Autore Topic: La stampa inglese avverte l'Europa  (Letto 4715 volte)

Offline michele costa

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La stampa inglese avverte l'Europa
« il: 31 Ottobre 2006, 12:00:29 am »
Leggendo il famosissimo libro di Tomasi di Lampedusa, chiunque abbia un minimo di curiosità storica non può non chiedersi, sulla scena della visita inglese alla casa del principe, cosa mai ci facesse la marina di Sua Maestà alla rada nel porto di Palermo durante lo svolgersi delle vicende garibaldine.

Ovviamente potremmo anche dare credito a Sergio Romano, in altre occasioni certo un più coraggioso storico, quando sostiene che "era stata mandata dall'ammiragliato per proteggere i grandi stabilimenti vinicoli inglesi di Marsala", ma sinceramente tutto questo dispiegamento per proteggere quattro cantine in un mondo in continua ebollizione ci sembra un poco troppo.

Gli interessi che le navi britenniche erano andati a proteggere erano sì quelli di Sua Maestà, ma in riferimento non proprio al vino, ma a due altri obbiettivi: lo zolfo siciliano e la creazione di un forte stato mediterraneo in funzione anche anti-papalina.

L'asservimento della Sicilia all'Italia, a sua volta asservita alle voglie dell'imperialista di turno, sin da allora è uno dei perni principali sui quali si fonda lo scacchiere geopolitico occidentale, e gli inglesi possono giustamente arrogarsi i meriti di aver capito e creato un tale sistema di potere, anche se nel secondo dopoguerra ne hanno perso il controllo in favore dei cugini americani.

Gli inglesi, così attaccati al formalismo, forse vedono come un nemico chiunque voglia disfare ciò che essi con grande lungimiranza hanno creato, e così qualunque forza volta a intaccare l'attuale equilibrio mediterraneo viene da loro istintivamente combattuta.

Entro tale ottica possono facilmente essere capiti gli innumerevoli attacchi che negli ultimi dieci anni la stampa inglese ha perpetrato ai danni dell'immagine della Sicilia e dei siciliani, evidententemente per nulla rassegnati a continuare ad essere la colonia di un paio di milanesi corrotti e di qualche anglosassone con il mal di pancia (ricordiamo tra tutti il famoso "L'isola da terzo mondo della UE" dell'autorevole settimanale The Economist).

Attacchi di questo tipo da un lato indicano il nervosismo di certi ambienti verso i recenti (seppur ancora timidi) tentativi di ribellione dei siciliani, ma dall'altro ci impongono di tenere la guardia alta e di non sottovalutarne gli effetti: basta guardare il filo sottile che separa la verità e la menzogna in casi come il Kurdistan turco e la Cecenia in Russia. Realtà che a seconda delle convenienze dell'enstablishment occidentale vengono presentati in una luce piuttosto che in altra. Chi infatti dall'esterno può effettivamente sapere come vanno le cose in quelle enclavi?

Sisntomatico è poi l'ultimo di questa serie di articoli, apparso sul Fiancial Times. Ne vogliamo riportare un piccolo tratto, forse non notato dalla stampa nostrana:

"The clubs on Italy's mainland are mostly out of cash, and Zamparini points to another change: after the bribery scandal, referees stopped cheating for the big clubs. When Sicily can compete, you know the Italian system has broken down."
("I club italiani sono per la maggior parte senza soldi, e Zamparini indica un altro cambiamento: dopo lo scandalo della corruzione, gli arbitri hanno smesso di imbrogliare a favore dei grossi club. Quando la Sicilia può competere, sai che il sistema italiano è andato in pezzi")

Cosa vuol dire? Leggendo tutto l'articolo si capisce come la stampa italiana ne abbia completamente distorto il senso. L'articolo infatti, pur essendo pieno di stupidi luoghi comuni, non dice affatto che il Palermo è in testa alla classifica grazie alla mafia, bensì che , come anche evidenziato dalla frase sopra riportata, se il Palermo è in testa alla classifica vuol dire che il calcio italiano (e non solo il calcio) è allo sfascio.
Ed ancora: il calcio (leggi sistema) italiano è allo sfascio non perchè una scadente squadra siciliana è in testa al campionato (che sarebbe come dire che lo stesso calcio inglese è allo sfascio, visto che anche loro hanno perso con il Palermo), ma perchè si è permesso ai siciliani di farsi una squadra così forte.

