....per chi si lamenta della campagna acquisti e per chi non crede ai nostri ricordi, per chi pensa che un'eventuale retrocessione del Catania sarebbe un dramma, eccovi uno stralcio di articoli di giornale del 1993 e 1995 (non c'è bisogno di ricordare a quali eventi si riferiscano):
Da "Il Corriere dello Sport" del 5 novembre 1993
0-0 CONTRO IL PATERNÓ
Cibali in festa per il debutto nell’Eccellenza: ottomila tifosi, il sindaco, la banda. E un protagonista su tutti: Massimino
Catania, città a forma di cuore
Grande commozione e splendido show sugli spalti, perdonato anche Matarrese. Squadra viva, ma la gara non ha avuto storia
Dall’inviato Alberto Pagliari
CATANIA - Al cuore non si comanda. Il vero Catania è questo, non importa se lo hanno sbattuto tra i dilettanti. La gente ha risposto all’appello, la festa è di quelle che mozzano il fiato. Tre mesi hanno atteso, tre lunghissimi mesi senza mai perdere la fede. E alla prima chiamata di Massimino hanno risposto in tanti. Tribuna piena, curve con poche defezioni. Ottomila, forse di più. Una stima non è possibile farla visto che il presidente per richiamare a raccolta la sua gente ha concesso alle donne e ai ragazzi l’ingresso gratuito. Il prologo ha strappato anche qualche luccicone. La banda in campo, il drappo del Catania portato sotto le curve da una trentina di ragazzi perfino un quadro raffigurante l’ultimo Catania, quello dell’83, quando militava in serie A, portato in processione sotto la tribuna. [....]
Da "La Sicilia" del 14 maggio 1995
Scortata da 2500 tifosi, la squadra rossazzurra conquista vittoria e promozione sul campo madonita
Catania in gloria a Gangi
Nella ripresa Busetta e i suoi oltre ogni ostacolo
Trionfo finale per Massimino, il tecnico, gli atleti
Di Luigi prestinenza
GANGI – Come su una nuvola. Scortato da duemila e più tifosi, che hanno scatenato un chiasso infernale, e come ravvolto e trasportato dal loro entusiasmo, il Catania passa a Gangi, concludendo vittoriosamente il campionato con una promozione, il che non accadeva più dall’83, l’estate degli spareggi romani per la A. Passa superando una serie di handicap: il risultato obbligato di vittoria (ma poi l’antagonista Milazzo ha finito per pareggiare in casa), l’avversario pericolante e «disperato», ma soprattutto il disagio del campo, ristretto e con un fondo impossibile, che non si vede come possa essere omologato per un torneo con etichetta nazionale, sia pur di dilettanti. Dicono che di solito venga innaffiato, ciò che ieri non è avvenuto, non so se a bella posta: comunque giocarvi e organizzarvisi non è stato uno scherzo [....]