NON grandissime risorse (ma per cuore e passione non teme confronti con nessuno), in questo nuovo campionato di C1 avremmo dovuto approcciarci in punta di piedi, avendo rispetto per tutti, anche della Turris che vince al Barbera al 94esimo e con l’unico tiro in porta dopo essere stata cannoneggiata per 90 minuti di fila. Troviamo purtroppo due corazzate, già ben avvezze a questo tipo di tornei (e le sorprese, secondo me, non sono finite), eppure la nostra società che ha ambizioni di crescere strutturalmente prim’ancora che di categoria (perché se hai una società ben strutturata alle spalle, in serie A ci andrai senza fare il Crotone di turno) ha messo su con pochi soldi una squadra dignitosa e lo ha fatto avendo detto a chiare lettere che QUEST’ANNO SARA’ DIFFICILISSIMO CENTRARE LA PROMOZIONE, che è un dato oggettivo, razionale, pragmatico, inconfutabile, però noi tifosi, dimenticandoci troppo in fretta che dalla serie A siamo stati lontani anche per 34 anni di fila (e con una revoca d’affiliazione di mezzo), pretendiamo tutto e subito e lo pretendiamo nel modo più bieco, chiedendo a chi sta già investendo parte del suo personale patrimonio nella realizzazione di quell’infrastruttura, che altrove ha significato la mancata cancellazione, la salvezza della matricola e con essa anche la salvezza della squadra e della categoria, di farsi da parte, di livarisi ru mienzu, di irisinni.
Ma chi se ne frega!!! Noi siamo il Palermo, via Mirri, benvenuto al novello avventuriero pronto a colonizzarci e a riempirci di fango e di sterco un'altra volta, come fece il friulano quando si presentò con i posteggiatori abusivi vestiti da arabi, quando si presentò con il tatuato Baccaglini, quando si presentò con i morti di fame inglesi dicendoci che quello era il nuovo regalo che faceva alla città di Palermo, quando ci presentò i delinquenti Tuttolomondo, quando in faccia a un tifoso rosanero gli disse sdegnosamente "voi non ce li avete 90 milioni per farvi una squadra".
Siamo in serie C? Noi siamo il Palermo, quindi: Mirri niesci i picciuli!!! E non mi interessa se c’è il covid e non hai visto un euro dal botteghino, non hai incassato un euro di abbonamenti, non hai incassato un euro dalla pubblicità però intanto niesci 300 mila euro per Orlando che ti fitta lo stadio. Siamo a gennaio, metti mano al portafoglio e prendi i giocatori che ci devi portare in B. E così l’anno prossimo, quando saremo in B ti ripeteremo la suonata: noi siamo il Palermo, siamo la quinta città d’Italia, la B ci sta stretta, MIRRI, NIESCI I PICCIULI e prendi i giocatori che dobbiamo andare in A. E quando saremo in A si ricomincia un'altra volta: noi siamo il Palermo, mica vorresti lottare per la salvezza, per cui: MIRRI NIESCI I PICCIULI che dobbiamo andare in scampions.
Con pieno entusiasmo avevo accolto questo nuovo campionato di serie C che a prima vista sembrava una vera serie B (se non addirittura meglio) per il blasone delle squadre che vi partecipano. Anche la sfortuna abbiamo dovuto mettere sul conto (ma se siamo onesti, la sfortuna quando c’è ce la dobbiamo piangere tutti perché è troppo facile, ma vile, salire sul carro dei vincitori). Ma anche la sfortuna è andata ascritta a Mirri, il tifoso rosanero è riuscito a contemplare anche questo, ed è colpa di Mirri se siamo solo al 10° posto e non abbiamo quei 5 o 6 punti in più che ci porrebbero in una posizione più vantaggiosa in ottica playoff (ma il campionato è forse finito?).
Con pieno entusiasmo avevo accolto questo nuovo campionato di serie C perché Mirri il cuore rosanero ce l’ha per davvero, a differenza di altri coyote e avventurieri che con gli occhi vispi e gai ed il grugno madido ed eccitato di bramosie, accorrono all’odore del sangue ma che non appena il vento a favore cesserà di soffiare e le tribolazioni faranno sentire il loro peso, non si faranno problemi a tirare lo sciacquone lasciandoci solo il loro fetore.
Con pieno entusiasmo avevo accolto questo nuovo campionato di serie C e mi è molto dispiaciuto non aver potuto fare l’abbonamento, non aver potuto dare il mio personale contributo alla crescita di questa società e di questa squadra a cui mi legano 60 anni di tifo ed almeno 50 anni di militanza curvaiola.
Con pieno entusiasmo avevo accolto questo nuovo campionato di serie C ma oggi mi accorgo che è tempo perso, oggi mi accorgo che questa città non ha speranza e che la nostra squadra è condannata all’anonimato, almeno fin quando non si presenterà un Paperone pieno di soldi a spendere per calmare la brama di conquiste facili di chi per anni si è nutrito di vittorie strisciate e pensa che per natura divina, strisciata dovrebbe esserlo anche il Palermo.
Due estati fa è stata piantata una vite e questa sta crescendo, ha già fatto qualche grappolo d’uva, l’abbiamo assaporata, l’abbiamo gustata con gioia e c’è la consapevolezza che potrebbe presto diventare un rigoglioso vitigno se ci si preoccupasse di curarlo e innaffiarlo regolarmente, senza concimi velenosi che danno frutti acerbi fuori tempo ed in più bruciano e aridizzano il terreno. Ma abbiamo fretta, siamo il Palermo e vorremmo già berne il vino di quella vite appena piantata.
E’ bastato veder spuntare l’ennesimo avventuriero a 200km, venuto a spargere illusioni a buon mercato, e qui già ci si è rosi d’invidia e si è pronti a fanculizzare chi ci ha ridato un briciolo d’onore con un progetto pulito, onesto quanto ambizioso.
Con pieno entusiasmo avevo accolto questo nuovo campionato di serie C ma oggi penso che Mirri farebbe bene a mollare tutto, questa città ama vive fuori della sua realtà, preferisce illudersi piuttosto che costruire. “Noi siamo il Palermo”, siamo stati sempre bravi ad urlarlo a piazza Pretoria, sotto il balcone del sindaco, arraggiati per l’ennesima revoca dell’affiliazione. “Noi siamo il Palermo” vorremmo urlarlo anche ai nostri avversari, Juve, Milan, Inter, Roma, ma con questi chiari di luna, se non mettiamo i piedi per terra, se non prendiamo piena coscienza della nostra realtà e della nostra attuale dimensione, potremmo solo urlarlo a quelli del Troina, dell’Acireale e del Marina di Ragusa.