Sotto questo aspetto l'articolo ha un significato diverso da quello propinatoci dai giornali italiani (e siciliani, al servizio dello stato oppressore), prendendo le sembianze di un avvertimento a tutta l'Europa: guardate che l'Italia è allo sfascio e sta per perdere il controllo della Sicilia.

Abate VELLA

Offline Marco Tullio

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Abate Vella
« Risposta #1 il: 31 Ottobre 2006, 01:07:15 am »
Casorezzo (MI), 31 Ottobre 2006
Cari forensi,
 ma l'abate Vella non era quel manipolatore settecentesco che ha prodotto finti documenti arabi? I separatisti, da qualunque regione provengano, sono la solita m... e che rabbia mi fanno quando definiscono asserviti allo stato oppressore quei Siciliani rei di sentirsi quello che sono per forza di cose, cioè degli Italiani! A presto,
Marco Tullio
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Offline marco-69

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #2 il: 31 Ottobre 2006, 01:00:23 pm »
When Sicily can compete, you know the Italian system has broken down..

Ho letto Repubblica domenica. E il senso della frase del Financial Times era fedelmente riportato. Nessuno parlava di mafia.

Se a te pare poco che una crescita, sia pure sportiva, venga derubricata a semplice effetto dovuto alla decomposizione del sistema Italia....

Ma a me pare una sorta di giornalismo alla rovescia, fatto in maniera superficiale e idiota.

My point of view,  of course.... :wink:

Offline michele costa

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #3 il: 31 Ottobre 2006, 01:22:17 pm »
Caro Marco-69, ti invito a rileggere il passaggio del post:

"L'articolo infatti, pur essendo pieno di stupidi luoghi comuni, non dice affatto che il Palermo è in testa alla classifica grazie alla mafia, bensì che , come anche evidenziato dalla frase sopra riportata, se il Palermo è in testa alla classifica vuol dire che il calcio italiano (e non solo il calcio) è allo sfascio.
Ed ancora: il calcio (leggi sistema) italiano è allo sfascio non perchè una scadente squadra siciliana è in testa al campionato (che sarebbe come dire che lo stesso calcio inglese è allo sfascio, visto che anche loro hanno perso con il Palermo), ma perchè si è permesso ai siciliani di farsi una squadra così forte. "


concludo dando ragione al vella quando scrive "guardate che l'Italia è allo sfascio e sta per perdere il controllo della Sicilia."

Offline GASPARE

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #4 il: 31 Ottobre 2006, 01:44:39 pm »
Citazione da: "Marco Tullio"
Casorezzo (MI), 31 Ottobre 2006
Cari forensi,
 ma l'abate Vella non era quel manipolatore settecentesco che ha prodotto finti documenti arabi? I separatisti, da qualunque regione provengano, sono la solita m... e che rabbia mi fanno quando definiscono asserviti allo stato oppressore quei Siciliani rei di sentirsi quello che sono per forza di cose, cioè degli Italiani! A presto,
Marco Tullio



Soprattutto se questi neoseparatisti sono stati folgorati sulla via di Lombardo. :roll:

Lerciume DC, che fino a ieri dalle segreterie del pentapartito contribuiva fattivamente a ridurre la Sicilia nel degrado attuale, facendo carta igenica dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana e oggi, smaniosi di rimanere sempre a galla, ne sono i paladini.

Ciao Fratello! :wink:
Noli offendere patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est

Offline michele costa

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #5 il: 31 Ottobre 2006, 02:45:49 pm »
Per Tullio e Marco-69

"Voi negate che qualcosa di nuovo ci sia nell’Isola. Voi non volete vedere il nuovo. Il nuovo è che la Sicilia non è più quieta e il mondo si può preparare a sentire di una Sicilia sempre meno quieta nel prossimo futuro. La Sicilia si sta svegliando. La Sicilia, la palla al piede dell'Italia, non vuole essere più presa a calci dallo Stivale italiano.

