Quando si tratta di dovere costruire emergono tutti i limiti di una squadra che non ha la minima idea di cosa sia un gioco. Ed e' andata pure bene, perche' alla fine, se togliamo quei dieci minuti iniziali del primo tempo, il Como e' stato piu' pericoloso ed avere limitato i danni, nell'ottica di un campionato comunque livellatissimo (verso il basso) ed in cui il nostro ruolo di comprimari con unico obiettivo la salvezza e' ormai verbo, e' stato importante.
Si e' capito che a meno di sconfitte a ripetizione ed ultimo posto fisso (cose che nessuno di noi puo' augurarsi), Corini non si tocca. A me d'altro canto siddio' esprimere le solite perplessita' sul suo modo di vedere la squadra in campo, come mi siddio' lamentarmi di Brunori, che avrebbe bisogno di un pallone soltanto per lui.
Mi limito a dire che, anche in ottica mercato, ci sono giocatori che sembrano ormai con la testa altrove ed e' un peccato, mi riferisco ad esempio a Valente ed altri che ancora dimostrano di non essere nemmeno scesi dall'aereo per il primo allenamento e parlo di Saric. Se l'allenatore non si tocca, posso solo sperare che dietro la scrivania ci si sforzi di capire ogni singola situazione negativa, valutare se ci siano i margini per rimettere le cose a posto in maniera soft o se si impongano tagli, anche dolorosi.
Adesso partitaccia a Ferrara, da quel simpaticone di Tacopina, che un paio di anni addietro, prima di ripiegare sul quasi de cuius etneo, si vide sbattere il citofono in faccia da Mirri a Milano e respingere in partenza qualsiasi ipotesi di trattativa per l'acquisto del Palermo. Tacopina che era stato uno di quelli piu' acidi nella famosa estate dei Tuttolomondo Bros.
Cosi', per dire.