Casorezzo (MI), 5 Febbraio 2019
Carissimi,
siamo al quarto anno di C con la prospettiva di rimanerci ancora a lungo, perché per venirne fuori bisogna solo vincere e arrivare primi. Peto Lo Monco, ormai un pallido ricordo dei tempi migliori, forse sarà riuscito a sanare i debiti, ma, sempre ammesso che le cose stiano davvero così, nelle casse del Calcio Catania soldi non ce ne sono e neppure lui riesce a fare magie: del resto, non è un caso che lontano da Catania abbia sempre o quasi inesorabilmente fallito. L'invincibile armata si è rivelata l'ennesimo fiasco, e non mi va di sentire le scuse prevedibili: "Siamo partiti un mese dopo gli altri...". Non mi va neppure di essere severo con l'accozzaglia che è stata tirata su alla meglio dal migliore dirigente degli ultimi cinquant'anni. Quasi quattro anni fa il ragionier Pulvirenti Antonino, già presidente della defunta compagnia aerea windjet, ha gettato il fango sul Calcio Catania con la sua condotta antisportiva e l'esito conseguente è stata la retrocessione in C. Il capostazione ha fatto la sua bravata, ma a pagarne il conto siamo noi, che ci ritroviamo sputtanati e condannati a tempo indeterminato in terza serie. Pare che per certuni non sia elegante usare la parola "capostazione" in riferimento al suddetto signor ragionier Pulvirenti Antonino, ma a me piace scandirlo per bene: "ca-po-sta-zio-ne, ca-po-sta-zio-ne, ca-po-sta-zio-ne". Non me ne vergogno affatto, semmai mi dispiace per i capistazione che non saranno certo felici dell'accostamento. A presto,
Marco Tullio