Lungi da me il voler creare o rinfocolare polemiche, ma sull’argomento mi fa piacere esprimere anche il mio parere, con una premessa che è quella di essere più che soddisfatto delle scelte operate dalla società in materia di abbonamenti e biglietti. Certo si sarebbe potuto, anche, fare di più, ma io credo nella politica dei piccoli passi, per cui non posso che essere contento della chiara inversione di tendenza operata dalla società.
Veniamo adesso al tema del numero degli abbonamenti e dell’incidenza che possa su di essa avere il costo. Qui mi colloco su una posizione intermedia tra quella di Luis e quella di Catanisazzu. Con il primo sono d’accorda sul fatto che se offro uno spettacolo ad un determinato prezzo e lo spettacolo non ottiene un grosso afflusso di pubblico, mi devo chiedere il perché riflettendo sulla qualità dello spettacolo e/o sul pezzo a cui l’ho offerto. Convengo anche con Catanisazzu sul fatto che il tifoso non sia un cliente, perché il tifoso si abbona, o va allo stadio, a prescindere dalla qualità della squadra, del tempo, dei parcheggi o della distanza e, nei limiti degli attuali tempi durissimi, del costo del biglietto o dell’abbonamento. Partendo da questi ragionamenti arrivo alla conclusione che la politica dei prezzi di ingresso di una squadra di calcio, non deve essere calibrata su i tifosi, tanto questi ci saranno sempre, a prescindere, ma su coloro che sono semplicemente appassionati, che a mio parere sono una larga maggioranza tra i frequentatori dello stadio, stimolandoli a partecipare dal vivo all’evento sportivo, con l’obbiettivo di tramutare, se non loro, i loro figli, in futuri tifosi.
Per chiudere, e con la speranza di non avervi annoiato, voglio fare un pronostico, sono convinto che, proprio per la bontà delle scelte societarie, alla chiusura della campagna abbonamenti il numero delle tessere staccate sarà superiore a quello dello scorso anno. Vedremo.