Offline Sergio

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #6 il: 31 Ottobre 2006, 04:48:23 pm »
Citazione da: "Michele Costa"
Gli interessi che le navi britenniche erano andati a proteggere erano sì quelli di Sua Maestà, ma in riferimento non proprio al vino, ma a due altri obbiettivi: lo zolfo siciliano e la creazione di un forte stato mediterraneo in funzione anche anti-papalina.

L'asservimento della Sicilia all'Italia, a sua volta asservita alle voglie dell'imperialista di turno, sin da allora è uno dei perni principali sui quali si fonda lo scacchiere geopolitico occidentale, e gli inglesi possono giustamente arrogarsi i meriti di aver capito e creato un tale sistema di potere


Io trovo che quanto sopra cozzi maledettamente con la storia della nostra città. Intanto la Palermo di allora che comunque aveva come purtroppo ha sempre avuto il suo ceto di disagiati, non era certo una città con l’economia in ginocchio e quindi asservita al potere di turno come traspare dal tuo messaggio. Proprio in quegli anni Palermo era il principale crocevia mediterraneo delle culture europee e punto d’incontro della più alta espressione dell’aristocrazia (a Palermo avevano luogo lunghissime villeggiature di imperatori e imperatrici di Germania, re e regine d’Inghilterra, di Baviera e perfino gli zar di Russia). La città, i suoi palazzi, le sue strade, le sue piazze, i suoi parchi, sono sorti assumendo tono e dignità convenienti a così illustri presenze. Di fatto Palermo tranne la pausa aragonese e angioina, l’eterna capitale del mediterraneo se non lo è stata negli atti lo è stata certamente nei fatti. E Palermo ha avuto anche una sua dinastia gloriosa e regnante, una dinastia che riuscì brillantemente a competere con i Morgan, i Pierpoint, i Rockefeller, le massime espressioni dell’economia internazionale di allora. Si chiamavano i Florio, sicuramente la più potente famiglia siciliana che sia mai esistita (anche se oriunda calabrese). Tanto per rimanere in tema, al momento dell’impresa garibaldina a Palermo il fratello Vincenzo oltre all’impresa siderurgica, con più di mille operai, le fonderie avviatissime nel napoletano, la tonnara di Favignana, le cantine del pregiatissimo vino Marsala (che in breve soppiantò il più rinomato vermut piemontese) aveva una flotta di circa 15 navi (furono i Florio che coprirono la prima linea di navigazione tra Palermo e gli Stati Uniti) ed un capitale liquido di oltre mezzo miliardo di allora.
Certo, c’era anche l’altra Palermo, quella della mafia e delle politiche corrotte, dell’analfabetismo, della delinquenza, dell’emigrazione, quella dell’assassinio di Joe Petrosino o Emanuele Notarbartolo, Uomini che tentarono di dare un immagine diversa della Sicilia, sicuramente più leale e pulita. C’era la Palermo dedita allo sfarzo e all’eleganza che sebbene mancasse di un ospedale civico si costruiva uno dei più grandi Teatri europei malgrado ne avesse già altri tre in attività. Ma non mi sembra che la Sicilia sia sempre stata l’Isola presa a calci dallo stivale. Non sicuramente quando c’erano i Florio.
Scusate la digressione.
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline drum

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #7 il: 31 Ottobre 2006, 05:19:08 pm »
Citazione da: "GASPARE"
Citazione da: "Marco Tullio"
Casorezzo (MI), 31 Ottobre 2006
Cari forensi,
 ma l'abate Vella non era quel manipolatore settecentesco che ha prodotto finti documenti arabi? I separatisti, da qualunque regione provengano, sono la solita m... e che rabbia mi fanno quando definiscono asserviti allo stato oppressore quei Siciliani rei di sentirsi quello che sono per forza di cose, cioè degli Italiani! A presto,
Marco Tullio



Soprattutto se questi neoseparatisti sono stati folgorati sulla via di Lombardo. :roll:

Lerciume DC, che fino a ieri dalle segreterie del pentapartito contribuiva fattivamente a ridurre la Sicilia nel degrado attuale, facendo carta igenica dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana e oggi, smaniosi di rimanere sempre a galla, ne sono i paladini.

