Autore Topic: Vittoria amara  (Letto 2690 volte)

Offline Marco Tullio

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  • La continuità nella discontinuità
Vittoria amara
« il: 24 Maggio 2006, 12:23:03 am »
Casorezzo (MI), 23 Maggio 2006
Cari forensi,
non mi sono ancora ripreso dalla fatica di domenica, ovvero da quel senso di insoddisfazione che attanagliava tutti noi al fischio di chiusura. Era il momento tanto atteso da anni, o forse è meglio dire da una settimana, trascorsa interamente in uno stato di continua tensione con la mia metà che non era proprio entusiasta di vedermi partire per Lecce: non aveva tutti i torti, visto che abbiamo già una figlia di un anno e mezzo e un altro impegno a breve scadenza. Tuttavia l’occasione era quasi unica e non potevo tirarmi indietro. Lo spostamento a Lecce dell’incontro mi ha favorito non poco, perché Catanzaro sarebbe stata una meta più faticosa da raggiungere. Mi sono messo d’accordo con Aldo da Como, il quale mi ha procurato i biglietti del treno e dello stadio: il cielo gliene renda merito (se non a lui direttamente, almeno alla sua squadra di calcio). E così sabato alle 21:20 una discreta carovana rossazzurra è partita dalla stazione centrale di Milano alla volta di Lecce. Il viaggio, in compagnia di Aldo e dell’amico Luca Zerbo, è stato molto comodo: tanto più che abbiamo viaggiato in vagone letto, e per me si è trattato di una prima volta. La mattina alle nove siamo giunti a destinazione e, mentre ci dirigevamo al centro, è pervenuta la drammatica notizia dei due tifosi morti durante il viaggio da Catania a Lecce: morire così non è possibile, come pare che abbia detto il nostro presidente Nino Pulvirenti. Forse questo è stato l’unico aspetto positivo della promozione sfumata questa domenica: non sarebbe stato decente festeggiare con questo lutto fresco. Dopo avere girovagato per il centro di Lecce (a proposito, che calma ieratica nella città pugliese!), ammirando, seppure non troppo approfonditamente, i suoi monumenti, siamo andati a finire in un parco dove sono confluiti vari amici di trasferte andate: su tutti Gaetano da Piacenza, il cui hobby è proporre polizze di assicurazioni, mentre la sua vera professione è quella di sostenitore del Catania Calcio 1946, attività per cui mancherebbe anche al matrimonio di suo fratello o quasi. Gaetano, peraltro, su suggerimento di un suo amico ragusano e residente a Lecce, ci ha trovato il ristorante per il pranzo. Abbiamo aspettato mezzogiorno cazzeggiando in vari modi nella piazzetta del locale prescelto: c’è chi giocava a torello con la stessa passione di un dodicenne e c’è che si è assopito su una panchina. Quando sono finalmente arrivati Aldo da Reggio Emilia e Francesco da Rovigo con figli, siamo andati a consumare un pasto frugale ma abbondante, pensando all’avvenimento del giorno quasi più che alle vivande servite. Caffé e via! A piedi fino allo stadio che distava un cinque chilometri sotto un sole battente. Ci siamo resi conto di non essere certo stati gli unici Catanesi che hanno scelto di trascorrere in quel modo la domenica. Mai visti tanti dei nostri in una trasferta. Il fratello di Luca, Bruno, ci ha consegnato i biglietti e quindi siamo entrati. Non siamo stati perquisiti granché: tanto che quando mi hanno palpeggiato lo zainetto, l’agente mi ha chiesto che cosa fosse l’oggetto duro e spesso che vi si trovava dentro: «Un libro», il che era vero. Il poliziotto mi ha guardato perplesso e incredulo, ma non ha verificato, evitandomi, con mio grande sollievo, di tirar fuori anche le mutande sporche. Dentro ho salutato l’amico Tarantola che non vedevo da questa estate e mi sono seduto con Aldo da Reggio Emilia e Francesco Maravigna, non senza avere porto i mie saluti a Santo da Pesaro e Alex Dimitri da Arezzo (incredibile!!). Che dire della partita? Certo la coreografia è stata notevole, anche se i ras del tifo organizzato hanno imposto il silenzio per il primo quarto d’ora di partita. Orazio Russo, prima del fischio iniziale, ha portato un mazzo di fiori in prossimità del nostro settore per commemorare i nostri defunti e, poiché la Lega Calcio non ha autorizzato il doveroso minuto di silenzio, l’arbitro ha concesso in compenso ai giocatori del Catania, con il consenso di quelli del Catanzaro, di scambiarsi la palla come nel torello per il primo minuto dopo il fischio: pare che il solito Fascetti, nella ormai famigerata e filogranata trasmissione Mixer Serie B, abbia avuto da ridire, il poverino. I venti circa tifosi del Catanzaro che sono giunti a Lecce sono rimasti in silenzio per cinque minuti e poi hanno cominciato a inveire contro la propria società per il deludente campionato, ma quando il quarto d’ora di astinenza da tifo è passato, ci siamo alzati tutti in piedi e sono sventolate migliaia di bandiere rossazzurre tra suoni di trombette. Un brivido. Poco dopo è giunto il goal di Mascara tra la felicità generale (non per i pochi Catanzaresi, che hanno abbandonato lo stadio), accresciuta dal raddoppio di Caserta ed attenuta dalla segnatura del Torino contro un arrendevole Brescia, che ci costringerà a soffrire domenica contro l’Albinoleffe. Non starò certo a raccontare la partita, ma la mia delusione è dovuta al fatto che io avevo puntato su questa partita per assistere alla promozione matematica, perché ero convinto che si sarebbe deciso tutto questa domenica. Domenica non ci sarò, ma se si festeggerà senza di me, credetemi, non mi offenderò affatto. Tra la calca, alla fine, non ho potuto salutare tutti, ma è come se lo avessi fatto, perché mi sentivo in sostanziale comunione con tutti gli astanti. Con Aldo da Como e Luca Zerbo ci siamo incamminati mestamente sulla via del ritorno: avremmo dovuto ripartire alle 22:50, ma abbiamo anticipato alle 19:50. In viaggio abbiamo saputo che neanche le altre partite sono andate bene per noi: infatti domenica ci ritroviamo un avversario motivato e per nulla rassegnato, altro che Cremonese! Una vittoria amara, ma nessuno di noi alzerà certo bandiera bianca. Dai, Catania, dai, Catania. A presto,
Nuovo Catania, nuovo nome

sonar

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Vittoria amara
« Risposta #1 il: 24 Maggio 2006, 11:17:53 am »
Caro Vate Nostrum, leggere i tuoi splendidi post che con dovizia di particolari svolgono il film delle tue trasferte è sempre molto coinvolgente,perchè hai il dono di far immaginare  i luoghi e sentire l'umore che Ti pervade al momento.
Infatti, anche se Ti conosco(da tempo) solo virtualmente, sento che in fondo al cuore hai sempre una nuvola, e non solo per i funesti avvenimenti recenti.
Io da inguaribile ottimista, quando ho visto che il Nostro Catania perdeva colpi, alla vigilia della gara con il Pescara e anche per esorcizzare quel momento di incertezze, ho rotto gli indugi, ho rispolverato la bandiera rossazzurra, reduce della promozione di Taranto, e l'ho spiegata nel punto più visibile della mia terrazza.
E' stato più che altro un atto di fede, al quale esorto tutti i fratelli Rossazzurri.
Aspetto con ansia il Tuo prossimo post con oggetto: Dulcis in fundo!

Ciao.

A SOSTEGNO DI UNA FEDE.