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Sulla matricola ho un'opinione impopolare, e cioè che perderla non significa perdere la nostra storia precedente.
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Sono dello stesso avviso, davvero non capisco quest'ossessione per la matricola. Certo, speriamo non la si debba perdere, ma per quanto mi riguarda non cambierebbe nulla. Mi vengono in mente il Napoli, il Torino, il Parma, il Palermo, il Bari, solo per citare alcune illustri società fallite, e mi pare che i loro tifosi siano ancora lì a sostenerle. E poi, lo dice anche la nostra tradizione: "Melior de cinere surgo".
Mi dispiace, sono in totale disaccordo. Il tuo discorso poteva essere valido quando il calcio era solo uno sport. Adesso è industria e altro, che a me fa parecchio schifo. Seguo il Catania solo perchè ha ancora quella matricola, una filama sottilissima. Saltata quella saltato tutto.
"U Mastru"
Semmai è il contrario: quando il calcio era uno sport, il fallimento era un'onta rara, oggi è la conseguenza di un sistema che va verso la SuperLega, oltre che dell'inettitudine di chi gestisce realtà medio piccole e la politica, che ignora la base della piramide.
Questo schifo è schifo a prescindere dalla matricola.
Non vedo proprio cosa cambi a noi tifosi se cambia quel numero, mentre la società, potenzialmente, può mantenere marchio e denominazione (che poi la denominazione l'abbiamo cambiata spontaneamente almeno tre volte, da Club Calcio a Associazione Calcio, Calcio Catania), sede, stadio, colori sociali, possibilmente anche organigramma.
Probabilmente pure TdG sarebbe riacquisibile all'asta.
Il fallimento si deve cercare di evitarlo per salvaguardare i creditori truffati da Pulvirenti e per non gettare nell'incertezza i dipendenti della società e dell'indotto. Naturalmente, sul piano sportivo, occorre evitarlo per non retrocedere.
Poi ribadisco che l'equazione
fallimento=risalita immediata non esiste. Solo, prima di accumulare decine di milioni di debiti, si potrebbe tentare con più probabilità di successo una doppia promozione, anche qualora i nuovi proprietari venissero dalla disastrata realtà imprenditoriale locale.
Poi, nel caso succedesse, speriamo mai, cosa dovremmo fare? Demolire il Massimino?
Siamo sempre concentrati sul dare ai nostri figli quello che non abbiamo avuto e ci dimentichiamo di dargli ciò che abbiamo avuto!
Comunque, capisco perfettamente che non abbiamo altri record che quello di non essere mai falliti, tuttavia bisogna arginare la deriva "fanatistica" che sta prendendo questo tormentone: siamo tutti tifosi di pari dignità, comunque la pensiamo, anche peché chi, se non un tifoso, perderebbe del tempo discutendo di un campionato infimo di C, senza nemmeno la prospettiva di viverlo da protagonista?
Il nostro reale punto di forza è sempre stato la capacità di compattarci quando l'emergenza ci ha travolto: è accaduto nel 1993, nel 2003, e anche adesso con l'assurda adesione alla colletta.
Ora però si fa polemica su qualunque cosa, creando divisioni fra chi ha fatto il bonifico e chi no, fra chi pensa che l'importante è mantenere la matricola e chi vorrebbe anche poter allestire una squadra per vincere. Si è polemizzato persino sull'opportunità o meno di postare sul proprio profilo, cioè dico sul proprio profilo!!! - lo screenshot del bonifico. I giornalisti si azzuffano per beghe personali, e noi ci dobbiamo sorbire un pessimo servizio in stile "ci è mancato il suo sorriso"...
Ecco questa è la strada che porta all'autodistruzione.
Bisogna invece smettere di parlare di eventualità e concentrarsi sulla realtà dei fatti.
C'è un campionato da affrontare, cercando di farlo in modo dignitoso, e cercare a tutti i costi di rendere la società vendibile.
Quindi concentriamoci sul sorvegliare la proprietà, che per inciso deve ancora spiegare che ruolo avranno coloro che con il loro contributo (cioè gli imprenditori esternia SIGI) avranno in società e il piano d'azione.
E non mi risulta che sia ancora stata programmata una conferenza stampa con questo tipo di ordine del giorno.