Ciao Fratello! :wink:


Quoto al 100%. Mi sono fatto un giro sul sito dei separatisti-autonomisti, che ignoranza storica! Ma questi hanno mai letto un libro di storia? Per non parlare dell'economia e del diritto.

Offline santopesaro

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #8 il: 01 Novembre 2006, 11:54:08 am »
Molto interessante il post di Sergio. Io per natura non sono ne' separatista ne' profondamente Italiano. La carta d'identita' dice questo... ma mi interessa piu' il benessere della mia terra.

La storia bisognerebbe conoscerla tutta, ed interpretarla nella maniera corretta. Gli esempi di storia nascosta o "circumnavigata" sono tantissimi.

Certo che quello che hanno combinato Cavour e Garibaldi (con Bixio) e' indegno, ma nemmeno i Borboni ci facevano vivere nell'ozio e nella ricchezza altrimenti una parte del popolo Siciliano non si sarebbe schierato con i Mille.

Noi siamo stati sempre bravi a farci gli affaracci nostri (nel senso individuali), basti pensare a Segesta e Selinunte che si sono distrutte per non fare comandare l'altra. Idem Siracusa e Catania (che si allea con gli stranieri per non essere comandata dai vicini) o l'accoglienza per gli Arabi, gli Aragonesi etc etc. Dopo sempre cercati di cacciare. In un certo senso abbiamo sempre preferito cambiare piuttosto che lottare. La strada piu' facile..... ma non sempre.... perche' non sempre e' facile cambiare :shock:

Offline Marco Tullio

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Santo!!!
« Risposta #9 il: 01 Novembre 2006, 08:56:58 pm »
Casorezzo (MI), 1 Novembre 2006
Caro Santuzzo mio,
 che dici mai? Sei Italiano giusto perché così sta scritto sulla tua carta d'identità? Non ci credo neanche se me lo ripeti: deve essere che hai sbagliato a compilare il 740, qualche burocrate te lo ha fatto notare e ora hai il dente avvelenato. O forse hai ripensato ai duri mesi del servizio di leva e hai ricordato che la coscrizione è stata resa obbligatoria in Sicilia con l'Unità. Un lembo di mare sottile non basta a fare della Sicilia qualcosa di assolutamente diverso dal resto d'Italia: quanto ai Siciliani, temo che non tutti i guai dell'isola vengano da fuori, purtroppo. Ci vediamo a Verona, credo. A presto,
Marco Tullio
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Offline santopesaro

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Re: Santo!!!
« Risposta #10 il: 01 Novembre 2006, 10:10:08 pm »
Citazione da: "Marco Tullio"
Casorezzo (MI), 1 Novembre 2006
Caro Santuzzo mio,
 che dici mai? Sei Italiano giusto perché così sta scritto sulla tua carta d'identità? Non ci credo neanche se me lo ripeti: deve essere che hai sbagliato a compilare il 740, qualche burocrate te lo ha fatto notare e ora hai il dente avvelenato. O forse hai ripensato ai duri mesi del servizio di leva e hai ricordato che la coscrizione è stata resa obbligatoria in Sicilia con l'Unità. Un lembo di mare sottile non basta a fare della Sicilia qualcosa di assolutamente diverso dal resto d'Italia: quanto ai Siciliani, temo che non tutti i guai dell'isola vengano da fuori, purtroppo. Ci vediamo a Verona, credo. A presto,
Marco Tullio


Perdonami Marco Tullio ma non e' mica obbligatorio sentirsi Italiano nel profondo.Io appartengo alla Sicilia,ma e' naturale che le cose non possano essere distinte.Di questi tempi i patrioti sono come i separatisti,guai a chi tocca la madrepatria.

