Acireale - Catania domani.
Una gara che vale un campionato, e io non potrò essere presente.
Non lo sarei stato comunque, perché vivo all'estero, ma il provvedimento del prefetto mi ha sconcertato.
Avrei potuto prendere un aereo e tornare nella stessa giornata, sempre in aereo, ma sono residente a Valverde, non sarei stato ammesso allo stadio pur essendo granata fino al midollo. E i tifosi di Acicatena, da sempre il nucleo più compatto della tifoseria della curva? E i residenti ad Aci Sant'Antonio, città dove si giocherà la partita? E quelli di Acitrezza (non parlo tanto dei castellesi, da sempre più vicini al ct)? E tutti gli altri tifosi dell'Acireale che vivono nel nostro hinterland?
E dopo il danno, la beffa. I tifosi acesi non hanno potuto partecipare all'andata perché sospetti acesi (e questo è stato giusto visto l'odio tra le due tifoserie nemiche) ma nemmeno al ritorno, perché sospetti catanesi.
Cosi non va. Non si poteva fare come all'andata? Invece no, si è limitato l'accesso solo ai residenti ad Acireale, come se non esistessero tifosi acesi al di fuori del comune. Invece esistono, eccome.
Sarebbe stato meglio ripartire per bene il territorio, le zone catanesi da una parte (es. Mascalucia, Gravina) e le zone acesi dall'altra (visto il fallimento della città metropolitana potrebbe servire per marcare il territorio e come embrione del nuovo libero consorzio acese)
Nonostante tutto... Forza Acireale!