Non nutro ambizioni separatiste,anche perche' ormia si tratta di cosa anacronistica e deficitaria per la nostra bella Sicilia,i problemi si risolvono in maniera diversa  .Ma come dici bene tu(e' stai bene attento che lo avevo scritto anche io alla fine del precedente post)lo stivale Italico non e' esente da pesanti colpe sulla condizione Siciliana.E' la cosa mi rende molto distaccato dal senso patriottico.Sono stato all'estero,so cosa pensano di noi italiani e peggio ancora dei siciliani.

Offline beppe

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Siamo messi male...
« Risposta #11 il: 02 Novembre 2006, 12:13:40 am »
Ragazzi purtroppo devo dire che la situazione della nostra fantastica Sicilia non è affatto confortante.Si è detto che la stampa inglese non ha fatto riferimenti alla Mafia.Su questo articolo c'è ne per tutti...Un disastro.


http://www.ft.com/cms/s/1178cb88-6620-11db-a4fc-0000779e2340.html

sonar

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La stampa inglese avverte l'Europa
« Risposta #12 il: 02 Novembre 2006, 02:10:22 am »
Da Catania.com

  Il triste stato del calcio italiano permette il decollo della Sicilia

In Sicilia dove il clima e' ancora di meta' estate, questi sono tempi di gran confusione.
Mentre i cittadini palermitani si stimolano con l'espresso piu' forte del mondo , vedono intorno cio' che a loro sembrano essere allucinazioni.
Ovunque vi sono uomini che indossano magliette rosa.
Il colore post machista della squadra di calcio locale e' sempre stata una rarita' nell'isola, tanto quanto le macchine parcheggiate correttamente, poiche' il calcio siciliano e' sempre stato scadente.
Ma Palermo questo fine settimana e' in testa alla classifica e , cosa strana, altre 2 siciliane, Messina e Catania, sono presenti tra le prime 11.
Il calcio dell'isola non e' mai stato cosi' forte.
Sarebbe bello poter dire che cio' e' significativo di una nuova sicilia ma non e' cosi'.
In realta' la crescita della sicilia simboleggia il malessere in Italia, terra dei campioni del mondo.
Se osserviamo la carta geografica la Sicilia appare come una palla che viene calciata dallo stivale italiano.
Nel calcio come in molte altre cose la bella isola viene presa a calci.
Palermo era gia' fallito nel 1939, molto prima che i fallimenti nel calcio divenissero una moda.
Nel 1990 messina e Catania uscirono dal calcio professionistico. Solo 3 anni fa' alcuni politici catanesi suggerivano di iscrivere la squadra etnea al campionato maltese.
Anche in corruzione i clubs siciliani risultavano all'avanguardia decadi prima dello scandalo italiano di quest'anno.
Il Catania fu retrocesso nel 1955 per aver corrotto un arbitro e suo cugino.
Il Palermo nel 1980 si vide arrestare e ammanettare il suo capitano.
Negli anni buoni, quando i clubs siciliani non fallivano, fluttuavano tra le serie minori del calcio italiano.
Quando i tifosi norditaliani si degnavano di rivolgere l'attenzione alla sicilia era principalmente per deriderla : i tifosi del Verona portarono uno striscione a Catania che diceva : FORZA ETNA!
Il calciatore siciliano piu' famoso, Toto' Schillaci, e' presto emigrato al Nord, a Juve e Inter, dove fu vittima di abusi razzisti.
I siciliani saggiamente decidevano di ignorare i propri teams.
Il team piu' popolare in sicilia e' sempre stata la juventus, squadra di Torino, citta' a centinaia di miglia di distanza, ma dove risiedono tanti emigranti siciliani per lavorare alla FIAT.
Lo stesso dicasi per il MIlan che ha tanti fan clubs in Sicilia quanti in Lombardia.
Ma, quasi ispirandosi a Elio Vittorino che diceva " non c'e' miglior formaggio che il proprio" , nel 2004 i siciliani riscoprono il proprio calcio.
Quell'estate Palermo e Messina furono promosse in serie A, dopo rispettivamente 30 e 40 anni.
Centinaia di migliaia di Palermitani celebrarono per strada l'evento , facendo lievitare il gia' particolarmente alto livello di inquinamento acustico della citta'.
Il proprietario del club, Maurizio Zamparini, magnate dei supermercati, dal Friuli regione del Norditalia, disse : abbiamo realizzato il sogno di migliaia di siciliani in tutto il mondo.
Quest'estate il Catania ha raggiunto in serie A Palermo e Messina.
Cio' significa crescente numero di derbies siciliani in serie A.
Il che non e' proprio una bella notizia in quanto , come dice il criminologo Nigel Walker " le convenzioni della vendetta sono..." ,che viene seguito non solo dai contadini siciliani ma anche dalle squadre di calcio, dai collegi, dai politici ecc.
Nel 2001 gli hooligans del Catania festeggiarono il lancio di una bomba nel settore dei tifosi del Messina.Uccise un ragazzo di 24 anni.
Lo scorso mese i derby siciliani hanno generato due notti di disordini in una settimana.
"E' stato come in Libano" fu il commento del capo della polizia di catania.
I siciliani diventano permalosi quando dall'esterno si fa riferimento alla loro tradizione di violenza.
I tifosi del west ham ne sanno qualcosa, quando il mese scorso si sono presentati sull'isola con una T shirt che diceva : "Hammers contro Mafia".
Ma non riporteremo in queste colonne storie di teste di cavallo o Al Pacino.
Ci rifiutiamo di giudicare i siciliani sulla base di vecchi stereotipi, e' sciocco far irritare gente che potrebbe fare offerte che non si possono rifiutare.
La gloria del Calcio siciliano coincide con la cattura di Bernardo Provenzano boss dei boss della mafia siciliana.
Viene la tentazione di dire che e' in atto una rinascita. Ma non e' cosi'. L'isola rimane disperata.
Ogni anno "Il Sole 24 Ore" stila una classifica delle provincie italiane sulla base della loro qualita' di vita.
La povera Messina e' stata nel 2003 e 2004 al 103esimo e ultimo posto lasciato l'anno scorso dove pero' palermo e catania risultano tra le ultime 5.
E il progetto di Berlusconi di collegare la Sicilia con l'Italia e' stato definitivamente abbandonato l'anno scorso.
Non e' la sicilia ad emergere ma il Norditalia calcistico a collassare.
Tra tutti i club calcistici del mondo forse solo in Argentina si puo' riscontrare un crollo simile.
Il calcio italiano ha perso spettatori negli utlimi 20 anni , passando da una media di 40.000 a partita nel 1985 a meno di 20.000 quest' anno. Meno che in Francia!
Viste le violenze, corruzioni, fallimenti nonche' esodo all'estero delle loro stars, e' un miracolo che ancora qualcuno segue il calcio in italia.
Lo stadio di Palermo e' solitamente pieno per l'80%, il piu' alto livello in serie A.
Volendo fare un paragone rileviamo che gli stadi inglesi risultano pieni mediamente nella misura del 95%.
I clubs italiani non hanno piu' soldi e l'avvento di Zamparini accentua un altro cambiamento : a seguito dello scandalo gli arbitri non favoriscono piu' i grandi clubs.
Quando la Sicilia e' in grado di competere allora si capisce che il sistema italiano si e' rotto.
Alla domanda su quale squadra si augurasse potesse vincere il campionato , Del Piero imitando un accento siciliano risponde : "Palemmo".
Allo stesso modo molti italiani sperano che il "Palemmo" diventi il piu' piccolo campione d'Italia dai tempi del Cagliari nel 1970.

catania
   
 Mercoledì, 1 Novembre 2006 13:57 Host: 85-18-136-104.fastres.net  

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 PS. ognuno ha  la faccia che si merita :(